“Come può
un candidato alla segreteria nazionale del PD come Marco Minniti, che stimo
profondamente, proporsi alla segreteria del PD attraverso una raccolta di firme
di sindaci? Non so nel resto d’Italia, ma in Campania, attraverso questa
operazione gestita dai soliti capi corrente, operazione che certo non gioverà
nè al Pd, nè a Minniti, si trasmette sempre lo stesso film, i cui registi
mostrano di non aver ancora compreso il senso della rivoluzione che ci ha
travolti”.
A
chiederselo Camilla Sgambato, componente della direzione nazionale del Pd
vicina alle posizioni dell’ex ministro Andrea Orlando, che si rivolge
direttamente al candidato alla segretaria nazionale del partito Minniti.
“Un’operazione
trasversale, che vede le firme di sindaci di centro destra, o di civici
che governano con Fratelli d’Italia e con la Lega, che alle europee ed alle
politiche voteranno, come hanno sempre fatto, per la destra, oggi già a guida
Salvini, ma che sentono la chiamata alle armi del governatore De Luca e dei
suoi consiglieri regionali, alcuni già transitati a destra, per decidere le
sorti interne del Partito Democratico.
Apriamolo
un dibattito sul nostro partito, in Campania e a Caserta in particolare.
Chiediamoci perché si raccolgono le firme dei sindaci e non si coinvolgono
invece i segretari di circolo, i militanti ormai rassegnati all’agonia del
partito che sentono loro, quelli che con grandi sacrifici portano ancora la
bandiera di un partito, usato soltanto per costruire carriere personali,
maggioranze improbabili, giochi di potere e posizionamenti.
La gente,
quella che sta a guardare allibita, è veramente stufa.
Dove un
dibattito, un confronto, anche duro, sui temi, sui problemi veri?
Ma davvero
cari amici credete che sia possibile condizionare il voto per un congresso di
partito attraverso sindaci estranei al partito stesso?”, conclude Sgambato
(Pd).
Caserta,
21.11.2018
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