martedì 19 settembre 2017

News Card. Crescenzio Sepe Omelia Festività di San Gennaro

Festività di San Gennaro
19 settembre 2017
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Carissimi,
Rivolgo un cordiale saluto agli Ecc.mi Vescovi, al nuovo Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone, al Presidente della Corte Costituzionale, dott. Paolo Grossi, al Sindaco di Napoli, Presidente della Deputazione di San Gennaro, on. De Magistris, al Presidente della Regione, on. De Luca, al Vice Presidente della Camera dei Deputati, on. Di Maio, al Vice Presidente della Camera dei Deputati della Croazia, on. Radin, al Prefetto di Napoli, dott.ssa Carmela Pagano, al Presidente della Corte d’Appello, dott. De Carolis, al Signor Ambasciatore della Federazione Russa, al Comandante della VI Flotta degli Stati Uniti, ammiraglio Grady, al Segretario Generale della Corte Costituzionale, dott. Carlo Visconti, a tutte le Autorità civili e militari., alla Deputazione del Tesoro di San Gennaro e al Comitato di San Gennaro, a tutti i fedeli devoti di San Gennaro qui presenti o collegati da tutti i Paesi del mondo attraverso i mezzi di comunicazione diretta.
Un sentito benvenuto alle Delegazioni provenienti da New York e dalla Svezia.  
         Un particolare saluto al gruppo di carcerati ai quali è stata concessa la possibilità di seguire questa celebrazione.     
         Ringrazio i rappresentanti dei mezzi di comunicazione di Napoli, della Campania e quelli provenienti da altre Città italiane e anche dal Giappone. Ringrazio, in particolare, Canale 21 che offre la diretta televisiva, il Server Maria TV di Cuneo che, ancora una volta, ci consente, con la diretta streaming, di arrivare in tutto il mondo, il programma “Storie Italiane” di Rai 1 che è in diretta televisiva, Tvluna che offre la diretta di questa celebrazione come fa ogni domenica da qualche tempo, la Redazione RAI di Napoli che realizza una serie di servizi anche in diretta, la Redazione di Sky e di TV 2000, la Vita in Diretta di Rai 1,  le altre emittenti televisive e tutti i giornalisti delle agenzie e della carta stampata.
         Ho il piacere di confermare che da oggi, in maniera strutturale definitiva, in questa Cattedrale è attivo il sistema videomultimediale che permette la diffusione della celebrazione in ogni angolo della chiesa, attraverso gli appositi schermi, ma anche la disponibilità del segnale televisivo che può essere utilizzato dai siti web per la trasmissione di questa celebrazione e di tutte le celebrazioni future.
         Ci troviamo con gioia  a celebrare la Solennità del Patrono di Napoli e della Campania, San Gennaro, perché avvertiamo il bisogno di ringraziare il Signore per aver voluto anche quest’anno mostrare la sua benevolenza permettendo che il sangue del nostro Patrono si sciogliesse nella ricorrenza del suo martirio avvenuto, secondo la tradizione, il 19 settembre 305 presso l’attuale Solfatara di Pozzuoli che purtroppo, proprio in questi giorni, è stata teatro di una drammatica vicenda che ha distrutto quasi un’intera famiglia di turisti.
         La prodigiosa liquefazione del sangue di Gennaro è un evento di natura esclusivamente religiosa che va letta e vissuta con fede viva e sincera. Ogni altra interpretazione, che volesse prescindere da questa dimensione religiosa, sarebbe riduttiva e fuorviante anche se sono sempre possibili, come è avvenuto nel passato, approfondimenti e dibattiti riguardanti alcuni aspetti del fenomeno, quali quello scientifico, sociologico, artistico etc.
         Pregiudizi ideologici o atteggiamenti volutamente o velatamente anticristiani e antireligiosi sono storicamente superati e non aiutano nella ricerca della verità.
Siamo perciò riuniti per vivere un momento di fede, fatto anche di qualche legittimo dubbio, ma sempre aperto alla luce del vero e del bello.
È questa l’occasione anche per fermare la nostra attenzione sul cammino da compiere dopo la cosiddetta “pausa” estiva. È momento di preghiera per riflettere e vivere la nostra condizione di cittadini e fedeli di San Gennaro. Purtroppo veniamo da un periodo particolarmente disastroso e doloroso e, a tale riguardo, non possiamo, in questo momento, non ricordare il luttuoso terremoto nell’isola di Ischia e i devastanti incendi che hanno causato vittime e danni ingenti all’economia e all’ambiente.
Sono stati eventi drammatici che non ci hanno lasciato in pace, così come gli inquietanti lampi di guerra che, in varie parti del mondo, continuano a minacciare la pace da più fronti quali, ad esempio, le assurde manifestazioni di forza e di potenza nucleare, il terrorismo irrazionale, che continua a insanguinare le nostre città togliendo la vita a persone innocenti. Ma sono, comunque, contro la pace anche le sopraffazioni, le ingiustizie, la povertà diffusa, lo scandalo dell'accumulo di risorse che trova alimento non soltanto nell'egoismo dei singoli ma nelle forme raffinate e subdole di una finanza di rapina.
Sono tante le micce accese sulla via e sui territori della pace, che non rendono tranquillo il nostro vivere.
È questo che turba oggi le nostre coscienze ed è questa la preoccupazione da mettere al centro anche della nostra riflessione e della nostra preghiera al Santo Patrono, perché apra la mente e i cuori di chi ha nelle mani il potere di scrivere con le sue decisioni la storia e, soprattutto, la cronaca triste e disarmante  dei nostri giorni.
