COMUNICATO STAMPA
Lettera aperta del segretario generale della Uil-Fpl Domenico Vitale ai consiglieri regionali della Campania e ai vertici nazionali e regionali del sindacato sull’annoso problema della stabilizzazione dei precari della sanità. «L’estensione dal 2017 al 2019 dei termini per rientrare nei requisiti delle Legge Madia e poter ottenere la stabilizzazione non è stata una misura sufficiente per garantire il lavoro ad alcune categorie di precari storici che svolgono una mansione centrale all’interno delle strutture sanitarie della provincia di Caserta – ha sottolineato il segretario Vitale – stiamo parlando dei lavoratori interinali e di quelli delle cooperative di servizi che operano sia nell’Asl che nell’azienda ospedaliera di Caserta. Si tratta di circa 500 lavoratori che svolgono per lo più funzione di infermieri e di operatore socio sanitario, cioè figure indispensabili per garantire i livelli minimi di assistenza. Immaginare che figure del genere continuino a vivere una condizione di precariato è a dir poco paradossale ed è per questo che chiediamo l’intervento di tutti in modo da colmare questo vuoto normativo». Vitale rimarca come la Uil-Fpl è pronta a garantire tutela sindacale a questi lavoratori con il solo è unico obiettivo di garantire loro il diritto sacrosanto al lavoro. «Ci batteremo in tutte le sedi affinché a lavoratori di lungo corso come questi venga finalmente garantito il contratto che meritano – ha sottolineato – la Uil-Fpl garantirà loro tutta la tutela sindacale preservando da una parte i livelli occupazionali e, dall’altra, lavorando per migliorare il livello di assistenza delle nostre strutture ospedaliere». Accanto a Vitale a condurre questa battaglia, ci sarà Franco Di Lucia, segretario provinciale del comparto sanità della Uil-Fpl che rimarca sulla strategicità di questi dipendenti. «Di precario hanno solo il contratto, dal momento che svolgono tutti una funzione stabile all’interno degli ospedali sia come oss che come infermieri garantendo un’assistenza adeguata agli ammalati – ha chiosato – le aziende sono state costrette a ricorrere a questi tipi di contratti solo a causa del piano di rientro che la sanità in Campania doveva rispettare, non perché, effettivamente non si trattasse di figure indispensabili per garantire l’assistenza come dimostra il fatto che alcuni di loro operano all’interno dei nostri ospedali da una quindicina di anni».
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