sabato 30 dicembre 2017

Maglia nera a Caserta per qualità della vita: il Coasca chiede lumi sul Registro dei Tumori e sul biodigestore è pronto a dare battaglia.



Caserta, ultima provincia d’Italia per qualità della vita, relegata al 110° posto della graduatoria nazionale stilata dal Sole24ore, questo l’argomento dell’assemblea di dicembre del Coordinamento delle Associazioni Casertane che si è tenuta presso l’Oratorio del Buon Pastore di Caserta. Sono sempre più numerose le associazioni che presenziano all’incontro mensile del Coordinamento di cui è presidente Marcello Natale: tra le altre l’Anafim rappresentata da Giovanni Falcone, l’Associazione  Cuturale Neoborbonica con Silvana Virgilio, Il Girasole con Giovanna Ferrante, 50 e più con Maria Pia Ciannarella, Tribunale dei diritti dei malati con Bruno Cerboni, Cittadinanza Attiva rappresentata da Cesare Trematore e Rosalba Ciannarella, Istituto di Ricerca Storica con Giancarlo Rinaldi, la Fisar con Anna Speranza, la Caritas rappresentata da Anna Maria Ievoli e A. M. De Lucia,  l’Associazione Maria Cristina con Rosalba Petruzzella, Meic con Pasquale Anniciello, il Comitato Pro Tribunale con Mario Giardinetto, la Fidapa con Rosaria Monaco, l’Ande con Marisa Mattiello e la Lilt con Enzo Battarra. Dal Sole24 ore è scaturita una pessima foto di Terra di Lavoro e tutti i soci del Coasca si chiedono come si sia arrivati ad una situazione così disastrosa che, sicuramente, non è legata in toto alla città di Caserta, ma anche alla sua provincia. Secondo Giardinetto, bisogna considerare i parametri in base ai quali è stata stilata la graduatoria, ovvero ricchezza e consumi; lavoro e innovazione; ambiente e servizi; demografia e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero, partecipazione. A proposito di ambiente in tanti vogliono sapere dove sia il registro dei tumori che la Regione non ha mai voluto divulgare: in proposito Giovanni Falcone ha informato che Cittadinanza attiva, con il suo presidente Lorenzo Di Guida, sta facendo un registro dei tumori della provincia, e che c’è una mappatura dei tumori sulla quale si sono tenute molte conferenze. Silvana Virgilio chiede di coinvolgere la Prefettura per accelerare la divulgazione ufficiale di questo registro. Dall’incontro è emerso che la città di Caserta continua a soffrire di problemi endemici che riguardano l’ambiente, la vivibilità, il traffico, i mezzi di trasporto poco efficienti, la mancanza di una politica che incentivi l’uso degli autobus e la presenza di molte auto nel centro, nonostante i principali uffici siano stati dislocati in periferia, e di tanti parcheggiatori abusivi. Le associazioni lamentano la scarsa  pulizia delle strade e la troppa immondizia su tante arterie, come via Graefer, nei pressi della case popolari, via Verdi (arteria di accesso alla città) e via Acquaviva. Per il Coasca, tra i responsabili di questo stato di cose c’è l’inciviltà del cittadino, privo di senso civico e di un’adeguata educazione sociale. Falcone, in particolare, punta il dito contro il governo della città di cui fanno parte sempre le stesse persone, che cambiano partito in continuazione; chiede multe salate a chi abbandona i rifiuti in strada e sollecita di rimuovere e posizionare di nuovo la tabella che sta all’esterno della stazione, caduta a terra ormai da tanto. Un’altra doglianza riguarda la mancanza di interlocutori con cui parlare per risolvere i problemi della città, Ciannarella fa anche notare la poca disponibilità da parte delle istituzioni ad ascoltare i responsabili delle associazioni. Cittadinanza attiva torna all’attacco sulla questione parcheggio dell’ospedale, rende noto che la Giunta ha approvato una modifica al piano