Maddaloni, Il Centro Studi Francescani si prepara a Celebrare la diversità e la ricchezza del
patrimonio europeo
MADDALONI (Caserta) – Riprendono
con l’incontro di Venerdì 15 settembre alle ore 20 presso la sala conferenza
del Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture a
Maddaloni, gli incontri del sodalizio
impegnato nel dialogo interreligioso.
Infatti, dopo la pausa estiva,
riprendono le attività del Centro Studi Francescani per il Dialogo
interreligioso e le Culture a Maddaloni (Ce). Come sempre, il direttore, fra
Edoardo Scognamiglio, teologo e filosofo, impegnato in più ambiti della ricerca
accademica per il dialogo con le altre religioni e in particolare con l’islam,
insieme ai soci del Centro Studi, presenta un ventaglio di proposte molto ampio
per i laboratori di formazione al dialogo, alla pace, all’integrazione,
all’accoglienza, al confronto fraterno con le altre comunità religiose e
multietniche che vivono sul nostro territorio.
D: In che cosa si
caratterizzano, quest’anno, le offerte formative del Centro Studi?
R: «Nel 2018 si celebrerà l’Anno
internazionale del patrimonio europeo che ha questo motto: Celebrare la diversità e la ricchezza del patrimonio europeo. Il
2018 sarà anche l’Anno dedicato al cibo italiano nel mondo. Ci è sembrato
giusto ripartire con un programma che inglobasse la diversità a tutti i
livelli: Celebrare la diversità e la
ricchezza non solo del nostro patrimonio europeo. Ognuno di noi è diverso,
è altro. Portiamo dentro di noi una ricchezza originalissima, un patrimonio
genetico, culturale, spirituale, umano, biologico e simbolico che ci
contraddistingue da qualsiasi altra creatura vivente e da ogni altra persona.
Noi siamo una vera ricchezza a noi stessi. È da salvaguardare non solo il
patrimonio artistico-culturale dell’Europa. Sono da custodire e da accogliere anzitutto
i suoi abitanti, tutti i cittadini del vecchio continente insieme ai migranti,
agli stranieri, ai profughi, ai pellegrini, ai turisti e ai viaggiatori del
tempo che si spostano da un Paese all’altro per i motivi più disparati:
turismo, viaggi di lavoro, studio, ricerche, ecc… Le diversità del cibo, delle
pietanze, delle lingue, delle culture, dei popoli, delle religioni, rivelano il
vero patrimonio dell’umanità: siamo una sola e bella e grande famiglia che
abita il Pianeta Terra, per cui la ricerca della pace, della convivenza
fraterna e pacifica è un desiderio auspicabile e un bene da salvaguardare e da
promuovere.
Formare all’accoglienza, al
dialogo, al rispetto delle diversità, alla pace, alla salvaguardia del bene
comune, del nostro patrimonio (non solo artistico o culturale) è un impegno che
non ha termine… L’intera nostra esistenza deve essere spesa per la formazione
alla comunione, al rispetto, alla fraternità, alla pace».
D: Non sembra
troppo utopico e poetico il vostro progetto di formazione rispetto ai fatti
internazionali che rivelano sempre di più forme di violenza religiosa, di
razzismo, d’intolleranza, di chiusura verso l’altro?
R: «La sfida che si pone dinanzi a noi
è di celebrare non solo la diversità e la
ricchezza del nostro patrimonio europeo, ma delle persone, delle comunità,
delle fedi, delle culture, dei popoli in movimento, dell’Altro che ogni giorno
incontriamo per strada e ha bisogno del nostro soccorso, di sostegno, di
accoglienza, di perdono, di amore… Ci muoviamo nella prospettiva di una Chiesa
in uscita, di un Centro aperto e disponibile a incontrare, a formare, a
dialogare, a mettersi in discussione, a non avere paura dell’Altro che è sempre
nostro fratello, nostra sorella, presenza e traccia di Dio in mezzo a noi.
