sabato 30 giugno 2018

Nota componenti del Consiglio d'Ambito dell'Ato di Caserta


Noi sottoscritti componenti del Consiglio d’Ambito dell’Ato di Caserta Gabriele Cicala, Emiddio Cimmino (fino al 10.6.18), Angelo Crescente, Domenico D’Angelo, Elpidio Del Prete, Nicola De Nuccio, Dario Di Matteo, Michele Falco, Michele Galluccio, Carlo Marino, Salvatore Martiello, Antonio Mirra, Antonio Montoro, Luigi Munno, restiamo sbigottiti, sconcertati, ma soprattutto amareggiati per una recente esternazione a mezzo social del Presidente Velardi; ed invero per meglio analizzare il contenuto della stessa appare indispensabile una breve cronistoria di questo primo anno di funzionamento dell’ente in questione. I primi mesi sono stati dedicati alle procedure finalizzate alla nomina del Direttore Generale, adempimento richiesto dalla Legge Regione Campania n. 14 del 2016,  con la pubblicazione del bando sul Burc in data  1.12.2017; nella fase successiva il Consiglio ha lavorato istruendo gli atti per l’adozione del regolamento di funzionamento dello stesso, per l’istruttoria delle domande pervenute per la nomina del direttore generale e per l’attivazione delle procedure finalizzate alla nomina dei revisori dei conti dell’ente.
In tale stesso periodo il Presidente Velardi in una prima fase presentava (solo a mezzo stampa e senza nessuna comunicazione né motivazione al Consiglio) le dimissioni dalla carica di Presidente (dimissioni ritirate con le stesse modalità di cui sopra), in una seconda non convocava il Consiglio stesso per alcuni mesi ed infine, nel periodo maggio – giugno 2018, era costantemente assente alle riunioni del Consiglio in una importantissima e fondamentale terza fase.
Fondamentale, in quanto, in data 23 maggio c.a. veniva notificata all’ente, dal Presidente della Regione Campania, la diffida ad adottare nel termine di trenta giorni i citati adempimenti (nomina direttore generale e approvazione del regolamento); in tale comunicazione si riportavano precedenti note di sollecito a tali adempimenti, notificate nei mesi precedenti dalla Regione Campania al Presidente Velardi e dallo stesso mai comunicate al Consiglio, che ne veniva quindi a conoscenza solo nella seduta del 25 maggio 2018, unitamente alla diffida stessa.
Nelle quattro fondamentali riunioni successive al 23 maggio, tutte svoltesi in assenza del Presidente Velardi, i consiglieri presenti hanno costantemente svolto un lavoro finalizzato a porre in essere gli adempimenti richiesti per evitare un possibile commissariamento che rappresenterebbe uno smacco per l’immagine della classe dirigente politica di Terra di Lavoro, vista l’importanza dei temi in campo.
In tale fase il Consiglio, si ripete con la costante assenza del Presidente, redigeva il regolamento  per la cui attuazione manca la sola approvazione,  procedeva in una attenta analisi e istruttoria  dei 26 curricula  ammessi e, infine, attivava le procedure per la nomina dei revisori dei conti, ritenendo di procedere in ogni caso al sorteggio nonostante la nota della Prefettura non lo prevedesse come obbligatorio.
In particolare nell’ultima seduta convocata, il 22 giugno c.a., i consiglieri presenti, sempre in assenza del Presidente Velardi, predisponevano la nota da inviare in Regione Campania nell’imminenza del termine ultimo indicato dalla citata diffida; inoltre, invitavano per iscritto il Presidente Velardi a porre in essere tutti gli adempimenti previsti e finalizzati alla integrale composizione del Consiglio, in considerazione della decadenza di un componente,  adempimento allo stato non conosciuto dal Consiglio, per la cui riunione, fra l’altro, ad oggi non risultano ulteriori convocazioni.
Questa è la storia del primo anno dell’Ente d’Ambito per il servizio integrato dei rifiuti urbani della Provincia di Caserta!


A fronte di quanto sopra evidenziato, e del comportamento in Consiglio d’Ambito del Presidente (o assente o concorde con le decisioni e le valutazioni  assunte sempre sino ad oggi  all’unanimità dei presenti dal Consiglio),  ci chiediamo cosa intenda Velardi quando minaccia a mezzo social le ennesime dimissioni, dichiarando: “O l’Ato rifiuti funziona come Dio comanda, in modo moderno, o si trovassero un altro Presidente”.
Noi intendiamo la modernità come il pieno rispetto delle procedure previste dalla legge, binario, condiviso con il Presidente Velardi, nel quale abbiamo finora operato rigorosamente e intendiamo operare fino a termine del nostro mandato; mai abbiamo ascoltato in Consiglio proposte del Presidente relative a un metodo “moderno”.

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