In tante epoche, e davanti a infiniti drammi, il popolo di Napoli ha fatto ricorso al suo Patrono invocando protezione e salvezza. San Gennaro, come testimonia la stessa forma di devozione, forte e "carnale" nelle sue espressioni, non ha mai voltato le spalle alla sua città e alla sua gente.
E che cosa oggi vogliamo chiedere al nostro Santo Martire se non la grazia di aiutarci a riscoprire il dono della pace per noi, per la nostra Città e per il mondo intero?
La pace non è un miracolo, non è una condizione che nasce al momento, come può essere invece una tregua. Essa va perseguita e costruita; certo può "cadere dal cielo", ma per mettere radici, per attecchire e dar frutto è necessario che sia fertile il terreno che l'accoglie. E quel terreno non è altro che il nostro cuore. Il cuore di ognuno di noi.
La pace, a differenza della guerra, non ha il plurale. È un nome invariabile, unico, ossia é assoluto e definitivo. Un punto di arrivo che si può raggiungere da molte strade, ma la più importante è quella della responsabilità individuale. Dobbiamo essere consapevoli che se la pace è un bene di tutti, essa richiede anche il contributo di tutti, il cuore e la volontà di ognuno di noi.
Niente, nessuna nostra azione, anche la più insignificante, resta senza conseguenze. Ogni nostro atto, ogni nostro gesto, i nostri comportamenti, le abitudini e gli atteggiamenti di ognuno di noi, in ogni momento della giornata o della vita, hanno tutti un loro peso nella bilancia della pace.
In realtà, la pace coinvolge tutto e tutti: essa può crescere e formarsi sulle nostre parole, depurate da offese e malanimo verso gli altri, aperte alla cordialità; può consolidarsi attraverso una più consapevole disponibilità al bene comune che, a sua volta, espande a raggiera i suoi benefici sulla collettività.
Dobbiamo guardare con occhi di pace e quindi senza escludere alcuno dal nostro sguardo, che deve essere più attento innanzitutto a chi è nel bisogno.
Anche qui a Napoli, nella cura agli "ultimi della fila", ai nostri fratelli poveri, senza distinzione di nazionalità o di religione e di colore della pelle, si riflette il nostro reale desiderio di pace.
È arrivato anche per Napoli il momento di pensare a che cosa ognuno di noi può fare per gli altri e per la città, prima ancora di  chiedere che cosa la città può fare per noi. Non si tratta di decretare l’inadeguatezza o l’indolenza o l’inefficienza di alcuno, bensì di venire loro incontro in modo diverso, facendo emergere le rispettive responsabilità per realizzare il bene comune, lo sviluppo e la civile convivenza.
Anche per la pace, che è il più essenziale dei bisogni e il più alto dei valori per ogni comunità, è giunto il momento di mettere in campo, come elemento risolutivo, il nostro contributo personale.
Il nostro compito è ora quello di frantumare il peso delle tante ingiustizie che gravano, come minaccia incombente, sul nostro futuro. Ma dobbiamo anche tenere ben presente che la pace nasce nei cuori e deve permerare i rapporti con il prossimo.
Oggi la guerra non è più o soltanto quella combattuta con le armi. Oggi è guerra di sopravvivenza; è lotta alla miseria e alle malattie; è ricerca di cibo, di lavoro, di giustizia; è ricerca di comprensione e di aiuto; è domanda del diritto alla vita e alla salute; è voglia di dignità; è affermazione di appartenenza alla stessa famiglia umana.
Nel nome di San Gennaro e nello spirito della sua testimonianza  e del suo martirio, apriamo le porte del nostro cuore. Riscopriamo la nostra antica vocazione all’accoglienza, all’ospitalità, alla cordialità dei rapporti. Usciamo dall’indifferenza e dall’egoismo e rivolgiamo la nostra attenzione al rifugiato, all’immigrato, allo straniero, al diverso, ma anche al barbone che incontriamo all’angolo delle strade e, perché no, al vicino di casa che si nasconde per vergogna, per mancanza di lavoro, per solitudine. Facciamo sentire tutti, come ci insegna il sangue del nostro Patrono, il calore della nostra vicinanza, della nostra solidarietà, della nostra umanità.
Sono tutti egualmente pellegrini da avvicinare, da accompagnare, da aiutare anche solo con l’ascolto, con una carezza, con un sorriso, con un abbraccio.
È l’impegno questo della Chiesa di Napoli che quest’anno sviluppa il suo cammino pastorale ispirandolo all’opera di misericordia “Accogliere i pellegrini”. Ma può e deve essere l’impegno di tutti, perché la civile convivenza e la pace del mondo si realizzeranno se sappiamo essere solidali già nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità.
Vogliamo, pertanto, affidare a San Gennaro il nostro bisogno di  pace, la nostra capacità di accogliere l’altro, di guardare ai più deboli, per realizzare la vera giustizia che è presupposto di pace.
Lui, che li conosce a fondo, apra i nostri cuori. Ci infonda parole, opere e sentimenti di pace, affinché possiamo costruirla o ricostruirla nelle nostre anime, inquiete o afflitte, ma sempre aperte alla speranza.
Maria Santissima, Regina della Pace, ci guidi e ci protegga. San Gennaro interceda per noi.
 Dio vi benedica e    ‘ A Maronna v'accumpagna!



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