Qualche decennio fa, quando
terminava l’anno, c’era l’abitudine di fare
bilanci: in tivù, sui giornali s’inseguivano maratone di fatti ( o
eventi, parola amatissima oggi) di un anno ormai al suo termine.
In quel modo, ogni cosa aveva un
senso e dunque faceva storia, ma oggi, che ogni evento, anche il più tremendo,
fugge via dalla rete del tempo, nel tempo dell’ attimo fuggente, nessun
bilancio viene tentato, per annientare la nostra storia e la coscienza.
Ciò che conta non è capire ma
bruciare, la società bulimica non riesce
a soffermarsi su nulla e, non cogliendo
nulla, non ha più storia. Persino la “società liquida” di Bauman è preistoria,
dal momento che oggi la nostra è una “società aeriforme”, virtuale e
smaterializzata, col passaggio della materia al suo ultimo stato, quello della
volatilità.
Ma fare il gioco della storia è assemblare un quadro
del 2017 da qualche parte, tentare.
Iniziamo con un “evento” che non
è del 2017 ma, in un certo qual modo, sì: la morte di George Michael il 25
dicembre del 2016, solo, il giorno di Natale, il suo “last Christmas”. Come un “Pino Daniele”
europeo, George ha segnato la “giovinezza europea” della generazione anni “60”.
Era la voce calda dell’irrequietezza, della mutevolezza, delle tenebre,
specchio di un millennio disilluso e cieco, parabola della vacuità
dell’effimero, equazione del ricco fuori=infelice dentro.
Ma andiamo al 1 gennaio 2017, capodanno: attentato al “Reina” di Istanbul:
39 morti e 70 feriti circa. Vola la notizia che l’attentatore era vestito da
babbo Natale, ma in realtà erano due o tre ( dal racconto dei testimoni),
attentato rivendicato il giorno dopo dall’ISIS.
Ma chi è quest’uomo? E’ l’attentatore
del Reina. Eccolo, da terrorista a terrorizzato: Adulkadir Masharipov, uzbeko
di 34 anni arrestato alla periferia di Istanbul
con il figlioletto di 4 anni. Che fine ha fatto? Nessuno ha saputo più
niente di lui. Erdogan sicuramente lo avrà fatto processare regolarmente. E
mentre il volto di lui pestato, con la mano di un poliziotto che gli stringe la
gola, occupa solo per poco lo spazio delle notizie, noi siamo già distratti da
ben altro. Poi, in luglio, i turchi cominceranno a protestare contro Erdogan,
per altri motivi, ma nel calderone ci sta tutto.
La nostra
Federica Sciarelli di “Chi l’ha visto” (erede del “Telefono Giallo” di Augias)
dà per prima la notizia di un albergo in provincia di Pescara che la notte del
18 gennaio, sarebbe sommerso da una
slavina e dal quale partirebbero segnali di aiuto. E’ la tragedia di Rigopiano,
che oggi nessuno ricorda (se non quando, a fine anno, un’inchiesta parla di
responsabili indagati) che ha tenuto
sospesa l’Italia per tutto il mese di gennaio. Sembrava l’atmosfera della
tragedia di Vermicino. Sotto la valanga vi erano delle persone: i pompieri eroi
cominciano a scavare, la Guardia Alpina arriva sul luogo del disastro, isolato
dal resto del mondo, in sci. E’ un evento straordinario di coraggio ed
emozione. I giorni seguenti verranno estratte vive dalla neve 5 persone tra cui
4 bambini, la cui storia è una storia nella storia (chi vuole va a leggersela)
ma alla fine, a Rigopiano vi saranno 11 superstiti e 29 morti e il resort
bellissimo finito sotto la slavina resterà sotto i riflettori (cioè nei nostri
cuori) fino a che non sarà stato trovato l’ultimo corpo.
Benissimo
Federer, alla fine del gennaio 2017, a
35 anni vince l’Open di Australia contro Nadal. Lui dice del rivale “E’ stato
più bravo di me…il tennis non ha pareggio, a me sarebbe bastato anche quello”:
questo è sport, signori, questi sono campioni!
