Ieri si è tenuta la III Commissione speciale “Terra dei
Fuochi, bonifiche ed ecomafie”, presieduta dal consigliere regionale Gianpiero
Zinzi, per discutere sulla complessa e contraddittoria questione del
biodigestore.
Il Sindaco Carlo Marino non si è presentato; proprio lui che
sembra avere molto a cuore la possibilità di realizzare quest’opera in
territorio casertano. Come se non bastasse, assente anche l'assessore Fulvio
Bonavitacola.
Inutile dire che soprattutto l'assenza di Marino, che, è
bene ricordarlo, presiede anche l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
in Campania, ha lasciato tutti, non solo me, piuttosto perplessi: l’argomento è
delicato e va affrontato con responsabilità perché ci sono troppi punti
interrogativi. Punti che sono stati analizzati e discussi durante la riunione,
a cui Marino sembra non aver dato alcun peso.
Voler testardamente individuare un luogo adatto ad
accogliere il biodigestore laddove di adatto, ogni volta, non vi è proprio nulla,
sembra essere diventato il passatempo preferito del sindaco. Ora i riflettori
sono puntati sulla località Mastellone che, a detta di Marino, sembrerebbe
essere la scelta vincente. Tale convinzione è osteggiata da molti, non solo dal
sottoscritto.
Come si può pensare che una località già ampiamente
martoriata negli anni, completamente snaturata, con una zona collinare erosa
dalla mano scellerata dell’uomo, possa accogliere un biodigestore? In
prossimità, tra le altre cose, di due santuari molto importanti e frequentati;
non distante dalla magnifica e imponente opera dell'acquedotto Carolino, sito
Unesco: proprio un tratto delle condotte attraversa la zona individuata da
Marino.
Egli insiste per una soluzione isolata, che non presenti
comunità territoriali: e dunque località Mastellone è la soluzione? Non credo
proprio. Nella zona vi è addirittura la sede dell'Associazione Leo, una realtà
molto attiva, quasi una sorta di piccola cittadella, che da anni tenta di dar
nuova linfa al territorio. Come si può non tenere conto di tutto questo?
Non vi sono siti adatti, nessuna località soddisfa i criteri
da tenere in considerazione per un progetto del genere. Marino insiste nel
volere il biodigestore a Caserta, e non trovando effettivamente siti adatti,
sposta le sue attenzioni in località sempre al confine tra vari comuni.
Perché spingere così tanto per realizzare il biodigestore,
nonostante dubbi, perplessità e dissensi provenienti da più parti? Marino
sembrerebbe volere a tutti i costi portare a compimento un progetto di vecchia
data, per non venire meno alle aspettative del nostro Governatore De Luca.
I tempi cambiano però, e le scelte vanno ponderate bene:
rivalutare le idee in maniera vincente significa mettere al centro il benessere
dell’uomo, a 360 gradi.
Come portavoce del M5S ribadisco il mio No ad un ennesimo
danno al territorio! I rifiuti dovrebbero essere trasformati in risorsa, per
un’economia che sia realmente “green” e che guardi al futuro in una nuova
ottica.
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