CASERTA DECIDE, LIPU ED ALTRE ASSOCIAZIONI PRESENTANO OSSERVAZIONI AI PROGETTI
DEL COMUNE DI CASERTA SULLA QUALITA’ DELL’ABITARE
Sono state presentate agli
organi ministeriali competenti, da parte di dieci associazioni casertane, le
osservazioni critiche sui progetti formulati dal Comune di Caserta rispetto al
bando sulla “Qualità dell’abitare”, di cui alla legge 160/2019. Le stesse
associazioni avevano già presentato il 17 aprile un documento a supporto della
petizione popolare per il ritiro del progetto di cui al bando. Nelle
osservazioni sono stati inseriti rilievi sia nel merito che nella sostanza
relativamente ai progetti, del tutto sganciati da una visione di assieme, e
quindi contrastanti con gli obiettivi indicati nella legge nazionale e nel bando
conseguente. “L’obiettivo del bando - sostiene Sara Femiano, presentatrice delle
osservazioni - infatti doveva essere quello della riqualificazione del
patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, della rigenerazione del
tessuto socioeconomico, del miglioramento della qualità della vita dei
cittadini, il tutto nell’ottica del modello urbano della città intelligente
(smart city) con il presupposto fondamentale quindi del consumo di suolo zero. I
progetti del Comune di Caserta, approvati come sempre l’ultimo giorno utile per
la presentazione al Ministero delle infrastrutture, senza una vera condivisione
con la città (basti pensare che ai progetti formulati dalle associazioni a
seguito del bando pubblicato del Comune non è stata dato alcun seguito),
sembrano invece tesi solo a recuperare risorse pubbliche senza porsi l’obiettivo
del reale miglioramento della qualità dell’abitare e della vita”. “Sembra che il
Comune – sostiene Francesco Silvestre, del coordinamento di Caserta Decide –
abbia immaginato che la qualità dell’abitare del Comune di Caserta fosse
talmente elevata che le risorse finanziarie chieste agli organi dello Stato
dovessero servire al contrario a “peggiorare” la qualità della vita dei
cittadini. Non si spiegherebbe altrimenti perché, ad esempio, si voglia
costruire un edificio scolastico in una zona altamente inquinata, quale la zona
Saint Gobain, ovviamente senza alcun collegamento con il resto della città, con
il pericolo immediato di aumentare l’inquinamento ambientale grazie al nuovo
traffico veicolare e di peggiorare la salubrità di chi si troverà costretto a
frequentare la nuova sede scolastica, che sostituisce una sede centrale, quale
quella di Via Roma, frequentata da studenti della zona, ora svantaggiati
dall’ubicazione della nuova sede. Invece di bonificare finalmente l’intera area
della Saint Gobain, interessata da discariche sequestrate ed anche ancora in
attività, si progettano interventi edilizi, di housing sociale, e addirittura
edifici scolastici, nocivi per la salute degli alunni e del personale cocente
interessato. “ “E poi – interviene Matteo Palmisani della Lipu Caserta – mentre
Caserta soffre per la mancanza di spazi verdi pubblici ed alcuni sono gestiti
ottimamente dalle associazioni di volontariato per l’incapacità gestionale
dell’Amministrazione Comunale, tra i progetti approvati dal Comune di Caserta
ritroviamo la concessione per 99 anni dell’intera area delle ex casermette,
poste sul vialone di ingresso della città di Caserta, per uno spazio pari a 6
ettari circa, a società private per la realizzazione di un faraonico centro
denominato “Città dello sport” . Si tratta in realtà di edifici ceduti al Comune
nel 2016 e tutelati dal Ministero dei Beni culturali. Noi ci opporremmo in tutte
le sedi affinchè le caserme siano restituite alla cittadinanza per un uso
pubblico”. E conclude Sara Femiano: “Allo stesso modo non si comprende la
necessità di diversi parcheggi interrati, tra cui uno in Via Feudo San Martino,
dove già sono presenti altri 4 parcheggi all’aperto, mai del tutto occupati. In
ogni caso si tratta di un parcheggio sganciato da qualsiasi collegamento con
altre zone della città. Lo stesso si può dire poi per il “terminal bus” previsto
nell’area ex mercatale, mentre a nemmeno 100 metri di distanza vi è già un
parcheggio interrato, destinato anche ai bus turistici, per un numero di 1100
posti, in genere sottoutilizzato. Tra l’altro anche questo “terminal bus” è del
tutto sganciato da qualsiasi idea di sostenibilità e mobilità urbana, concetti
essenziali delle opere da progettarsi, e quindi non collegato al momento ad
alcun altro mezzo di trasporto sostenibile, a nessuna pista ciclabile, né ad
alcun posteggio di bike sharing o altri mezzi non inquinanti. Evidentemente
all’’Amministrazione preme spendere soldi del bilancio comunale per affidare
progetti a professionisti esterni al Comune, senza privilegiare le pur esistenti
professionalità interne, né interessa in realtà migliorare “la qualità
dell’abitare” in particolare dell’edilizia popolare e delle periferie che pure
meriterebbero invece l’attenzione dell’Amministrazione e diversi interventi di
riqualificazione”
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