La riorganizzazione
cela una cessione di ramo d’azienda
La Ctr dà ragione
alle Entrate che recuperano 60 milioni di euro
Era una vera e propria cessione
di ramo di azienda, e non una riorganizzazione, l’operazione messa in campo da
un gruppo societario per ottenere un indebito risparmio d’imposta. È questa, in
sintesi, la motivazione con cui la Commissione tributaria regionale ha dato
ragione alle Entrate consentendo un recupero, per l’Erario, di circa 60 milioni
di euro.
Cessione del ramo d’azienda e
non riorganizzazione - L’Agenzia delle Entrate campana aveva configurato
come vere e proprie cessioni di ramo d’azienda – soggette a imposta di registro
- le operazioni effettuate da una società
di produzione e commercializzazione di manufatti che, invece,
sosteneva di aver realizzato una vasta riorganizzazione aziendale. In questa
ipotesi, i trasferimenti tra società appartenenti allo stesso gruppo europeo di
beni strumentali, risorse umane e conoscenze tecniche, accompagnati dalla
corresponsione di un indennizzo, avevano consentito alla società un indebito
risparmio d’imposta attraverso la detrazione dell’Iva.
La linea difensiva e la
vittoria in Ctr - L’azione di recupero, che ammonta complessivamente a circa
60 milioni di euro, ha riguardato il disconoscimento dell’Iva detratta dalla
società cessionaria in relazione al trasferimento di beni, che, configurando una
cessione d’azienda, è fuori dal campo di applicazione dell’Iva ma soggetta a
imposta di registro.
L’atto di appello proposto dalla
società è stato ritenuto infondato dall’organo giudicante che ha confermato la
sentenza di primo grado.
Da segnalare, infine, anche il
rigetto da parte dei giudici della richiesta di esonero dalle sanzioni, in
quanto il collegio ha ritenuto non configurabile l’errore incolpevole chiarendo
come l’errore sia stato pienamente voluto, al fine di conseguire un
indebito vantaggio fiscale.
Fonte: comunicato stampa
Nessun commento:
Posta un commento