mercoledì 17 gennaio 2018

De Mita a Castellammare: «Elezioni partita di calcio a tre, chi arriva primo perde



«Per le elezioni politiche abbiamo pensato ad una partita di calcio a tre squadre. Abbiamo tre grossi gruppi ma chiunque arriva primo perde perché gli altri due fanno la somma. Aver accettato il tripolarismo è difficile. Io ero dell’opinione che avremmo dovuto organizzare la competizione a due con un grande fronte democratico e di conservazione della democrazia e contrapporci a chi non dà risposte e non ha pensiero». Ciriaco De Mita ex Presidente del Consiglio ed  ex Ministro parla dal palco del teatro Supercinema di Castellammare in occasione dell’incontro territoriale organizzato dal dirigente area Monti Lattari di L’Italia è Popolare Antonio Palummo. Dopo la presentazione del simbolo di Civica Popolare – definito come un fiore “petaloso” dalla stessa fondatrice la ministra Beatrice Lorenzin,- che si è svolta martedì al Tempio di Adriano di Roma, il movimento L’Italia è Popolare, che è tra i fondatori di Civica Popolare ha raccolto i suoi sostenitori nel centro di Castellammare per un dibattito che non poteva che incentrarsi sui temi delle prossime elezioni politiche. Tra i presenti c’era anche il sindaco Pd Antonio Pannullo che durante il suo intervento ha ricordato i suoi trascorsi democristiani.  «Non nascondo la mia emozione per avere qui, a Castellammare di Stabia, Ciriaco De Mita. Mi viene in mente quel ragazzo che si è iscritto al movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Quel ragazzo ero io e mi sono iscritto allora anche per la presenza di uomini come Ciriaco De Mita». Ma dopo le emozioni il dibattito moderato dal giornalista Paolo Di Capua è entrato nel vivo parlando di alleanze e coalizioni. « Stiamo facendo la conta a chi vince, – ha detto Ciriaco De Mita dal palco – senza sapere quello che vince che idee ha. Oggi giochiamo la partita più difficile della esperienza repubblicana italiana. Sento i candidati di governo che parlano di cose che non sanno e che non riescono ad ipotizzare una soluzione ai problemi. Ognuno risolve i problemi a modo suo, ma in maniera approssimativa. Non so, a me è capitato sempre di avere la lucidità delle cose che stavano per accadere, stavolta è diverso. La coalizione – ha proseguito il più volte Ministro – non è un espediente, è una grande intuizione di democrazia perché l’accordo è sul programma che si fa e la ricchezza del pensiero che ha caratterizzato la storia democratica del Paese si salva». Sono poi intervenuti fra gli altri anche Luigi Cobellis, ex consigliere regionale, responsabile area Salerno, Biagio Iacolare, Lucia Somma, presidente consiglio comunale di Pimonte, Daniele Rossetti, portavoce di Castellammare Popolare. «Abbiamo fatto un congresso in cui la storia della Dc è scomparsa, è stata una maledizione per noi: avere dirigenti indolenti nel momento più difficile della Dc. Oggi è chiaro  – ha concluso De Mita – che l’unica tradizione che sopravvive è quella popolare. La cultura popolare, sturziana, laica, rimane quella che scope il bisogno della persona ed individua i mezzi per rispondere a questo bisogno».
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