SETTEMBRE, MAX GAZZÈ “A GENTILE RICHIESTA”.
Inedito show per
un finale “scritto” dal pubblico in sala.
Aveva appena finito di regalare al pubblico del Festival quattro brani del
suo viaggio al cuore della canzone, Ilaria Porceddu, quando Max Gazzè è salito
sul palco del Teatro della Torre di Casertavecchia, accompagnato dal Direttore
Artistico di “SETTEMBRE AL BORGO 43 – Face to Fest 2013”, Casimiro Lieto, per
ritirare il “Premio Triceronte” e dare a modo suo il “la” alla serata
conclusiva.
“Sono felicissimo di essere qui
stasera. Questa sarà ‘una serata di folk apocalittico in mi minore come se non
ci fosse un domani’” – ha esordito il cantautore romano, visibilmente
emozionato dal riconoscimento e dalla platea gremita di spettatori, lasciando
la parola a Lieto, che per i saluti di rito ha messo il pubblico al centro del
suo breve intervento: “Grazie a voi che
siete tornati. Siete gli unici veri, grandi protagonisti di questo Festival.
Forse ci rivedremo, forse no, ma intanto auguro alla Rassegna tutto il successo
che merita”. Poi via i nomi di staff e tecnici (di persona “perché oltre ad essere stati grandi
professionisti, ci hanno messo impegno, sacrificio e sudore”), ancora per puntualizzare:
“Sarete voi a scegliere la scaletta
dell’ultimo concerto di questo Festival, che qualcuno non avrebbe voluto veder
realizzato, ma che invece abbiamo portato a casa - sebbene si sia cominciato a
lavorare solo il 7 agosto - grazie a Regione Campania, Provincia di Caserta,
Sponsor e la Città di Caserta, che ci ha ospitato”.
“Stasera vi racconterò la vera storia
di ‘Sotto casa’” – ha proseguito poi Max Gazzè – “Durante la preparazione, la canzone recitava ‘sono un indegno
messaggero e porto Dio’. Il titolo originale, infatti, era ‘Porto Dio’ e non
c’era l’intenzione di farla suonare come una bestemmia, ma per i motivi che
potete immaginare ‘porto Dio’ è diventato ‘cerco Dio’ ed il titolo ‘Sotto
casa’. Suonava decisamente meglio”.
Poi il concerto, con Sfefania, una hostess dello staff, in platea, a girare
tra la gente con la sua boulle carica di titoli, tra i quali molti dei successi
di Gazzè. Si è cominciato, manco a dirlo, con “Autoironia” e poi via con “Vento
d’estate”, “Cara Valentina”, “Il solito sesso”, “Mentre dormi”, “La favola di
Adamo ed Eva” fino ad arrivare al gran finale con “Sotto casa” e “Una musica
può fare”. Con una sorpresa, “I Watussi”, uno scherzo dell’Organizzazione, che
Gazzè ha accennato scherzando col pubblico nell’ennesimo divertissement d’un
Festival, che ha mantenuto le promesse di contenuti e numeri, fatti solo un
mese fa.
Fonte: comunicato stampa
Nessun commento:
Posta un commento