Diocesi
di Acerra
Curia
vescovile
Ufficio
comunicazioni sociali
COMUNICATO
STAMPA
7/2021
Acerra, 8 maggio 2021
Più
di un secolo di cammino da Acerra a Pompei
Il
9 maggio lo storico Pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Rosario
I pellegrini si
recheranno nella cittadella mariana per chiedere alla Vergine il dono della
custodia del creato, la protezione dell’agricoltura e la liberazione dalla
pandemia. L’antico pellegrinaggio è organizzato dalla Società cattolica
agricola del sacro cuore. Il vescovo Antonio Di Donna: «Chiediamo perdono. Ma
non tutto è perduto».
Domenica
9 maggio, nel rispetto delle regole sanitarie, i pellegrini si recheranno da
Acerra a Pompei per chiedere alla Madonna «la custodia del creato, della salute
e dell’ambiente». I fedeli raggiungeranno il piazzale antistante la Basilica di
Pompei alle 7,30 del mattino per poi recitare una preghiera in chiesa
all’altare maggiore e recarsi successivamente nel piazzale Giovanni XXIII, dove
alle ore 9,00 il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, presiederà la
Celebrazione eucaristica.
L’antico
pellegrinaggio, organizzato dalla Società cattolica agricola del sacro cuore,
giunge quest’anno alla 115esima edizione. Da più di un secolo, infatti, il
secondo sabato di maggio migliaia fedeli raggiungono a piedi da Acerra,
camminando tutta la notte, la cittadella mariana, per poi pregare davanti alla
Vergine del Rosario di Pompei.
Le
prescrizioni anti Covid impediscono nel 2021 il tradizionale cammino a piedi,
ma rimane il valore simbolico del pellegrinaggio: la devozione alla Madonna si
coniuga con la custodia del creato e il ringraziamento per i frutti della
terra. Fin dal 1906, infatti, i padri fondatori della Società agricola, laici
«apostoli» degli agricoltori di Acerra, si recavano a Pompei per ringraziare il
Cielo e chiedere di non lasciarsi sviare da «lauti miraggi».
Un
tema oggi di grande attualità, spiega il vescovo di Acerra, monsignor Antonio
Di Donna, il quale da diversi anni accoglie i pellegrini in Basilica per la
celebrazione della Messa del mattino. Per il presule, da gennaio presidente
della Conferenza episcopale campana, ogni anno «venendo a Pompei prendiamo
sempre più coscienza delle ferite alla nostra madre terra e chiediamo perdono a
Dio per non aver valorizzato i nostri fertili campi». Ma, esorta il vescovo,
«non tutto è perduto se sapremo cogliere ancora una volta un’altra possibilità
che il Padre ci offre».
Particolarmente
«in questo anno segnato dalla pandemia, e nel 130esimo anniversario della prima
enciclica sociale, la Rerum novarum
di Leone XIII, alla quale i padri fondatori agli inizi del ‘900 ispirarono il loro
apostolato tra i contadini», chiarisce monsignor Di Donna, e aggiunge: «Oggi,
più di 100 anni dopo, ci accompagna un altro profetico documento, l’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, sempre
più al centro del nostro impegno», anche «alla luce dello storico convegno
nazionale sulla custodia del creato, la salute e l’ambiente, celebrato proprio
ad Acerra dalla Chiesa italiana il mese scorso». Il presule quindi conclude: «A
distanza di un secolo, è sempre più urgente recuperare attraverso l’intercessione
della Beata Vergine del Rosario l’intreccio fecondo tra devozione alla Madonna
e il lavoro della terra, per ritessere il legame con il Creatore ed il creato».
L’auspicio
del vescovo è perciò che «l’educazione alla custodia del creato, insieme con
quella alla giustizia e alla pace, entri nel tessuto ordinario delle nostre
comunità, delle nostre parrocchie, nella preghiera anzitutto, nella
predicazione, nei cammini di fede ordinari, a partire dal catechismo dei
ragazzi».
Antonio Pintauro
Direttore UCS Diocesi
di Acerra
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