ROMA
– La lotta al coronavirus in Campania continua
ad esser vittima del grave stato in cui versa il sistema sanitario regionale,
come confermato dalle affermazioni di Matteo Salvini. Il senatore Claudio Barbaro (in forza alla Lega,
eletto nelle provincie di Avellino, Benevento e Caserta) ha interrogato, dopo
precedenti e numerosi interventi, nuovamente il Ministro della Salute, Roberto
Speranza, presentando al Governo il caso degli ospedali sanniti di Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo (i
cui lavori di costruzione sono iniziati nel 1957) ad oggi chiusi, e per i quali
sono state già spese ingenti risorse pubbliche, mentre l’ospedale di Sant’Agata de Goti potrebbe essere certamente
implementato.
«È
quanto mai necessaria la riapertura dell’ospedale di Cerreto Sannita – si legge
nella nota – chiuso nel 2009 benché servisse un bacino di circa 70.000 persone.
Dal 2009 ad oggi la struttura è stata completamente ristrutturata, sono stati
spesi diversi milioni di euro, è stato costruito anche l’eliporto. L’ex
ospedale oggi viene sfruttato al 20 per cento delle proprie possibilità, in
particolar modo per servizi secondari della sanità. In questo momento di
emergenza nazionale, mentre la Regione Campania sta provvedendo a costruire
nuovi ospedali da campo a Napoli, Caserta e Salerno, il Sannio e l’Irpinia
avrebbero invece bisogno di un piano strategico per la presente emergenza e per
il futuro, prima di un’eventuale recrudescenza della pandemia, e di una
risposta sul tema della sanità, dopo tutti i tagli che hanno dovuto subire».
Potenziare
la sanità del Sannio, in un momento così difficile, risulta determinante anche
perché il presidio ospedaliero «Frangipane» di Ariano Irpino è oggettivamente
allo stremo e non può fornire assistenza ai paesi contigui.
Il
sen. Barbaro chiede al Ministro di mettere in atto gli atti necessari
«finalizzati all’effettiva possibilità di utilizzare interamente l’ospedale di
Cerreto Sannita, con la predisposizione di posti per la terapia intensiva, di
potenziare il “San Pio” di Benevento e, finalmente, concludere l’incredibile
lungaggine che vede protagonista il presidio ospedaliero di San Bartolomeo in Galdo».
Nessun commento:
Posta un commento