Caserta,
ultima provincia d’Italia per qualità della vita, relegata al 110° posto della
graduatoria nazionale stilata dal Sole24ore, questo l’argomento dell’assemblea
di dicembre del Coordinamento delle Associazioni Casertane che si è tenuta
presso l’Oratorio del Buon Pastore di Caserta. Sono sempre più numerose le
associazioni che presenziano all’incontro mensile del Coordinamento di cui è
presidente Marcello Natale: tra le
altre l’Anafim rappresentata da Giovanni
Falcone, l’Associazione Cuturale
Neoborbonica con Silvana Virgilio,
Il Girasole con Giovanna Ferrante,
50 e più con Maria Pia Ciannarella,
Tribunale dei diritti dei malati con Bruno
Cerboni, Cittadinanza Attiva rappresentata da Cesare Trematore e Rosalba
Ciannarella, Istituto di Ricerca Storica con Giancarlo Rinaldi, la Fisar con Anna Speranza, la Caritas
rappresentata da Anna Maria Ievoli e
A. M. De Lucia, l’Associazione Maria Cristina con Rosalba Petruzzella, Meic con Pasquale Anniciello, il Comitato Pro
Tribunale con Mario Giardinetto, la
Fidapa con Rosaria Monaco, l’Ande
con Marisa Mattiello e la Lilt con Enzo Battarra. Dal Sole24 ore è
scaturita una pessima foto di Terra di Lavoro e tutti i soci del Coasca si
chiedono come si sia arrivati ad una situazione così disastrosa che,
sicuramente, non è legata in toto alla città di Caserta, ma anche alla sua provincia.
Secondo Giardinetto, bisogna considerare i parametri in base ai quali è stata
stilata la graduatoria, ovvero ricchezza e consumi; lavoro e innovazione;
ambiente e servizi; demografia e società; giustizia e sicurezza; cultura e
tempo libero, partecipazione. A proposito di ambiente in tanti vogliono sapere
dove sia il registro dei tumori che la Regione non ha mai voluto divulgare: in
proposito Giovanni Falcone ha informato che Cittadinanza attiva, con il suo
presidente Lorenzo Di Guida, sta
facendo un registro dei tumori della provincia, e che c’è una mappatura dei
tumori sulla quale si sono tenute molte conferenze. Silvana Virgilio chiede di
coinvolgere la Prefettura per accelerare la divulgazione ufficiale di questo
registro. Dall’incontro è emerso che la città di Caserta continua a soffrire di
problemi endemici che riguardano l’ambiente, la vivibilità, il traffico, i
mezzi di trasporto poco efficienti, la mancanza di una politica che incentivi l’uso
degli autobus e la presenza di molte auto nel centro, nonostante i principali
uffici siano stati dislocati in periferia, e di tanti parcheggiatori abusivi.