Ma le stelle
sono anche in cielo: ecco scoperti il 22 febbraio 6 esopianeti intorno a una
stella. Un piccolo sistema solare a 40 anni luce da noi, con sei pianeti tutti
rocciosi, e quindi, alcuni potenzialmente vivibili. La nostra nuova frontiera?
O anche lì, alzeremo muri?
Intanto, il 21
febbraio, muore a Monrovia, Salome Karwah, coraggiosa infermiera liberiana che,
durante l’epidemia di ebola, aveva lavorato con “Medici senza frontiere”, morta
durante il parto della sua quarta figlia. Il marito accusa. “L’hanno lasciata
morire per paura del contagio”, ma intanto il mondo la premia (da morta) con la
copertina di “persona dell’anno” sul New York Times e la frase “Lei ha vinto il
male ma non l’ignoranza”.
E, a margine,
tra le notizie circolanti in quel periodo, ecco l’insignificante, breve notizia
su una legge approvata in Bangladesh
sulla possibilità per le donne di sposarsi anche con meno di 18 anni. Una legge
scandalo che serve agli uomini per legalizzare le loro violenze sulle spose
bambine.
Ma non c’è tempo
per rifletterci su, perché ecco che già un’altra notizia, sempre a margine, tra
quelle poco importanti: la frana, il 12 marzo, nella discarica di Koshe, ad
Addis Abeba, in Etiopia: una valanga di spazzatura che travolge i reietti della
terra, (46 vittime, tra cui molte donne e bambini) che scavavano tra
l’immondizia per mezzo euro al giorno, sotto il controllo di criminali locali
(parlerà di questa discarica poi Gad Lerner nella bellissima inchiesta “Ricchi
e Poveri”, puntata prima, del novembre 2017 rai 3) . Seguiranno a ruota,
nell’indifferenza generale, altre due notizie analoghe di valanghe di rifiuti
in una baraccopoli dello SriLanka e della Colombia).
E’ un’altra
storia, ricca di suspence, ad appassionare: la caccia a Igor il serbo (russo,
slavo, ucraino???) che ha ucciso un barista di Budrio (Bologna) e salvato la
moglie che cercava di tenerlo lontano con una scopa: si sarà commosso, l’uomo
di acciaio, davanti a una donna. Igor sarà arrestato in Spagna, in Aragona, a
dicembre, dopo che avrà ucciso altre 3 persone. Ma la conferma che un cuore ce
l’hanno anche i malvagi ci viene dalla rete di affetti che lo sosteneva, in
primis la madre e la sorella.
Ogni tanto
irrompono Trump con Kim Jong, le minacce
della guerra nucleare: linguaggio in
codice tra politici (machisti).
La primavera
scoppia in Venezuela con le proteste degli studenti e i morti in piazza (Juan
Lopez, 28 anni, leader studentesco giustiziato durante gli scontri a sangue
freddo, ma 34 sono i morti ufficiali e oltre 300 i feriti) contro la politica di Maduro. L’inflazione,
l’instabilità politica sono gravi. Anche la chiesa gli è contro. . Molti
italiani lasceranno Caracas a fine anno. Ma chi parla del Venezuela lontano? La
Francia è più vicina e allora si parla del nuovo presidente Macron, bello e
rampante, eletto in giugno che vince e stravince anche le elezioni legislative
col suo “en marche” neo progressista, liberista, verde…
Ariana Grande
canta al Manchester Stadio: è la tarda serata del 22 maggio. Un attentato kamikaze fa 22 morti (tra cui
bambini) e oltre 100 feriti. Rivendica l’Isis.
Intanto, a Berlino, la prima imam donna è una avvocatessa curda, Seyran
Ates, che fonda una moschea e dichiara: “Se ai nostri ragazzi viene
trasmesso un insegnamento errato del Corano, allora dobbiamo fare qualcosa. Se
viene predicato odio, allora è necessario creare luoghi nei quali si predica la
pace”. Ah. Le donne!
Notte del 14
giugno: la Grenfell Tower a Londra brucia e vi muoiono, tra i tanti, i bellissimi giovani italiani Gloria e Marco.
