IL LIBRO DI
MARISA ERRICO CATONE TRA COMMOZIONE E AMARCORD
“Non avevo
la stella-La testimonianza di una bambina deportata per errore”, il libro
scritto da Marisa Errico Catone, la cui famiglia è originaria dell’area
aurunca, è stato presentato nella monumentale Sala dei Quadri del Comune di
Sessa Aurunca, gremita di studenti ed esponenti del mondo culturale e
istituzionale.
Edito da
Nuovadimensione a cura di Stefano Gambari, Direttore della Casa della Memoria
di Roma, arricchito da una prefazione del giornalista Aldo Cazzullo del
Corriere della Sera, il volume racconta la storia di una famiglia e di una bambina
-appunto Marisa Errico Catone- deportata dai nazisti in giro per i lager di
mezza Europa nell’erronea interpretazione del cognome del nonno materno di
origine slovacca, Worfel, scritto con la dieresi, all’uso cioè ebraico, e non
senza, come in effetti era. Da questo equivoco, pervicacemente portato innanzi
dalla burocrazia non solo tedesca dell’epoca, è venuta fuori una storia di
disagi, mortificazioni, gravissime restrizioni e violenze, concluse per la
piccola Marisa Errico con il rientro dai parenti a Roccamonfina, dove ha
vissuto e studiato, sposando Ludovico Catone originario di Sessa Aurunca prima
del trasferimento a Roma, dove ha insegnato lettere in un istituto superiore, e
svolge una intesa attività di traduttrice, poetessa e autrice di testi di canzoni
molto popolari.
L’incontro
culturale, coordinato da Giulia Lettieri di Interno 18, è stato aperto dai
saluti del sindaco Luigi Tommasino, che ha sottolineato l'importanza di non
dimenticare momenti così drammatici e significativi della nostra storia, e del
vice sindaco Giuseppe Rocco, peraltro anche consigliere provinciale. Ha preso
quindi la parola il presidente dell'Associazione Stampa della Provincia di
Caserta, Michele De Simone, che ha ricordato la genesi dell'opera, essendo
stato tra i primi destinatari della bozza dattiloscritta e tra quelli che ne
hanno incoraggiato ed agevolato la pubblicazione. Ha fatto seguito il
presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro Alberto Zaza
d'Aulisio che ha offerto all'uditorio una interessante panoramica storica
sull'ebraismo in provincia di Caserta e, soprattutto, sulle tragiche vicende
dei rastrellamenti e degli eccidi nazisti; in proposito ha evidenziato come il
comune di Roccamonfina, di dove è originaria la famiglia di Marisa Errico Catone,
è stato forse quello con la più alta percentuale, a livello nazionale, di
cittadini rastrellati: addirittura mille sui quattromila residenti.
Molto
appassionato l'intervento di Ludovico Catone, marito dell'autrice ed ispiratore
dell'opera, che per decenni ha invitato la moglie a raccontare in un libro la
sua odissea, riuscendoci solo di recente, visto che la stessa, come tanti altri
sopravvissuti a lager e campi di deportazione, aveva cercato di rimuovere dalla
mente i tragici eventi vissuti. Catone ha anche ricodato la sua giovinezza e
gli studi a Sessa Aurunca, salutando con affetto i tanti amici di scuola venuti
ad abbracciarlo.
Ha concluso
la serie degli interventi l'autrice del libro, Marisa Errico, che si è rivolta,
con grande pathos, ai giovani studenti presenti, invitandoli, nei loro studi e
nell'impegno quotidiano, "a non dimenticare" i momenti in cui il
corso della storia, per il criminale comportamento di uomini e popoli, si è
trasformato in lutto, sangue, dolore.
E' seguita
una serie di domande poste dagli studenti delle varie scuole presenti alla
scrittrice, che ha fornito ulteriori approndimenti sulla sua storia, mostrando
poi a sorpresa il piccolo pupazzo, la scimmietta Bibì, che aveva conservato
durante tutto il suo peregrinare con i genitori e che le aveva consentito di
socializzare con tanti coetanei sfortunati.
La
presentazione del libro è stata intercalata dalla lettura di alcuni passi
particolarmnente significativi letti da Raffaele D’Ari.
Nessun commento:
Posta un commento