MATTINATA DI FESTA A
CASERTAVECCHIA
LA MUSICA POPOLARE DEI TARANTERRE
E IL RITORNO DELLA CONTESSA
SIFFRIDINA
LA
DOMENICA DEL BORGO TRA MUSICA E TEATRO, RICORDANDO MESOLELLA.
Splende il sole sulla Domenica del
Borgo: un clima dolce e piacevole ha accolto i tanti che, da questa mattina, hanno
affollato una Casertavecchia più festosa del solito, grazie al nutrito cartellone
di “Settembre al Borgo”. A dare inizio alla lunga giornata di eventi i Taranterrae,
gruppo di musica popolare che dal 1996 propone una rilettura
dei suoni della tradizione campana e mediterranea in genere. In tipico costume da
cantori, la formazione ha fatto ballare piazza del Vescovado con Villanelle,
Tammurriate, Tarantelle, Fronne, Moresche e Pizziche. Gli artisti che
compongono il gruppo, prevalentemente casertani, si sono formati nel
laboratorio dell'Accademia "L'Isola" di Caserta, dove periodicamente
vengono ospitati personaggi noti della tradizione popolare e testimoni viventi
del grandissimo patrimonio canoro del bacino del Mediterraneo. Qui sta
nascendo, grazie al loro lavoro di ricerca che dura da 20 anni, il primo
Atlante della musica popolare di Terra di Lavoro. “Siamo qui, oggi, perché anche Fausto Mesolella, a cui questo
festival è dedicato, ha ripreso ed eseguito, nella sua carriera, tanti brani
della musica popolare del Sud – raccontano i Taranterre, citando la
“Tarantella del Gargano” - Inoltre ha sempre cercato di collaborare e
valorizzare gli artisti del posto, con quella chitarra che per noi è la base
della musica”.
Deciso
cambio di registro con l’evento successivo, per assistere al quale ci si è
spostati in Cattedrale: solo per Settembre al Borgo è tornato a svelarsi agli
occhi del pubblico il fantasma di Siffridina Gentile, la contessa di
Casertavecchia. La giornalista e scrittrice Francesca Nardi ha messo in scena con la regia di Rino Della Corte e la chitarra di Antonello Musto una “intervista
impossibile” alla consuocera di Federico II di Svevia.
Nei panni della giornalista Maria Angela
Robustelli Tavassi, attrice dai natali napoletani ma ormai perennemente in
tournèe. Non a caso racconta: “Era tanto
tempo non tornavo a Caserta, sono stata per tre anni impegnata con Peppe e Tony
Servillo nei teatri di tutt’Italia con “Le voci di dentro” e proprio in
quell’occasione ho avuto modo di conoscere Fausto Mesolella. Ricordo un uomo di
poche parole ma di immensa grandezza, anche ribelle, se vogliamo, oltre gli
schemi. Oggi è qui, la sua chitarra è qui e suona attraverso quella del maestro
Musto che ci ha accompagnato in Siffridina – continua Maria Angela – Una storia bellissima che ho conosciuto
grazie alla penna palpitante di Francesca Nardi. Mi auguro davvero che questo
progetto abbia un seguito”. Chi invece la storia dell’austera contessa di
Casa Hirta la conosceva già è la giovane attrice che l’ha interpretata, Angelica Greco. “Sono di Caserta e so che Francesca cercava una casertana per la sua
Siffridina. Io vengo dal teatro classico, infatti sono stata scelta dopo essere
stata la protagonista di “Medea”: ogni volta è una sfida nuova e in questa,
nella mia città, mi ci sono buttata con il cuore. Il personaggio che ho avuto
l’onore di interpretare, in un cartellone tanto importante, dovrebbe essere
d’esempio per tanti di noi: forte, riservata nella sofferenza, di grande contegno,
Siffridina preferisce restare anche in situazioni complicate. Un monito per
noi, perché restare è più difficile che scappare”. In religioso silenzio e
grande attenzione il pubblico – anche in piedi – di una Cattedrale strapiena ha
seguito il racconto-denuncia della contessa Siffridina, intervallato dalle note
della “sinfonia” proposta da Antonello
Musto su musiche originali di Fausto Mesolella. Per lui, mentre il pubblico
regalava applausi scroscianti, un bacio verso il cielo e due parole salite dal
cuore – “Per me Fausto era tutto”- e
lacrime del cuore, che hanno sigillato come meglio non sarebbe potuto accadere
un momento di grande emozione che il Festival ha voluto e saputo regalare.
Comunicato
n.21 del 03.09.2017
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