«Rosso Vanvitelliano è il pilastro
fondamentale della costruzione di un grande evento di richiamo» dichiarano
Antonio Letizia e Francesco Marzano, partner imprenditoriali della iniziativa «che
costituisca non solo una dilatazione della platea turistica ma che si prepari
come attrattiva, ad esempio, anche per i futuri pensionati e per i giovani
assegnatari del reddito di cittadinanza interessati al comparto culturale e
turistico. Questo per far convogliare economie reali e sani interessi di
sviluppo sul territorio in un emblematico luogo che per dimensioni è forse il
solo in Italia a poterselo permettere: La
Reggia di Caserta».
Il 29 gennaio alla Reggia di Caserta andrà in scena lo spettacolo itinerante che
coinvolgerà tutte le stanze storiche visitabili del Palazzo Reale, compreso il
Teatro di Corte. Un vero e proprio viaggio culturale attraverso una ideale
“porta del tempo”: Vanvitelli che ha progettato la Reggia ma di fatto non l’ha
mai vista realizzata “la vede” insieme al gruppo ristretto dei visitatori per
la prima volta nell’attraversamento a scorrimento continuo di una narrazione in
movimento, incrociando i fantasmi di altri personaggi storici che l’hanno
realmente vissuta, dalla regina Maria Carolina a Lady Hamilton, da Gennaro
Rivelli, il Menino del Re, a Paolina Bonaparte, fino a Maria Sofia ultima
regina, con testi elaborati grazie al partenariato con l ‘Archivio di Stato di
Caserta.
La valorizzazione del
sito così predisposta è un vero esempio qualificante di sinergia tra cultura e
mondo del lavoro per le immense bellezze architettoniche del nostro Paese.
Il Presidente
del Consiglio dott. Conte, con accanto il Ministro Bonisoli, ha parlato a Matera di riscatto del Sud attraverso la cultura dichiarando che il
Governo è pronto a dar sostegno ad iniziative di sviluppo innovativo che,
partendo appunto dalla cultura, siano capaci di coinvolgere tutti i settori
produttivi possibili promuovendo nuove opportunità lavorative.
Rosso Vanvitelliano con i martedì straordinari alla Reggia, avvio di un cantiere
culturale senza sosta, è la prima risposta.
Per la realizzazione
dello stesso la Fabbrica Wojtyla si pone l’obiettivo della creazione di relazioni salde e costruttive
con i diversi referenti territoriali (enti locali, associazionismo
diffuso, istituzioni e organismi culturali) e di legami con realtà commerciali locali con la definizione di
progetti che tendano ad evidenziare il bene e la sua valorizzazione tramite
strategie di marketing e a realizzare la distribuzione di prodotti culturali ed
enogastronomici tipici che rappresentano la possibile ricchezza di un
territorio. Il tutto con un coinvolgimento massivo di giovani che attraverso la
progettazione e realizzazione dei costumi, lo studio delle necessità audio e
video dello spettacolo e la loro applicazione pratica, il lavoro di ricerca
storica, la costruzione di testi teatrali, la messa in scena di musiche e
monologhi possa rappresentare, nella sua futuribile ciclicità, opportunità di
lavoro fisso giovanile in ambito culturale.
L’obiettivo finale è far
sì che il territorio tragga benefici ed economie dal proprio patrimonio
artistico con un programma di valorizzazione a 360°, in un’ottica che vede il
bene culturale oltre che come nuovo business, anche come fulcro dello sviluppo
artistico e professionale del territorio, nonché fuoco che stimola il senso di
appartenenza ad una tradizione e ad una cultura, quella italiana e quella
europea. Pertanto il progetto e la sua evoluzione sta per essere inviato direttamente
al Presidente del Consiglio ed ai Ministri
interessati Bonisoli e Di Maio.
Infine è anche una sfida della città
alla città stessa. Questo l’invito dei giovani artisti di Fabbrica Wojtyla: “Forti del messaggio culturale evolutivo
della nostra proposta richiediamo una partecipazione entusiastica dei
responsabili della crescita qualitativa del Territorio: gli amministratori
locali, provinciali e regionali, l’Unione Industriali, la Camera di Commercio,
le associazioni tutte, Lions, Rotary e gli Amici della Reggia in testa, tutti i
grandi promotori territoriali. Sono coloro che, per senso di responsabilità,
per incarico o per scelta, dovrebbero saper “leggere” la esponenzialità
infinita di questa opportunità. La sola ricostruzione originale di un
mercato d’epoca nei cortili della Reggia sarebbe una vetrina fantastica per i
prodotti locali senza contare il brand esportabile verso l’estero a seguito
della rappresentazione teatrale. In attesa, noi andiamo avanti.”
Ora tocca a Caserta
dimostrare di avere forze imprenditoriali e politiche così valide da diventare
protagoniste del progetto di un futuro che, grazie ai giovani artisti
casertani, veri pionieri innovativi in azione, è già realtà operativa trasparente.
“I Martedì alla Reggia”, sono una sfida.
Chiuso per riposo settimanale, il Palazzo Reale sarà aperto per quanti vorranno
visitarlo in un modo del tutto inconsueto. Il binomio è questo: fare cultura,
fare impresa. «Visitare un museo durante la giornata di chiusura – dice
Francesco Marzano ideatore dell’iniziativa con Mauro Felicori e Vincenzo
Mazzarella -, quando non è aperto al pubblico, e scoprirne gli spazi più
nascosti ed interessanti, è un modo nuovo per solleticare la curiosità e il
desiderio di conoscenza». Per prendervi parte sarà obbligatoria la prenotazione.
«La sinergia con Fabbrica Wojtyla e Antonio Letizia – continua Marzano –
consentirà di godere del Monumento in completa assenza del pubblico e in
religioso silenzio. I tesori della Reggia saranno catturati in immagini
straordinarie in cui il senso di solitudine e di silenzio regnerà sovrano. Questa
esperienza, arricchita dalla teatralizzazione, permetterà al museo di farsi una
diversa pubblicità ed al tempo stesso offrirà un’occasione unica a fotografi
professionisti ed amatoriali che potranno raccontare con il loro obiettivo un
palazzo reale senza precedenti. I Martedì alla Reggia vogliono essere uno
strumento di marketing anche nei confronti del settore congressuale.
Accompagnare i congressisti nella magia della storia è un modo per rendere
indimenticabile la loro presenza in città. Parte così una nuova avventura che
sa di “privilegio” e di grande opportunità. È l’azione imprenditoriale che
sposa l’attività culturale, è l’incontro tra il mondo della promozione e quello
della valorizzazione, è il connubio che da sempre si auspica, fare economia con
la ricchezza culturale del territorio e della città.
Nessun commento:
Posta un commento