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COMUNICATO STAMPA
All’Unione
Industriali di Caserta, lunedì prossimo alle 17.30, sarà presentato “Matilde
Serao, ‘a signora”, l’ultimo libro di Nadia Verdile edito da Pacini Fazzi
Editore di Lucca. «Non esiste modo migliore – ha dichiarato Gianluigi
Traettino, presidente di Confindustria Caserta - per inaugurare una serie di
incontri riservati alla cultura che Confindustria Caserta ospiterà. La figura
di Matilde Serao narrata e descritta da Nadia Verdile, in modo avvincente, è
quanto mai attuale nella visione della società e delle sue molteplici
sfaccettature». A parlarne con l’autrice ci saranno, oltre al padrone di casa,
Lorenzo Calò, responsabile della redazione casertana de Il Mattino e la
giornalista Lidia Luberto. Il libro è l’ottavo volume della Collana “Italiane”
di cui è direttrice la stessa Verdile. «Tra le “Italiane” – spiega l’editrice
Francesca Fazzi - Matilde Serao merita un posto e se questo posto le viene
riconosciuto nel novantesimo anniversario della morte assume un significato
anche di riconoscenza. Una data, un ricordo, un impegno. La Collana, nata solo
nello scorso anno, ha oggi già otto titoli che si apprestano a diventare dieci
nel prossimo marzo. Consenso e apprezzamento giungono da più parti e questo ci
dà non solo gioia ma anche coscienza di quanto queste biografie abbiano
risposto ad un’esigenza di conoscenza dell’universo femminile non sempre
promosso». Cronista, lucida e verace, narratrice di talento, anticipatrice di
mode e linguaggi, Matilde Serao ha raccontato con la sua penna donne, uomini e
vicende di un’epoca, la politica, la giustizia, il costume, acquerellando con
tratto inconfondibile, la società dei suoi tempi, per tanti versi ancora quella
dei nostri. «Quando 28 anni fa pensai la prima volta di scrivere una biografia
della Serao – aggiunge Verdile - ero giovane, a lei avevo dedicato già qualche
anno di studi. Mi appassionava la sua verve, l’ironia, talvolta il sarcasmo, mi
piaceva la bellezza della sua bruttezza, la disinvoltura della sua
intelligenza, la sua risata crassa e contagiosa. Mi piaceva quel suo modo di
scrivere a metà strada tra la dolcezza del sentimento e la crudezza della
realtà. Mi piaceva e mi appassionava la sua scrittura, verace come verace fu la
sua dedizione alla penna, alla parola, al fascino che essa esercita. Non fu mai
schiava dei giudizi della gente e mi piaceva anche per questo. Era una donna di
destra, monarchica, cattolica convertita e convinta, a tratti un po’ codina e
in questo suo guardare e vivere la vita non ci assomigliavamo e non ci
somigliamo. Fu sempre antifemminista, fu contro le battaglie per i diritti
civili e politici delle donne e in questo non ci somigliavamo e non ci
somigliamo. Ma io sentivo che la sua vita, fuori dal prodigio della letteratura
che tanto dà e tanto schiaccia, andava raccontata per quello che era stata: la
vita di una donna». Nel pomeriggio di lunedì saranno letti da Dafne Rapuano e
Francesco Maienza, attori della Compagnia della Città Fabbrica Wojtyla, passi
tratti dal libro.
Lucca,
17 gennaio 2018
Ufficio Stampa
Maria Pacini Fazzi Editore
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