ACERRA
(Napoli) – La Diocesi di Acerra, per il secondo anno consecutivo, ha vissuto e
celebrato con intensità dal 18 al 25 gennaio 2020 la Settimana di Preghiera per
l’Unità dei Cristiani, in particolar modo, con l’appuntamento inaugurale di
sabato 18 gennaio 2020 nella chiesa di San Nicola Magno in Santa Maria a Vico
coinvolgendo i rappresentanti delle chiese cristiane della Campania.
È
importante sottolineare come, nonostante la Diocesi non sia stata storicamente
impegnata nel coinvolgimento diretto di questo tipo di iniziative, per il
secondo anno consecutivo la comunità si è lasciata coinvolgere, infatti, erano
presenti catechisti, animatori liturgici, famiglie e soprattutto giovani
cresimandi ai momenti calendarizzati e in particolare il giorno 18 gennaio.
L’organizzazione è stata curata dal prof.
Pietro De Lucia, delegato dell’ufficio ecumenico della Diocesi di Acerra, e
dal Teologo prof. don Edoardo
Scognamiglio, delegato dell’ufficio ecumenico della Diocesi di Caserta e
neopresidente del Consiglio Regionale
delle Chiese cristiane della Campania. All’evento sono intervenuti e hanno
dato il proprio prezioso contributo il pastore Franco Mayer della chiesa valdese
e metodista di Napoli, e la dottoressa Elisabetta Kalampouka del patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Accoglienza
calorosa poi è stata riservata al Vescovo
di Acerra, mons. Antonio Di Donna
che ha dato il benvenuto alla comunità diocesana impegnata nella settimana di
Preghiera per l’Unità dei Cristiani che
ha avuto come tema «Ci trattarono con gentilezza» (At
28,2).
Il
pastore Franco Mayer, in particolare, ha evidenziato la figura di Paolo, il
quale prima della sua conversione era un uomo rispettato, osservante della
legge, un fariseo zelante. Dopo l’incontro con il Risorto (At 9), la vita di
Paolo cambia radicalmente. Infatti, l’apostolo delle genti conosce la
persecuzione, l’isolamento, la tribolazione, l’arresto e la morte. Ma lo stesso
Paolo, durante il suo viaggio verso Roma, da prigioniero, naufragando sull’isola
Di Malta, conosce cosa vuol dire essere accolti, trattati “con gentilezza”,
fino ad arrivare a dire “ci trattarono con rara umanità”. A distanza di secoli
dobbiamo chiederci, aggiunge il pastore, dove sta andando l'umanità? quali sono i suoi riferimenti? Cosa facciamo
noi cristiani, qual è il nostro contributo?
Per
ciò che concerne l’intervento della dottoressa Elisabetta, ortodossa, anche lei
ha ripreso il viaggio di Paolo verso Roma, viaggio naufragato a Malta, e si è
chiesta: come ci poniamo verso lo straniero? Rappresenta un pericolo o una
ricchezza? Proviamo un sentimento di filantropia o altro? Cosa è diventato il
mediterraneo?
È
dunque intervenuto il Vescovo di Acerra che ha esordito dicendo che,
personalmente sente che lo Spirito sta soffiando è innegabile che tra i
cristiani le cose stanno cambiando. Ed ancora che negli ultimi anni c’è un
crescendo di iniziative, di cose fatte, ma soprattutto di un dialogo, di un
confronto sempre più urgente, necessario. Ha evidenziato, poi, che come
cattolici non possiamo rinunciare al primato di Pietro e che avverte che, anche
nel mondo ortodosso, pare ci sia il bisogno di una certa unità intorno ad un
solo riferimento.
Infine,
vi è stato l’intervento di don Edoardo Scognamiglio, il quale ha evidenziato l’importanza
della gentilezza, dell’accoglienza e del remare tutti insieme (la barca con i
remi era il segno scelto per quest'anno) nella stessa direzione. Lo stesso teologo ha
portato il saluto del Consiglio regionale delle Chiese Cristiane della
Campania, da lui presieduto.
Forte
è stato il riscontro e il momento di condivisione tra i relatori e i
partecipanti in esito all’incontro voluto e realizzato nella diocesi di Acerra,
grazie particolarmente al lavoro del delegato diocesano, prof. Pietro De Lucia che
opera in tal senso con il forte sostegno del Vescovo, perché il dialogo ecumenico sia sempre più una
realtà.
Tra
l’altro, il prof. De Lucia, ha dichiarato che il dialogo ecumenico, come quello
interreligioso, non può essere lasciato solo agli esperti, agli addetti ai
lavori, ai tavoli accademici perché è una urgenza che coinvolge tutti.
Ufficio Stampa
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