45 autopompe, 24 piani, 250 vigili del fuoco. La causa: la torre era stata
imballata in pannelli per renderla più bella nel quartiere. Peccato che, per
risparmiare qualcosa, i pannelli fossero altamente infiammabili.
E arriva
l’estate: il Vesuvio è in fiamme, il Gargano è in fiamme, Messina è in fiamme,
la Francia è in fiamme. (E alla fine dell’anno anche la California).
Mosul è in fiamme, ma Daesh,
lo stato islamico terroristico,
sarà combattuto per tutto il 2017 dalle forze della coalizione
“cristiana” euro-americana-asiatica e abbattuto (quasi) dopo la resa di Mosul e
Raqqa. E prima Trump aveva vietato l’ingresso negli USA ai cittadini provenienti
da sei paesi a maggioranza musulmana (Musilm Ban) e progettato il muro contro
il Messico.
Altri i muri, veri o metaforici, vengono
alzati contro i migranti in Europa. Il 27 maggio a Taormina si tiene il
G7, arriva una nave di migranti: i grandi della terra si precipitano ad
aiutarli (NOOOO): la nave viene dirottata a Napoli. I poveri sono più adatti a
capire i poveri. Migranti continueranno a
sbarcare per tutto il 2017 in Italia mentre un’Europa ipocrita e razzista finge
di interessarsene, lasciando di fatto l’Italia sola o addirittura arrivando a
incriminare le ONG che traversano il Mediterraneo di collisioni con gli
scafisti libici: pagina penosa del neo colonialismo in salsa europea. Le nuove
migrazioni sono qui, la tratta degli schiavi continua.
Il 17 agosto un
attentato per la rambla uccide 13 persone tra cui 2 italiani e il 1 ottobre con la sparatoria a Las Vegas
che fa 59 morti e oltre 500 feriti. I numeri, dati e ripetuti, ci confondono e
non aggiungono spessore ai fatti, al contrario,
dissolvono l’entità delle catastrofi.
Ma è col
referendum sulla secessione della Catalogna dalla Spagna (1 ottobre) , inizia il capitolo politico
forse più interessante di quest’anno. Interessante perché l’impresa indipendentista
secessionista, nel corso della storia, ha visto molti tentativi e altrettanti
fallimenti (il nostro nord Italia con la Lega, per esempio). Se la storia
moderna è stata la storia della formazione delle nazioni e il 900 della nascita
dell’U.E., fa strano sentire di una parte di uno stato che vuole vivere per sé.
Non si capisce cosa voglia dire giacché siamo una sola cosa ormai, tutti. Nella
sostanza. La politica della nazione è finita. Siamo nell’era della
transnazione. Così i leader indipendentisti vengono arrestati e il presidente
catalano Carles Piudgemont fugge a Bruxelles. La vicenda è, per ora, singolare.
Ciò che colpisce è l’estrema imprevedibilità della storia: c’è qualcuno che
crede nella democrazia e come già nell’ UK per la Brexit, e Renzi in Italia, la
lezione ci dice che meglio essere prudenti con i referendum, non va tentato il
leone che dorme e la gente è confusa.
Poi… chi la
sbroglia la matassa? Chi ci perde la faccia? Chi è disposto ad andare fino in
fondo? E per restare in tema, Trump riconosce Gerusalemme capitale di
Israele e l’ONU, votando contro, lo
isola. Ma insomma…stiamo attenti a quello che facciamo.
Forse è meglio
gioire per la pizza che diventa patrimonio intangibile dell’umanità.
E infine, le
spoglie di Vittorio Emanuele III e sua
moglie Elena che rientrano dall’Egitto in Piemonte. I Savoia le vorrebbero al
Pantheon. Ma lui non era fuggito, tradendo e lasciando l’Italia e gli ebrei
italiani in mano ai tedeschi?
Ecco alcune tra
le tante cartoline dal 2017.
“Ai posteri l’ardua sentenza” disse Manzoni.
La storia è di più di una sentenza. Non si fa storia così. Ma si cerca di
ricordare. Perché la storia è ricordo. Ricordo
che riscatta la banalità del male.
ROSALBA
LORETO