31
gennaio 2018 Il
nome del napoletano Sergio De Simone, l’unico italiano di un gruppo di 20
bambini sottoposti a sperimentazioni da parte dei medici nazisti, da domani sarà
legato alla tensostruttura per conferenze dell’Azienda Ospedaliera Santobono, l’ospedale pediatrico più grande
del Mezzogiorno. L’intitolazione cade nel periodo di celebrazioni in memoria
delle vittime della shoah e si propone come un’affermazione forte dei valori
etici fondamentali cui la scienza e la medicina devono attenersi. Estremamente
significativa in questo senso la presenza dei Direttori Generali di tutti gli
Ospedali Pediatrici Italiani riuniti in Associazione.
IL
RICORDO DI SERGIO DE SIMONE
Il
momento commemorativo, introdotto dal Direttore Generale dell’Azienda Santobono
Pausilipon Anna Maria Minicucci, vedrà la presenza di
-
Enrico Coscioni, Consigliere per la Sanità del Presidente della Giunta
Regionale della Campania, in rappresentanza del Presidente on. Vincenzo De Luca
-
Paolo Petralia, Presidente dell’Associazione Ospedali pediatrici
Italiani
-
Mario De Simone, fratello di Sergio De Simone
-
del Rabbino della Comunità Ebraica di Napoli dottor Ariel Finzi
-
dell’Arcivescovo di Napoli S.E. Cardinale Crescenzio Sepe
Al
termine del momento commemorativo sono scoperte le targhe di intitolazione
della tensostruttura a Sergio de Simone e quella allestita nel piccolo giardino
della memoria dove viene piantato un albero di ulivo.
LA
STORIA DI SERGIO DE SIMONE
Sergio
De Simone è stato l’unico italiano di un gruppo di 20 bambini sottoposto a
sperimentazioni da parte dei medici nazisti. Di padre napoletano e mamma istriana,
dopo la deportazione nel Lager venne scelto quale cavia sperimentale e
trasferito in una struttura di Amburgo. Al piccolo Sergio e ai suoi sfortunati
compagni vennero inoculati dei bacilli tubercolari per verificare delle teorie
sperimentali prive di alcun fondamento scientifico. Successivamente tutti i
bambini vennero barbaramente trucidati a pochi giorni dalla liberazione.
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