Un
gesto di solidarietà che va oltre i confini geografici e rispecchia in pieno la
missione e gli obiettivi dell’evento che lo ospiterà. Il 3 e il 4 maggio
prossimi, al Paladua, durante la messa in scena di Streetlight – il Musical del
Gen Rosso che coinvolgerà sul palco e dietro le quinte 150 giovani campani - la
Caritas di Benevento attiverà una raccolta fondi a sostegno dei sopravvissuti
al terribile terremoto che lo scorso 25 aprile ha colpito la Repubblica
Federale Democratica del Nepal, ma anche per donare un po’ di conforto ai
familiari dei tantissimi morti e dispersi. Infatti, mentre continua ad
aumentare il numero dei corpi ritrovati senza vita, diventa sempre più urgente
riuscire ad inviare aiuti, non solo umanitari, ma anche economici e alimentari,
ai volontari presenti in Nepal, che senza sosta stanno soccorrendo i superstiti
e i senza tetto. Da qui la scelta della Caritas che, in accordo con
l’Arcidiocesi di Benevento, ha deciso di attivarsi per aggiungere un’altra
goccia di speranza e fraternità alle campagne di solidarietà che nei giorni scorsi
hanno preso il via. «E’ una buona occasione per una piccola iniziativa a
sostegno di una popolazione in difficoltà - ha commentato don Nicola De Blasio,
direttore della Caritas sannita -, in attesa di eventuali iniziative di solidarietà
in ambito diocesano».
». Gli
operatori della Caritas saranno impegnati al Paladua per la raccolta fondi nel
pomeriggio di domenica 3 maggio (dalle ore 18.30) e nella mattinata di lunedì 4
maggio (dalle 9.30), presso un gazebo dove forniranno anche informazioni e
aggiornamenti sulla situazione in Nepal. Contemporaneamente, dopo due giorni di
workshop e lezioni, il Gruppo artistico internazionale Gen Rosso, nell’ambito
della sua azione “Forti senza Violenza”, salirà sul palco del Paladua con i
giovani partecipanti al progetto «Officine di Fraternità». Attraverso il
Musical “Streetlight” il pubblico cercherà di superare la paura della
diversità, e imparerà a dire “no” alla violenza, all’indifferenza e al
razzismo. Una sfida ambiziosa che, se da un lato insegnerà ai tanti giovani
partecipanti cosa significhi stare insieme e collaborare per raggiungere un
obiettivo comune, dall’altro gli dimostrerà il valore del donare senza
aspettarsi nulla in cambio, per cominciare a credere che, soprattutto di fronte a tragedie e catastrofi naturali, non
esistono distanze, origini, colore della pelle, religione né lingua.
Fonte: comunicato stampa
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