martedì 21 aprile 2020

AORN di Caserta. Sono 1103 i tamponi nasofaringei e 900 i test rapidi eseguiti sui lavoratori.


Caserta, martedì 21 aprile 2020

Comunicato stampa



AORN di Caserta. Sono 1103 i tamponi nasofaringei e 900 i test rapidi eseguiti sui lavoratori.



«Sono 900 i lavoratori dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta che sono stati sottoposti, mediante tampone nasofaringeo, a sorveglianza sanitaria per il rischio da COVID-19. Per alcuni sono stati effettuati controlli ripetuti, raggiungendo così un numero totale di 1103 tamponi eseguiti e processati alla data del 20 aprile».
A riportare questi dati è proprio il Commissario Straordinario dell’AORN di Caserta. l’avvocato Carmine Mariano, che aggiunge: «Abbiamo anche effettuato circa 900 test rapidi, sempre ai nostri dipendenti, e oltre cento al personale dell’impresa di pulizia, vigilanza, manutenzione, mensa, lavanolo. Inoltre, sin dai primi giorni sono stati forniti set di DPI, i dispositivi di protezione individuale, in conformità alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, sono stati da subito definiti percorsi e procedure, via via aggiornate».
È il medico competente aziendale, il dottor Giovanni Rossi, a entrare nel dettaglio dei risultati: «Sette i lavoratori risultati positivi e due con gene N positivi asintomatici posti in quarantena precauzionale. L’indagine epidemiologica ha permesso di evidenziare che dei sette casi positivi tre sono sicuramente riconducibili a contagio avvenuto all’esterno dell’ospedale, in quanto rientravano da viaggi dal nord Italia. Pertanto, si può dichiarare l’assenza di focolai infettivi all’interno dell’AORN di Caserta sia per le ottimali procedure di gestione dei pazienti da parte del personale delle unità operative che accolgono gli ammalati COVID-19, sia per la puntuale applicazione della procedura di sorveglianza sanitaria a tutela dei lavoratori. Si assicura che continuerà la sorveglianza sanitaria in modo assiduo, portando in breve tempo a compimento la prima fase, con tamponi per tutto il personale, anche delle unità operative meno a rischio, e ripetendo periodicamente la procedura per il personale delle strutture ad alto rischio».

L’addetto stampa (Enzo Battarra)

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