In occasione del Giorno della Memoria, riceviamo e volentieri inoltriamo:
- mercoledì 24 gennaio alle ore 19 L’Institut Français Napoli mette quest’anno in programma la proiezione del film capolavoro di François Truffaut « Le dernier métro – L’ultimo metro » (con Catherine Deneuve e Gérard Depardieu).
- 26, 26, 27, 28 Gennaio 2018, Teatro TRAM, via Port’alba 30 (Napoli): “Celeste”
La chiamavano " Pantera nera " e faceva la spia di Kappler. Fu l'incubo del Ghetto, quelli che lei salutava per la strada venivano subito arrestati.
Una ragazzina ebrea di diciotto anni che, dopo il rastrellamento del ghetto romano ad opera dei tedeschi, decide di diventare una delatrice. Di vendere gli ebrei: coloro i quali venivano “salutati” con un cenno della mano da colei la quale era riconosciuta come una delle più belle ragazze di Roma, non aveva scampo. Per ogni “capo”, lei guadagnava cinquantamila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La “pantera nera” era indifferente al genere, alle età. Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata.
Carcere di Regina Coeli, Roma, anno 1994. Sui muri della cella numero 306, terzo raggio, incisa con un chiodo si legge la scritta: "Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si non arivedo la famija mi e' colpa de quella venduta de Celeste Di Porto. Rivendicatemi". Ma Lazzaro Anticoli non avrebbe dovuto morire. Nella lista di Kappler non c'era infatti il suo nome bensì quello di Angelo Di Porto, fratello della pantera nera, arrestato lo stesso giorno; all' ultimo momento il suo posto nell' elenco, per mano di Celeste, venne preso da Anticoli e Angelo si salvò.
Caduto il regime, si trasferì a Napoli. Scelse una nuova identità, ma riconosciuta dovette affrontare il processo nel 1947. Fu condannata a dodici anni, ne fece soltanto tre. La storia di Celeste di Porto, nell’infinito panorama delle storie legate al periodo nazista, rappresenta un “unicum”, una sfaccettatura totalmente differente dai canonici punti di vista da cui si racconta questo triste avvenimento storico.
Interpreti: Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Claudio Boschi
Testo e regia Fabio Pisano
Durata 70 minuti circa, in atto unico.
La compagnia Liberaimago nella sua intensa attività teatrale ha coinvolto numerose scuole e plessi didattici di Napoli e provincia, conta oltre trenta testi rappresentati.
- Il CIRB (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), il Comitato Etico e il Seminario Permanente Etica Bioetica Cittadinanza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II organizzano il 29 gennaio 2018, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II (Aula Coviello, via Porta di Massa, 32) una giornata in due sessioni.
I Sessione (ore 9.00) La Tragedia del Ghetto di Varsavia e la missione di Irena Sendler.
Relazioni su La memoria della Shoah nella riflessione della Chiesa Cattolica prima e dopo il Concilio Vaticano II di Pasquale Giustiniani e di Francesco Lucrezi.
II Sessione (ore 15.00) «Io sono un ibrido» Primo Levi e la cognizione dell’umano.
Relazioni di Emilia D’Antuono, Irene Kajon, Francesco Lucrezi, Università di Salerno; Raffaella Di Castro.
- 26, 26, 27, 28 Gennaio 2018, Teatro TRAM, via Port’alba 30 (Napoli): “Celeste”
La chiamavano " Pantera nera " e faceva la spia di Kappler. Fu l'incubo del Ghetto, quelli che lei salutava per la strada venivano subito arrestati.
Una ragazzina ebrea di diciotto anni che, dopo il rastrellamento del ghetto romano ad opera dei tedeschi, decide di diventare una delatrice. Di vendere gli ebrei: coloro i quali venivano “salutati” con un cenno della mano da colei la quale era riconosciuta come una delle più belle ragazze di Roma, non aveva scampo. Per ogni “capo”, lei guadagnava cinquantamila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La “pantera nera” era indifferente al genere, alle età. Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata.
Carcere di Regina Coeli, Roma, anno 1994. Sui muri della cella numero 306, terzo raggio, incisa con un chiodo si legge la scritta: "Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si non arivedo la famija mi e' colpa de quella venduta de Celeste Di Porto. Rivendicatemi". Ma Lazzaro Anticoli non avrebbe dovuto morire. Nella lista di Kappler non c'era infatti il suo nome bensì quello di Angelo Di Porto, fratello della pantera nera, arrestato lo stesso giorno; all' ultimo momento il suo posto nell' elenco, per mano di Celeste, venne preso da Anticoli e Angelo si salvò.
Caduto il regime, si trasferì a Napoli. Scelse una nuova identità, ma riconosciuta dovette affrontare il processo nel 1947. Fu condannata a dodici anni, ne fece soltanto tre. La storia di Celeste di Porto, nell’infinito panorama delle storie legate al periodo nazista, rappresenta un “unicum”, una sfaccettatura totalmente differente dai canonici punti di vista da cui si racconta questo triste avvenimento storico.
Interpreti: Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Claudio Boschi
Testo e regia Fabio Pisano
Durata 70 minuti circa, in atto unico.
La compagnia Liberaimago nella sua intensa attività teatrale ha coinvolto numerose scuole e plessi didattici di Napoli e provincia, conta oltre trenta testi rappresentati.
- Il CIRB (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), il Comitato Etico e il Seminario Permanente Etica Bioetica Cittadinanza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II organizzano il 29 gennaio 2018, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II (Aula Coviello, via Porta di Massa, 32) una giornata in due sessioni.
I Sessione (ore 9.00) La Tragedia del Ghetto di Varsavia e la missione di Irena Sendler.
Relazioni su La memoria della Shoah nella riflessione della Chiesa Cattolica prima e dopo il Concilio Vaticano II di Pasquale Giustiniani e di Francesco Lucrezi.
II Sessione (ore 15.00) «Io sono un ibrido» Primo Levi e la cognizione dell’umano.
Relazioni di Emilia D’Antuono, Irene Kajon, Francesco Lucrezi, Università di Salerno; Raffaella Di Castro.
Lucia Valenzi
per ulteriori info scrivere a segreteria@fondazionevalenzi.it
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per vedere le immagini delle quattro litografie della Fondazione Valenzi clicca qui:
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LA MEMORIA PER IL FUTURO!
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