Le associazioni lamentano la scarsa
pulizia delle strade e la troppa immondizia su tante arterie, come via
Graefer, nei pressi della case popolari, via Verdi (arteria di accesso alla
città) e via Acquaviva. Per il Coasca, tra i responsabili di questo stato di
cose c’è l’inciviltà del cittadino, privo di senso civico e di un’adeguata educazione
sociale. Falcone, in particolare, punta il dito contro il governo della città
di cui fanno parte sempre le stesse persone, che cambiano partito in
continuazione; chiede multe salate a chi abbandona i rifiuti in strada e
sollecita di rimuovere e posizionare di nuovo la tabella che sta all’esterno della
stazione, caduta a terra ormai da tanto. Un’altra doglianza riguarda la
mancanza di interlocutori con cui parlare per risolvere i problemi della città,
Ciannarella fa anche notare la poca disponibilità da parte delle istituzioni ad
ascoltare i responsabili delle associazioni. Cittadinanza attiva torna
all’attacco sulla questione parcheggio dell’ospedale, rende noto che la Giunta
ha approvato una modifica al piano regolatore che riguarda il parcheggio; fa
sapere di aver parlato con il responsabile della cooperativa che aveva in
gestione l’area, ora chiusa, che avrebbe detto di aver presentato al Comune
richiesta di riaprire il parcheggio che, tuttavia, deve essere messo a norma e
asfaltato per un costo di circa 200 mila euro. Il sindaco, contattato
sull’argomento, avrebbe detto che i responsabili del parcheggio avrebbero
rinunciato a mettere a norma il parcheggio perché troppo costoso. Sembrerebbe
inoltre che la Cooperativa stia continuando a pagare il fitto ai proprietari
del terreno. Probabilmente si rimarrà per qualche anno senza parcheggio, la
qual cosa non va giù al Coasca che chiede che il parcheggio venga riaperto al
più presto e, intanto, e che si dimezzi il costo del parcheggio sulle strisce
blu, troppo oneroso per le tasche degli utenti. Il Coasca sollecita il sindaco
Marino a riaprire il parcheggio perché l’ospedale è dell’intera provincia e non
è possibile che non abbia parcheggio. Giardinetto del Comitato pro tribunale
ritiene che le istituzioni non se interessino come dovrebbero a quanto
richiesto dalla cittadinanza, per questo invita il Coordinamento, anche insieme
ad altre associazioni e comitati, a convocare i responsabili in una assemblea
pubblica per parlare di temi scottanti.
Intanto
il prossimo incontro del Coasca sarà sicuramente incentrato sul Biodigestore
per la realizzazione del quale non tutti sono d’accordo, soprattutto se la
localizzazione rimane Ponteselice, troppo vicina alla Reggia di Caserta. Il
biodigestore lavorerebbe h24 e servirebbe
non solo la città capoluogo, ma anche 14 comuni del circondario. In proposito
già San Nicola la Strada e altri comuni limitrofi hanno richiesto ufficialmente
di non localizzarlo a Ponteselice. Secondo le Associazioni del Coordinamento il
problema principale sarà legato al trasporto dell’umido su comptattatori o tir con
inevitabile perdita di percolato sulle arterie. Da Speranza l’esortazione
rivolta a tutti a difendere il territorio:“Il
Biodigestore se funziona bene, non è pericoloso, ma poiché siamo nella terra
dei fuochi, temiano che durante la costruzione tanti soldi andrebbero nelle
tasche di “qualcuno”. Trematore, da ingegnere, rassicura dicendo che
l’umido deve essere trattato e che il biodigestore non dovrebbe inquinare
grazie alla moderna tecnologia con cui sarà costruito, pertanto il problema
principale riguarderà solo il cattivo odore e il trasporto dell’umido su arterie cittadine, tra le quali
anche viale Carlo III.
Non
tutti i soci sono d’accordo sul Biodigestore, tra loro Carlo Iacone (Fisar) e
Giovanna Ferrante (Girasole), quest’ultima in particolare si dice molto
scettica perché conosce bene il digestore di Sarno, in proposito invita ad
andare a Sarno per chiedere ai cittadini di lì che cosa pensino del digestore: “La gente è disperata perché sentono sempre
odori sgradevoli”. Secondo il presidente del Coasca Natale, non bisogna
sottovalutare le angosce di chi ha vissuto con un digestore. Trematore
considera il biodigestore diverso dal digestore di Sarno perché fatto con
tecnologie diverse, molto innovative; i maggiori problemi e la gran parte dei
disagi deriveranno inevitabilmente dal trasporto di tanta immondizia nei
compattatori che avrà ripercussioni negative sulle arterie, perciò tutti i soci
chiedono che tecnici e ingegneri individuati dal Coasca possano controllare e
monitorare l’impianto. Dalla segretaria del Coasca, Rosanna Zitelli, la proposta di sentire su questo delicato e
scottante argomento, esperti e tecnici del settore, tra cui l’architetto
Malorni, con il quale è in programma un incontro nei prossimi mesi.
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