Come spiegare ai bambini della “De Amicis” di Caserta
che il rischio di andare a scuola in presenza non è costituito dal Covid-19,
ma, più banalmente, da un tetto da cui entra acqua? Che chi se ne doveva
occupare, cioè il sindaco Marino, non l’ha fatto e ora continua a far finta che
la cosa non lo riguardi? Eppure, i primi crolli di intonaci dal soffitto
risalgono a ben prima della pandemia. Quando poi è stato possibile
provare a ritornare in classe, per ritrovare un poco di normalità, ecco la
doccia fredda di un altro sequestro del primo piano della scuola. Già,
perché quando, con le lezioni sospese e le aule vuote, c’erano le condizioni
ideali per riparare il famoso tetto, nessuno ha fatto niente, anzi, viste le piogge
abbondanti cadute per tutto il periodo invernale, sono crollati altri
intonaci ed è ritornata la paura. Insieme all’ indignazione e alla ribellione,
per una città che non garantisce neanche una scuola da frequentare in
tranquillità, sicura e accogliente, come succede in ogni altra parte del Paese.
Che si trasformano in rabbia nel vedere che quei bambini non solo sono comunque
costretti a continuare a recarsi ogni giorno in quelle stesse strutture dal
tetto pericolante, ma a farlo a doppio turno, fino alle sette di sera.
Con la prospettiva che a settembre nulla sarà cambiato e il nuovo anno
scolastico costringerà agli stessi insostenibili orari. In una città
normale, come minimo il sindaco si sarebbe scusato e avrebbe incontrato di
persona i genitori e – perché no? - i bambini della De Amicis, per
rassicurarli, documenti alla mano, sui lavori da farsi entro l’estate,
garantendogli il rientro a settembre secondo i ritmi più consoni alla loro età
e ai loro bisogni. O, in caso contrario, vergognandosi di avergli fatto e fargli
correre rischi per il solo fatto di entrare a scuola, non essendo stato in
grado di risolvere in più di un anno e mezzo la sia pur banalissima riparazione
di un tetto, avrebbe sentito il dovere di rassegnare le proprie dimissioni,
lasciando che altri si occupassero della sicurezza e della serenità dei piccoli
allievi e delle loro famiglie. A quanto pare, invece, il sindaco Marino non
intende fare niente di tutto questo, impegnato com’ è nella sua surreale
campagna elettorale, a narrare di un mondo parallelo dove tutte le sorti
sono magnifiche e progressive. Addirittura, pretenderebbe persino di essere
ringraziato, come ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi, dai bambini
dalle famiglie dalla dirigente scolastica e da chiunque altro, per non avergli
chiuso la scuola. Nel maldestro tentativo di sminuire le sue reali
responsabilità, è arrivato ad affermare che tutti i rischi corsi dal novembre
2019, e da correre per chissà quanto tempo ancora, dagli allievi e dai
lavoratori della De Amicis, non sarebbero stati poi gran cosa. I carabinieri
prima e la procura poi, avrebbero deciso di procedere contro di lui solo per
atto dovuto, essendo trascorsi sei mesi anche dalla diffida inviata
nell’ ottobre 2020. L’ onnisciente Marino, infatti, contro il parere di tutti,
continua a sostenere che l’istituto in realtà è sicuro, di non aver
messo mai in pericolo nessuno e di non aver nulla omesso di quanto
andava fatto. Vuoi vedere che si sono inventati tutto i bambini per poter
riprendere la didattica a distanza, che tanto piace anche agli insegnanti e a
mamma e papà? Caserta Decide è, al contrario di Marino, oltremodo
preoccupato della grave situazione e dei pericoli che si corrono
continuamente alla De Amicis, è al fianco dei piccoli delle loro famiglie e di
tutti i lavoratori e si impegna a pretendere con loro ogni immediata idonea
soluzione, che restituisca la sicurezza e la serenità a chi sta uscendo con
tanta fatica dall’ isolamento pandemico. Perché la scuola sicura è un diritto
di tutti e tutte, non una questione di fortuna.”
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