Papa Francesco ci ha chiesto in mille modi e momenti diversi di aprirci
all’altro, di non avere paura del confronto, e di essere generosi
nell’accoglienza, nel servizio da rendere alle persone più povere e bisognose.
L’attenzione va ai migranti, ai profughi, ai senza tetto, a chi non ha più
nessuno a questo mondo e si sente solo. Ci è sembrato importante collaborare
con i responsabili locali di Migrantes per meglio favorire l’integrazione con i
migranti sul nostro territorio, come pure offrire gratuitamente un corso di
lingua italiana per chi non conosce niente della nostra lingua e della nostra cultura.
Sono importanti anche i soccorsi di prima accoglienza e la collaborazione con la
Caritas.
Ogniqualvolta i mass-media trasmettono notizie di morte, di violenza,
di attentati terroristici di matrice religiosa, noi sentiamo sempre di più il
bisogno di continuare nella formazione al dialogo e all’incontro fraterno.
Spesso ci sentiamo inutili, possiamo cioè sperimentare un profondo senso
d’impotenza, ma davanti al male e alla violenza occorre prendere posizione e
reagire sempre con il bene, con la ricerca della verità, della giustizia e del
perdono. Poter parlare ai giovani, condividere con gli studenti un messaggio di
pace, formare le nuove generazioni al rispetto delle diversità attraverso i
laboratori di ricerca rappresenta per noi la semina, un germe di speranza. Se i
semi del bene, i germi della pace e del rispetto sono piantati nel cuore dei
giovani al posto del lievito della violenza e dell’intolleranza, del razzismo e
del terrorismo, allora avremo un futuro migliore, garantiremo ai bambini e alle
nuove generazioni un mondo più giusto. Per questo, non dobbiamo scoraggiarci
dinanzi alle notizie di morte e di violenza per motivi religiosi. Al
terrorismo, alla violenza non solo religiosa, si risponde con la formazione al
dialogo, al perdono, alla giustizia, alla carità…».
D: Quali sono gli obiettivi dei vostri laboratori?
R: «Gli obiettivi
principali di questo Anno europeo sono: promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la
coesione sociale; evidenziare il contributo economico offerto dal patrimonio
culturale ai settori culturale e creativo, compreso per le piccole e medie
imprese, e allo sviluppo locale e regionale; sottolineare il ruolo del
patrimonio culturale nelle relazioni esterne dell’Unione Europea, inclusa la
prevenzione dei conflitti, la riconciliazione postbellica e la ricostruzione
del patrimonio culturale distrutto.
Il Centro Studi Francescani, a livello locale, può contribuire molto,
con varie iniziative ed eventi, per promuovere il dibattito, per sensibilizzare
all’importanza e al valore del patrimonio culturale e a facilitare il
coinvolgimento di cittadini e portatori d’interessi, come altresì favorire
informazioni, esposizioni e campagne d’istruzione e sensibilizzazione per
trasmettere valori quali la diversità e il dialogo interculturale e
interreligioso».
D: Quali sono i Forum che proponete quest’anno?
R: «Quest’anno l’attenzione è posta a due Forum molto
importanti.
Il primo, a carattere bioetico e antropologico, riguarda il diritto
delle persona ad essere tutelato, ad essere felice, a stare bene al mondo: ci
muoviamo tra la vita e la morte, tra il “venire-dare alla luce” e il “chiudere
gli occhi”. È la storia del nostro vissuto.
