giovedì 7 luglio 2016

Sete tridimensionali e fonoassorbenti Innovazione e moda nel solco della tradizione

Mostra-evento per presentare i prototipi realizzati dal Setificio Leuciano sullo studio degli studenti della Sun e la ricerca applicata dell’Istituto dei polimeri del Cnr di Pozzuoli
Sete tridimensionali e fonoassorbenti
Innovazione e moda nel solco della tradizione


Tessuti tridimensionali che, indipendentemente dall’impiego, possono assumere da soli le più disparate forme di arredo; parati innovativi ma di tendenza, che utilizzano polimeri fonoassorbenti prodotti con materiali di riuso, appositamente studiati dal Cnr di Pozzuoli; abiti e accessori preziosi di sicura fashion che esasperano felicemente i particolari decorativi della produzione serica di qualità.
E questa la sfida lanciata dal Setificio Leuciano, moderna manifattura artistica sorta sulle ceneri di uno dei più antichi opifici dell’antica Colonia di San Leucio, in Caserta, con la collaborazione della facoltà di Design del Dipartimento di Ingegneria Civile Design Edilizia e Ambiente della Seconda Università.
I prototipi di quella che già dalla prossima stagione daranno luogo ad una moderna linea tailor made, che affiancherà la migliore produzione della tradizione serica borbonica, sono stati presentati ieri, nel corso di una mostra-evento allestita nell’hangar del setificio, cui hanno partecipato i docenti Patrizia Ranzo, Francesca Castanò e Maria Antonietta Sbordone, la stilista Luisa Del Vecchio di Federmoda Cna, il rappresentante del Comitato Don Peppe Diana Mauro Baldascino e l’architetto Marinella Giuliani, curatrice e anima del progetto, i quali, coordinati dal giornalista Antonio Arricale, hanno proposto e dibattuto nuovi orientamenti e strategie economiche e, soprattutto, indicato possibili linee di sviluppo imprenditoriale del territorio.
Gli onori di casa sono stati fatti da Daniela Dattero, co-titolare insieme con Rosaria Letizia del Setificio Leuciano, che ha appunto sottolineato la missione produttiva della giovane azienda (sette mesi appena di vita) volta alla conquista di spazi e mercati nuovi o, in ogni caso, non sufficientemente esplorati.
La necessità di fare sinergia tra università e industria, rimasto il più delle volte vuoto slogan sui tavoli dei convegni – hanno sottolineato dal loro canto i partecipanti al dibattito – grazie al Setificio Leuciano assume, forse per la prima in questo territorio, i contorni di una esperienza concreta, anzi un vero e proprio progetto produttivo. Una sfida industriale, appunto. “Il nostro territorio è in larga parte da recuperare e ricostruire – ha sottolineato Baldascino, che si occupa di economia sociale – e questa esperienza, ovvero, il dialogo costruttivo e concreto tra centri del sapere e centri di produzione, fornisce un’indicazione da seguire per emancipare definitivamente i nostri luoghi dal giogo della camorra”.
Ad illustrare i capi di moda e i tessuti realizzati sono stati direttamente i giovani designer e, in particolare, Giulia De Martino per il team di “Fashion design” (il progetto “TWINE” è stato proposto con gli studenti Rosa Annamaria Funaro, Emanuela Mammanella, Alessandro De Pasquale e Giuseppina Santagata); ed Elena Cioffi e Gabriella Del Core per i progetti “Product Design” (SOUL SILK PAPER e COMPOSITE WALL realizzati con Adele Impinto, Fabio Mauro, Rossella Ragosta, Martina Venturelli, Angela Buonanno, Giovanna D’Avino e Pietropaolo Verazzo).
La mostra resterà aperta al pubblico nei giorni 78 luglio dalle ore 17,00 alle ore 19,00 e il 9 luglio dalle ore 9,30 alle ore 12,00.

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