Domani
7 aprile Caserta FilmLab presenterà al Jarmusch Club il secondo appuntamento
del ciclo “i cult di animazione in lingua originale” con Alois Nebel di Tomás
Lunák. Repubblica Ceca 2011. Il lungometraggio di Luňák, animato in bianco e
nero, filmato dal vero e quindi cartonato, si basa sulla trilogia a fumetti di
Jaroslav Rudiš e Jaromír99. E’ stato candidato all´Oscar per la categoria del
miglior film in lingua straniera, e presentato fuori concorso alla 68° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2011. Una storia onirica
sul passato, la memoria e la vendetta, sullo sfondo della transizione céca e
dell’irrisolta memoria dell’espulsione dei tedeschi dai Sudeti. Siamo nell’estate
’89, stazione ferroviaria di Bílý Potok (già Weissbach), persa sui monti
Jesinik, al confine céco con Polonia e Germania Est. Alois Nebel (nebbia, in
tedesco), cinquantenne capostazione, vive solitario assieme al suo gatto e agli
elenchi con gli orari dei treni. Ma quando scende la nebbia e ricopre tutto di
bianco accecante, Alois rivede la stazione 44 anni prima – quando, al termine
della guerra, i tedeschi dei Sudeti (Němec) furono caricati sui treni ed
espulsi per vendetta, come traditori, dalla nuova Cecoslovacchia socialista.
Tra loro anche la sua balia, Dorothe. Passa l’estate, scende l’autunno. Alois è
ricoverato in manicomio dietro delazione del suo aiutante sfaticato, Wachek,
che gestisce col padre il contrabbando di alcolici russi. Cade il muro di
Berlino, si avvia la transizione. In manicomio Alois conosce il muto, Němý, un
fuggitivo che non parla nemmeno sotto tortura. Alois migliora e viene dimesso,
il muto riesce a fuggire, Havel è eletto presidente. Alla stazione di Bílý
Potok, Wachek ha preso il suo posto. Senza lavoro e senza casa, senza capire chi
nelle ferrovie ha il potere di ridargli un lavoro, Alois finisce sulle panchine
della stazione centrale di Praga. Lo salva Květa, madame pipi dei bagni della
stazione, che s’innamora di lui. Alois torna ai monti Jesinik, recupera un
posto da guardiano della ferrovia. Anche il muto ritorna a trovarlo: non ha
ancora compiuto la sua vendetta. Nella zona intanto, con la primavera, si
abbatte un temibile nubifragio, proprio mentre Květa decide di raggiungerlo da
Praga. Alois Nebel, più che un film d’animazione, è una vera animation novel.
“Una esperienza tonificante per chi crede che l’animazione sia qualcosa in più
che supereroi in 3D e storie di animali antropomorfi”. I temi storici toccati –
l’espulsione dei tedeschi dai Sudeti, e la transizione post-socialista – ne
fanno un film prettamente céco, senza per questo risultare inaccessibile a
spettatori di altre culture. Sopra a tutto, sono il tratto grafico e la luce
che creano un’atmosfera fuori dal tempo.
Fonte: comunicato stampa
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