24 ottobre – 7 dicembre 2013
Napoli,
Palazzo Reale
AICA|Andrea
Ingenito Contemporary Art
Achille Perilli torna a Napoli con la personale Dei modi del dipingere l’invisibile, che dal 24 ottobre 2013 sarà allestita nell’Ambulacro
dell’Appartamento Storico di Palazzo Reale e continuerà negli spazi espositivi della galleria AICA|Andrea Ingenito Contemporary Art.
L’esposizione comprende
le opere pittoriche a partire dagli anni Cinquanta ad oggi, le ceramiche,
chiamate Distorti, e le inedite Tegole pompeiane, così denominate dal
maestro, presentate a Palazzo Reale.
Questa parte
dell’esposizione, curata da Patrizia Di Maggio, esporrà in uno dei più
rappresentativi monumenti cittadini i bassorilievi in terracotta policroma
creati dall’artista nel laboratorio della Fornace Falcone di Montecorvino Rovella a partire dal 1996.
Ispirate agli elementi di
copertura delle insulae degli scavi di Pompei, le tegole, realizzate secondo i
più tradizionali procedimenti artigianali, sono un gruppo omogeneo di piccole e
raffinate sculture con le quali Perilli ha inteso richiamarsi alla storia e
alla tradizione archeologica e artistica di Napoli, al cui fascino il maestro
non ha potuto sottrarsi.
Il progetto complessivo
della mostra, ideato da Andrea Ingenito, riunisce alcune delle più interessanti
opere dell’artista, del quale intende documentare la poliedrica produzione, che
parte dagli anni fondamentali del Gruppo “Forma 1” (1947) e giunge fino ad
oggi: «un’arte al passo con il tempo, che si evolve e si materializza senza mai
perdere il contatto con la manualità», come lo stesso Perilli ha di recente
affermato.
La selezione delle opere
ha inteso infatti favorire un dialogo tra la riflessione sullo spazio, espressa
nelle tele, e quella sul tempo delle sculture, evidenziando l'evoluzione e la
molteplicità di interessi di uno dei maestri dell’arte del Novecento.
I dipinti testimoniano
quanto lo studio della costruzione geometrica dello spazio e della sua
percezione sia costante e appassionato nell’arte del maestro: partito dalle
rigorose strutture dell’Arte Concreta, ne ha sviluppato le premesse attraverso
l’uso creativo della prospettiva e della geometria, fino a rendere ogni tela un
labirintico spazio pittorico.
I Distorti nascono dalla seduzione esercitata su di lui dall’argilla e dall’atavico
processo di lavorazione e cottura, e trovano un significativo completamento
nella memoria storica e archeologica rappresentata dalle Tegole pompeiane.
In occasione
dell’inaugurazione, all’AICA sarà presentata la videointervista concessa dal
maestro alla giornalista Livia Iervolino nella sua casa studio di Orvieto e
realizzata esclusivamente per la mostra dal videomaker Pasquale
Napolitano.
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Note biografiche |
Achille Perilli (Roma, 1927) esordisce
giovanissimo, nell’immediato dopoguerra, ed è tra i fondatori del gruppo “Forma
1”, di cui sottoscrive il manifesto (apparso sul primo numero della rivista
omonima) insieme a Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato.
Nel 1949
aderisce al MAC (Movimento per l’Arte Concreta) con Bruno Munari, Atanasio
Soldati e Gianni Monnet. Negli anni successivi (1957 al 1960) condivide con
Gastone Novelli la direzione della rivista “L’esperienza moderna” e fonda la
rivista “Grammatica” (dal 1964 al 1976), a cui aderiscono - tra gli altri - i
poeti del “Gruppo 63”.
Sempre a contatto con gli ambienti culturali
più all’avanguardia, nel 1971 scrive il Manifesto della Folle Immagine nello
Spazio Immaginario; nel 1972 partecipa alla costituzione del “Gruppo Altro”
dando origine ad una ricerca sul linguaggio “intercodice” (basato cioè sulla
fusione dei tradizionali linguaggi specifici artistici), e nel 1982 pubblica il
manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico.
Ha al suo attivo la partecipazione alle
Biennali di Venezia del 1962 e del 1968, e numerose mostre nazionali e
internazionali. Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Personalità poliedrica, Perilli intesse da
sempre con letterati, musicisti, uomini di teatro e poeti, rapporti che
continuano a contribuire alla straordinaria ricchezza del suo linguaggio.
Partita da composizioni astratte in
continuità con la tradizione della Avanguardie europee, la sua arte è in
continua evoluzione, dalla pittura del segno alle sperimentazioni geometriche,
dalle machinerie ovvero strutture mutanti determinate da una metodologia
irrazionale, alle ceramiche (i Distorti), dalle sculture in terracotta
denominate Argille a quelle in legno dette gli Alberi.
Fonte: comunicato stampa
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