regolatore che riguarda il parcheggio; fa sapere di aver parlato con il responsabile della cooperativa che aveva in gestione l’area, ora chiusa, che avrebbe detto di aver presentato al Comune richiesta di riaprire il parcheggio che, tuttavia, deve essere messo a norma e asfaltato per un costo di circa 200 mila euro. Il sindaco, contattato sull’argomento, avrebbe detto che i responsabili del parcheggio avrebbero rinunciato a mettere a norma il parcheggio perché troppo costoso. Sembrerebbe inoltre che la Cooperativa stia continuando a pagare il fitto ai proprietari del terreno. Probabilmente si rimarrà per qualche anno senza parcheggio, la qual cosa non va giù al Coasca che chiede che il parcheggio venga riaperto al più presto e, intanto, e che si dimezzi il costo del parcheggio sulle strisce blu, troppo oneroso per le tasche degli utenti. Il Coasca sollecita il sindaco Marino a riaprire il parcheggio perché l’ospedale è dell’intera provincia e non è possibile che non abbia parcheggio. Giardinetto del Comitato pro tribunale ritiene che le istituzioni non se interessino come dovrebbero a quanto richiesto dalla cittadinanza, per questo invita il Coordinamento, anche insieme ad altre associazioni e comitati, a convocare i responsabili in una assemblea pubblica per parlare di temi scottanti.
Intanto il prossimo incontro del Coasca sarà sicuramente incentrato sul Biodigestore per la realizzazione del quale non tutti sono d’accordo, soprattutto se la localizzazione rimane Ponteselice, troppo vicina alla Reggia di Caserta. Il biodigestore  lavorerebbe h24 e servirebbe non solo la città capoluogo, ma anche 14 comuni del circondario. In proposito già San Nicola la Strada e altri comuni limitrofi hanno richiesto ufficialmente di non localizzarlo a Ponteselice. Secondo le Associazioni del Coordinamento il problema principale sarà legato al trasporto dell’umido su comptattatori o tir con inevitabile perdita di percolato sulle arterie. Da Speranza l’esortazione rivolta a tutti a difendere il territorio:“Il Biodigestore se funziona bene, non è pericoloso, ma poiché siamo nella terra dei fuochi, temiano che durante la costruzione tanti soldi andrebbero nelle tasche di “qualcuno”. Trematore, da ingegnere, rassicura dicendo che l’umido deve essere trattato e che il biodigestore non dovrebbe inquinare grazie alla moderna tecnologia con cui sarà costruito, pertanto il problema principale riguarderà solo il cattivo odore e il trasporto  dell’umido su arterie cittadine, tra le quali anche viale Carlo III.
Non tutti i soci sono d’accordo sul Biodigestore, tra loro Carlo Iacone (Fisar) e Giovanna Ferrante (Girasole), quest’ultima in particolare si dice molto scettica perché conosce bene il digestore di Sarno, in proposito invita ad andare a Sarno per chiedere ai cittadini di lì che cosa pensino del digestore: “La gente è disperata perché sentono sempre odori sgradevoli”. Secondo il presidente del Coasca Natale, non bisogna sottovalutare le angosce di chi ha vissuto con un digestore. Trematore considera il biodigestore diverso dal digestore di Sarno perché fatto con tecnologie diverse, molto innovative; i maggiori problemi e la gran parte dei disagi deriveranno inevitabilmente dal trasporto di tanta immondizia nei compattatori che avrà ripercussioni negative sulle arterie, perciò tutti i soci chiedono che tecnici e ingegneri individuati dal Coasca possano controllare e monitorare l’impianto. Dalla segretaria del Coasca, Rosanna Zitelli, la proposta di sentire su questo delicato e scottante argomento, esperti e tecnici del settore, tra cui l’architetto Malorni, con il quale è in programma un incontro nei prossimi mesi.




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