Con ordinanza emanata a margine della camera di consiglio tenutasi lo scorso mercoledì, la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, presieduta dal Giudice Cesare Mastrocola, ha definitivamente sospeso l'efficacia della nota con cui, nel maggio 2012, la Regione Campania prima ed il commissario liquidatore del disciolto consorzio della Valle Telesina Catenacci avevano invitato il presidente del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano Prof. Pietro Andrea Cappella ad organizzare gli adempimenti necessari per attivare concretamente il trasferimento dei 15 dipendenti amministrativi del soppresso Consorzio della Valle Telesina presso gli uffici dell'Ente consortile che ha sede in Piedimonte Matese.
La decisione dei giudici amministrativi che, in accoglimento della richiesta formulata dai difensori del Consorzio Luigi Maria D'Angiolella ed Eleonora Marzano, blocca ancora una volta l'immissione in servizio del personale nel consorzio casertano, confermando così la fondatezza delle ragioni addotte finora dall'amministrazione Cappella avverso il trasferimento con tanto di 7 milioni e mezzo di euro di arretrati verso enti previdenziali e assistenziali a fini pensionistici, è arrivata all'indomani della recente pronuncia della Corte Costituzionale dinanzi alla quale proprio il Tar di Napoli, nel novembre di due anni fa, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge regionale n.11 del maggio 2012.
Nel prendere atto che i giudici di Palazzo dei Marescialli, nella sentenza n. 204 dello scorso 16 luglio, hanno specificato che “l'art. 3 della norma regionale può essere interpretata come mero sollecito alla conclusione della procedura” e che ciò deve avvenire nel rispetto dei principi costituzionali, tra cui quello di buon andamento di cui all’art. 97 della Costituzionale, tra cui figura l’effettivo e corretto impiego dei lavoratori nel nuovo organismo in cui vengono inseriti, i magistrati del Tar hanno sottolineato come sia stata la Corte Costituzionale a ritenere "la previa necessaria determinazione dei criteri e delle modalità relativi all’individuazione delle figure professionali e dei dipendenti destinati a ricoprirle in modo congruente e compatibile con l’apparato amministrativo ricevente. La fase attuativa della disposizione censurata non può, quindi, prescindere dall’esercizio della funzione di riassetto del Consorzio di Bonifica interessato, spettante alla Regione Campania”.
Inoltre, sempre la Corte ha puntualizzato che "la previsione di spesa contenuta nella legge regionale si risolve in una copertura temporanea attraverso una stima di massima degli oneri che saranno effettivamente da sostenersi per l’attuazione del processo; tra l’altro, non sarebbe possibile stabilire un vincolo di destinazione definitivo per il pagamento delle spese del personale, senza con ciò violare il principio di unità del bilancio", risultando così "confermata la fondatezza dei rilevi formulati dal Consorzio ricorrente in punto di carenza di istruttoria, dubbi condivisi da questo Collegio nell’ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale, sebbene come profili di illegittimità costituzionale della norma regionale".
Pertanto, il Tar Campania ha definitivamente ritenuto meritevole di accoglimento ai fini del riesame la richiesta di sospensiva del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, "dovendo la Regione Campania compiere la necessaria attività istruttoria specificata nella sentenza della Corte Costituzionale, da ritenersi preparatoria e strumentale all’adozione di provvedimenti amministrativi di attuazione della volontà legislativa, assicurando la più ampia partecipazione ai sensi della legge 7 agosto 1990 n. 241 al Consorzio ricorrente ed alle parti sociali interessate".
I giudici hanno, quindi, fissato anche l'udienza di merito per il prossimo 15 aprile, quando verranno affrontate anche le questioni sin qui sollevate a ragione dal Presidente Cappella e legate all’improvviso ed intempestivo sovraccarico di personale che crea una incisiva disorganizzazione ed appesantimento della dotazione complessiva del consorzio, la mancata disciplina e distribuzione, in capo ai vari soggetti interessati (Regione, gestione liquidatoria, Consorzio Sannio Alifano) degli oneri previdenziali ed assistenziali pregressi nonché degli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto, ed infine la mancata copertura finanziaria e le conseguenze finanziarie sul bilancio dell’ente che potrebbero condurre ad uno stato di dissesto o, comunque, di grave deficit economico-finanziario.
Tutte problematiche che non sono mai state affrontate attraverso un’articolata e ponderata istruttoria, assente dal momento che il Consiglio regionale della Campania ha deciso di fare la legge senza tenere conto delle conseguenze e dei risvolti negativi della stessa.
Fonte: comunicato stampa
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