lunedì 27 febbraio 2012

Presentato a Sessa Aurunca "Non avevo la stella-Testimonianza di una bambina deportata per errore"




IL LIBRO DI MARISA ERRICO CATONE TRA COMMOZIONE E AMARCORD



“Non avevo la stella-La testimonianza di una bambina deportata per errore”, il libro scritto da Marisa Errico Catone, la cui famiglia è originaria dell’area aurunca, è stato presentato nella monumentale Sala dei Quadri del Comune di Sessa Aurunca, gremita di studenti ed esponenti del mondo culturale e istituzionale.

Edito da Nuovadimensione a cura di Stefano Gambari, Direttore della Casa della Memoria di Roma, arricchito da una prefazione del giornalista Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, il volume racconta la storia di una famiglia e di una bambina -appunto Marisa Errico Catone- deportata dai nazisti in giro per i lager di mezza Europa nell’erronea interpretazione del cognome del nonno materno di origine slovacca, Worfel, scritto con la dieresi, all’uso cioè ebraico, e non senza, come in effetti era. Da questo equivoco, pervicacemente portato innanzi dalla burocrazia non solo tedesca dell’epoca, è venuta fuori una storia di disagi, mortificazioni, gravissime restrizioni e violenze, concluse per la piccola Marisa Errico con il rientro dai parenti a Roccamonfina, dove ha vissuto e studiato, sposando Ludovico Catone originario di Sessa Aurunca prima del trasferimento a Roma, dove ha insegnato lettere in un istituto superiore, e svolge una intesa attività di traduttrice, poetessa e autrice di testi di canzoni molto popolari.

L’incontro culturale, coordinato da Giulia Lettieri di Interno 18, è stato aperto dai saluti del sindaco Luigi Tommasino, che ha sottolineato l'importanza di non dimenticare momenti così drammatici e significativi della nostra storia, e del vice sindaco Giuseppe Rocco, peraltro anche consigliere provinciale. Ha preso quindi la parola il presidente dell'Associazione Stampa della Provincia di Caserta, Michele De Simone, che ha ricordato la genesi dell'opera, essendo stato tra i primi destinatari della bozza dattiloscritta e tra quelli che ne hanno incoraggiato ed agevolato la pubblicazione. Ha fatto seguito il presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro Alberto Zaza d'Aulisio che ha offerto all'uditorio una interessante panoramica storica sull'ebraismo in provincia di Caserta e, soprattutto, sulle tragiche vicende dei rastrellamenti e degli eccidi nazisti; in proposito ha evidenziato come il comune di Roccamonfina, di dove è originaria la famiglia di Marisa Errico Catone, è stato forse quello con la più alta percentuale, a livello nazionale, di cittadini rastrellati: addirittura mille sui quattromila residenti.

Molto appassionato l'intervento di Ludovico Catone, marito dell'autrice ed ispiratore dell'opera, che per decenni ha invitato la moglie a raccontare in un libro la sua odissea, riuscendoci solo di recente, visto che la stessa, come tanti altri sopravvissuti a lager e campi di deportazione, aveva cercato di rimuovere dalla mente i tragici eventi vissuti. Catone ha anche ricodato la sua giovinezza e gli studi a Sessa Aurunca, salutando con affetto i tanti amici di scuola venuti ad abbracciarlo.

Ha concluso la serie degli interventi l'autrice del libro, Marisa Errico, che si è rivolta, con grande pathos, ai giovani studenti presenti, invitandoli, nei loro studi e nell'impegno quotidiano, "a non dimenticare" i momenti in cui il corso della storia, per il criminale comportamento di uomini e popoli, si è trasformato in lutto, sangue, dolore.

E' seguita una serie di domande poste dagli studenti delle varie scuole presenti alla scrittrice, che ha fornito ulteriori approndimenti sulla sua storia, mostrando poi a sorpresa il piccolo pupazzo, la scimmietta Bibì, che aveva conservato durante tutto il suo peregrinare con i genitori e che le aveva consentito di socializzare con tanti coetanei sfortunati.

La presentazione del libro è stata intercalata dalla lettura di alcuni passi particolarmnente significativi letti da Raffaele D’Ari.


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