mercoledì 9 aprile 2014

Caserta FilmLab presenta I corpi estranei al Duel Village domani sera. Ospite in sala il regista Mirko Locatelli

Doppio appuntamento questa settimana per Caserta FilmLab che domani 10 aprile presenterà al Duel Village “I corpi estranei” alle 21. Un bambino di pochi mesi che lotta contro il cancro e un padre che lo accompagna in questa battaglia. Siamo dinanzi a un film che racconta la malattia, ma in cui la malattia non è protagonista, come non è protagonista il piccolo Pietro. Protagonista è invece un padre nel ruolo di “caregiver”: Antonio (Filippo Timi), che trasferisce la sua vita in un ospedale milanese, in cui scorrono lunghi, indefiniti e confusi giorni in attesa prima del delicato intervento di suo figlio e poi del suo esito. E proprio quest’attesa è ciò su cui il film si sofferma, concedendosi tempi lunghi, abbastanza “estranei”, inediti nel cinema italiano. Mirko Locatelli firma questo lavoro, un regista disabile, tetraplegico, che già in passato si è confrontato con il tema della malattia: al suo esordio con “Come prima” nel 2004, nel 2005, di nuovo la disabilità di un ragazzo era protagonista del documentario “Crisalidi”; e poi ancora, nel 2010, nel documentario “Una destinazione imprevista”, Locatelli aveva dato voce ad alcuni genitori di ragazzi disabili. Ora, “I corpi estranei” racconta la malattia infantile dall’originale punto di vista del padre. Perché è un padre, non una madre, a stare al fianco del bambino e accudirlo in questa faticosa e delicata circostanza. La madre è rimasta a casa, lontano da Milano, accanto agli altri due figli. Antonio è un uomo pragmatico, costretto ad affrontare e risolvere in fretta anche i piccoli problemi che sorgono introno al dramma principale, la ricerca del lavoro, il guasto dell’auto e del gabinetto. Antonio, poi, non si concede a quel clima “solidale” e fraterno che si crea nei corridoi degli ospedali, scostante e scontroso con chi si interessa a suo figlio, mantiene le distanze soprattutto dai vicini di stanza, dei ragazzi arabi che assistono un amico malato. Uno di questi, il giovane Jaber, si affeziona al piccolo Pietro, ma è costretto a osservarlo da lontano, mentre la mano che porge più volte ad Antonio, offrendogli il proprio aiuto, è quasi sempre rifiutata. Antonio non guarda con benevolenza gli stranieri, anzi non solo è insofferente verso i loro atteggiamenti e le loro abitudini, ma detesta la “puzza” dell’olio con cui ungono i malati e schernisce le loro preghiere. “Il film si svolge tutto in luoghi – osserva lo stesso regista – Il parcheggio, il mercato, i corridoi e le stanze d’ospedal. E il protagonista – aggiunge – non è il bambino malato, non è lui a farci pena, ma suo padre, che vediamo sempre in campo e seguiamo continuamente, per lo più a un metro dalle sue spalle”. Il film prende spunto da un’idea della sceneggiatrice Giuditta Tarantelli, moglie del regista. “Avevo visto in un ospedale un padre che accudiva il figlio, un padre meridionale, in una struttura del nord. La scena mi ha colpito e abbiamo deciso di provare a farne un film”. La scrittura è durata due anni, nel frattempo nuove idee si sono aggiunte e la trama “è stata contaminata da ciò che, in questi due anni, accadeva intorno a noi. E’ nato così il personaggio di Jaber, insieme alla necessità di inserire nel film anche il mondo dell’immigrazione”. Di notte Antonio lavora, di giorno si trascina dalla stanza al bagno, dalla mensa al distributore del caffè, fino al terrazzo in cui consuma le sue numerose sigarette. Il film resta fedele, dall’inizio alla fine, alla propria sobrietà, alla pacatezza dei toni e dei colori. Nessun cedimento alle emozioni spesso scontate dei film italiani: le lacrime sono poche e per lo più trattenute. La metafora della malattia si compie così, nel discreto dolore della lontananza da casa, nell’angoscia riservata dell’attesa e nella controllata gioia della risoluzione. Durante l’evento il direttore artistico Francesco Massarelli incontrerà da vicino il regista e sua moglie, la sceneggiatrice Giuditta Tarantelli così che il pubblico avrà modo di poter intervenire e interagire con i due ospiti.

Fonte: comunicato stampa

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