Il secondo, invece, costituisce un osservatorio permanente sulla nostra
città e tocca temi e problematiche di grande attualità: gli spazi pubblici, la
politica, la crisi economica, le risorse, le sfide più urgenti che si
presentano sul nostro territorio (criminalità, inquinamento, povertà). Ci siamo
abituati alla bruttezza. Siamo stati sopraffatti dal “lasciar correre”, dal
sentimento della rassegnazione, dimenticando il fascino del bello, lo splendore
della bellezza che passa per l’accoglienza, i modi gentili, il senso civico, il
decoro, l’arte, la creatività dell’ingegno artistico e del genio poetico. Gli
spazi pubblici della città si possono attraversare e vivere in tanti modi… La
professoressa Maria Rosaria Rienzo, già responsabile del Museo civico di
Maddaloni, ci aiuterà, in un percorso serale, a riscoprire i tesori nascosti
dell’Urbe: chiesa, conventi, monasteri, ruderi, reperti archeologici…
Il 2018 sarà anche l’Anno del cibo italiano nel mondo, da sempre fiore
all’occhiello e patrimonio del nostro Paese. Sempre valido il detto: “dimmi
come mangi e ti dirò chi sei”. Il cibo raccoglie una serie di valori, tante
storie e tradizioni delle nostre città, e diventa qualcosa di sacro, che genera
comunione, felicità, festa, cultura, profitto. Il
cibo invita a riflettere sulla bio-diversità come un vero patrimonio da
difendere, così pure sull’importanza degli spazi agricoli, dell’ambiente in
genere, delle risorse a disposizione sul nostro territorio. Il cibo è anche
indice della valorizzazione dei luoghi e delle tradizioni, anche di quelle
religiose. Nel Forum dedicato alla città sarà posta attenzione anche alle
risorse agricole locali e ai problemi concretissimi e seri di inquinamento
ambientale. Nell’antica Terra di lavoro, oramai Terra dei fuochi, si muore
molto spesso e, con facilità, di cancro: è necessario riscoprire la
multifunzionalità che intercorre tra ambiente, società e salute».
D: Ci sono proposte
particolari per i giovani?
R: «Il 2018 è, per volere di papa
Francesco, l’Anno dedicato ai giovani: ci sarà, infatti, un Sinodo che la
Chiesa celebrerà per loro in ottobre. L’attenzione al mondo giovanile, risorsa
delle nostre città, colonna di ogni possibile futuro umano, è da noi richiamata
attraverso i laboratori di formazione al Dialogo, all’Accoglienza, al Teatro,
alla Musica, all’ascolto della Parola di Dio mediante la Lectio.
Sono da segnalare i momenti di preghiera (il 27 di
ogni mese) che celebrano e tengono acceso lo “Spirito di Assisi”, quello
storico incontro del 27 ottobre 1986, quando san Giovanni Paolo II accolse i
leader delle religioni mondiali nella città di san Francesco per invocare la
pace e la fine di ogni guerra. Lo “Spirito di Assisi” è una grande profezia per
gli uomini e le donne del nostro tempo che cercano, con tutto il cuore, di
vivere assieme e di impegnarsi concretamente, ogni giorno, per la pace,
l’unità, il dialogo tra i popoli e le nazioni, le religioni e le diverse
confessioni cristiane. Nonostante la paura per nuovi attentati in Europa e nel
mondo e i pregiudizi e le resistenze che toccano le nostre famiglie e le
comunità per l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati, la ricerca del dialogo
e della fraternità universale, insieme alla buona pratica cristiana
dell’accoglienza, rientrano tra le attese e le speranze di quanti hanno scelto
di fare dell’amicizia fraterna, sull’esempio del Poverello d’Assisi, il loro
stile di vita».
Ringraziamo fra Edoardo Scognamiglio per averci
dedicato il tempo per questa intervista e per quanto riesce a realizzare con il
Centro Studi Francescani per il Dialogo Interreligioso e le Culture con sede in
Maddaloni.
Per maggiori informazioni e adesioni
ai Forum, ai laboratori e alle attività in genere è possibile contattare il
Centro Studi Francescani per il dialogo interreligioso e le culture
rivolgendosi presso la segreteria che ha sede nella chiesa di San Francesco
d’Assisi in Via San Francesco d’Assisi, n. 117 a Maddaloni (Caserta).
Per contattare la segreteria i recapiti sono: Telefax
0823434779; Cell. 3472968637 E-mail: edosc@libero.it
mentre il portale web è www.centrostudifrancescani.it
o la pagina social https://www.facebook.com/centrostudifrancescani/
.
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