venerdì 28 ottobre 2016

LA NOTIZIA DEL GIORNO

LA NOTIZIA DEL GIORNO

L’allerta dei sismologi: "Ora la faglia è più instabile"

Sono quasi 5mila le persone senza casa, sistemati in tende e palazzetti. A Fabriano usate anche carrozze dei treni. Curcio: "Si cercano altre soluzioni". Renzi a Camerino: "No inverno nelle tende”. Scuole ancora chiuse in tutte le aree colpite. Case sbriciolate, monumenti danneggiati: il suolo si è abbassato di mezzo metro. Sky TG24 nella zona rossa di Visso


Seconda notte da sfollati per quasi 5.000 persone dei comuni colpiti dal sisma del 26 ottobre tra Marche e Umbria. Dalla mezzanotte sono state finora circa 100 le repliche di magnitudo non inferiore a 2, la più forte delle quali di 3.5 gradi alle 4:13 in provincia di Macerata a dieci chilometri da Ussita e tre da Fiordimonte e Fiastra. Poi un'altra alle 5, sempre nel maceratese di magnitudo 3.4. Ieri sera, a causa di una delle forti scosse, è crollato il timpano della chiesa del convento delle suore benedettine ad Amandola (Fermo), dove il terremoto del 24 agosto aveva già provocato danni e il crollo parziale di un'ala dell'ospedale. Le scuole rimarranno chiuse fino al 31 ottobre, per consentire i sopralluoghi e le verifiche sulla loro sicurezza. Preoccupano letemperature basse e le frane dovute alle continue scosse. Oggi i primi dati tecnici dell'Ingv saranno presentati alla commissione Grandi rischi. Scuole chiuse anche oggi in molti comuni.
Migliaia di sfollati
Il sisma del 26 ottobre non ha fortunatamente causato vittime. ma diversi centri storici risultano inagibili. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha parlato di "miracolo". Gli esperti danno il merito agli interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati fatti in seguito al terremoto che nel 1997 colpì Umbria e Marche. In tanti hanno però dovuto lasciare le proprie abitazioni, soprattutto nei comuni più colpiti: Ussita, Camerino, Visso, Castelsantangelo sul Nera, dove la quasi totalità dei paesei sono zona rossa. Si stimano tra i 4 ed i 5mila gli sfollati. Il numero generalmente sale nei primi giorni, quando in molti si rifiutano di rientrare per paura pur senza avere la casa danneggiata, ma poi si assesterà.
Iniziati i trasferimenti
Alcuni gruppi di terremotati sono già stati trasferiti negli alberghi della costa e nei prossimi giorni ci saranno altri trasferimenti. E, in vista dell'inverno, è stata scartata l'ipotesi di allestire tendopoli. "La linea - ha spiegato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio - è quella di portare le persone negli hotel per poter immaginare poi soluzioni temporanee con più tranquillità". Per la Protezione Civile non è facile trovare una sistemazione adeguata e duratura per così tante persone che non vogliono allontanarsi dalla propria casa. Le ferrovie dello Stato hanno messo a disposizione nella stazione di Fabriano cinque carrozze letto con oltre 200 posti disponibili per ospitare gli sfollati. I vagoni saranno posizionati sul binario 1, direzione Foligno.

Renzi: “Dobbiamo ricostruire
Il governo ha deciso lo stato d'emergenza e stanziato 40 milioni. Renzi, visitando Camerino, si è impegnato. "Dobbiamo ricostruire - ha detto - presto e in modo serio. Sono ottimista che riusciremo a farlo". E per dare respiro ai terremotati, l'Autorità per l'energia ha sospeso con un provvedimento d'urgenza il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua, emesse o da emettere a partire dal 26 ottobre.
Gli esperti: “Altre scosse”
Il terremoto del 26 ottobre è "sicuramente collegato a quello del 24 agosto scorso nel Reatino: se non ci fosse stato il primo, quello tra Perugia e Macerata probabilmente sarebbe arrivato fra 10 o 100 anni". I sismologi non hanno dubbi: a scatenare i due eventi sismici, spiega Alessandro Amato dell'istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), sono state due faglie contigue e in continuità. “Ora -  aggiunge -  dobbiamo capire se i terremoti si trovano su due faglie distinte oppure su due segmenti della stessa faglia”. Una cosa è certa; la faglia è più instabile e il suolo, conferma il presidente dell'Ingv Carlo Doglioni, si è abbassato di mezzo metro.
Effetto domino
I terremoti, così frequenti nell'Italia Centrale, sono dunque generati da faglie- ovvero fratture della crosta - relativamente piccole. Ed è  all'interno di questo complesso sistema che entra in gioco quello che si può essere definito un "effetto domino". La frattura, ogni volta che si attiva e genera un forte terremoto, va a perturbare porzioni ancora intatte della stessa faglia o di altre minori circostanti. Può quindi accadere che le faglie più piccole che si trovano nelle vicinanze si rompano a loro volta, generando altri terremoti, ossia le repliche del terremoto principale. Intanto continua lo sciame sismico, con scosse anche forti.
“Stiramento della crosta terrestre”
Ogni terremoto che avviene nell'Appennino può quindi interessare "tante faglie diverse", tutte generalmente orientate nella direzione che va da Nord-Ovest a Sud-Est. Il risultato è un movimento di tipo estensionale, ossia una sorta di 'stiramento' della crosta terrestre in corrispondenza dell'Appennino con un conseguente allargamento dell'Italia Centrale. E' un fenomeno che avviene in modo graduale ma inesorabile, ad una velocità di qualche metro per millennio, lungo tutto l'arco che da dalla Lunigiana allo Stretto di Messina. E' un sistema ormai noto ai sismologi, anche se "delle incognite ci sono sempre", ha osservato il sismologo Gianluca Valensise. La faglia che si è attivata il 26 ottobre, per esempio, io, non aveva mai dato chiari segnali di attivazione, ne' se ne avevano notizie certe sulla base dei terremoti storici.
Integro il manoscritto de L’infinito dei Leopardi
Sono sopravvissuti intatti alle scosse nonostante il Palazzo dei Governatori a Visso, una delle zone maggiormente colpite dal sisma del 26 ottobre, fosse stato già danneggiato dal terremoto del 24 agosto scorso. Ventisette i manoscritti di Giacomo Leopardi che, fortunatamente, non hanno subito danni. Tra questi c’è anche la versione originale de L’Infinito e de La sera del giorno festivo, oltre a sei idilli, cinque sonetti, l’epistola al Conte Carlo Tiepoli e quattordici lettere scritte tra il 1825 e il 1831. I manoscritti saranno trasferiti nella città di Bologna per essere conservati senza ulteriori rischi. Lo ha annunciato il sindaco Virginio Merola, che ha spiegato come “con il sindaco di Visso, Macerata, abbiamo già un rapporto. Ospiteremo i manoscritti di Leopardi qui a Bologna e attorno a questo daremo tutta la solidarietà che come cittadini sapremo dare”.

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