Il Signor Francesco Mangiacapra ha consegnato, ieri
mattina, al Cancelliere della Curia Arcivescovile negli Uffici di Largo
Donnaregina, un Dossier di denuncia di casi di presunta omosessualità, ritirando
il CD già portato il 21 febbraio scorso, “per fornire invece un file con lo
stesso materiale, ma disposto in maniera più ordinata”.
“L’unico elenco di nomi che io
fornisco è quello di stamattina, corredato da ciò che ritengo essere delle
prove” ha sottolineato ieri l’Autore del Dossier nella dichiarazione da lui
resa e verbalizzata, sottoscritta da lui stesso, dal Cancelliere e dal “notaio
ad actum”. E ha precisato che “su internet e WhatsApp circola un file
denominato preti Salerno 1, in cui sono elencati una serie di nomi di preti…
che si imputano come gay. Non sono stato io – ha detto - a redigere questo
elenco che circola, sebbene risulta firmato a mio nome.”.
A tale riguardo il Mangiacapra ha
aggiunto che “l’elenco numerico dei nomi diffuso da alcuni organi di stampa è
impreciso, perché ai nomi che effettivamente segnalo in questa sede con
relativi allegati vengono ingiustamente aggiunti nomi di altri preti a loro
volta menzionati nelle conversazioni allegate”.
Così continua il Dichiarante: “Questo
mio file contiene 34 sacerdoti e 6 seminaristi. Preciso altresì che non
riscontro nel materiale consegnato casi di pedofilia né alcun profilo di
condotta penalmente rilevante: si tratta di peccati, non di reati”.
Nella circostanza, il Signor Mangiacapra
ha aggiunto: “Mi sono rivolto alla Diocesi di Napoli innanzitutto perché
risiedo a Napoli e questa è la curia per me più facilmente raggiungibile, in
secondo luogo per la presenza di P. Ortaglio, che ho avuto modo di conoscere ed
apprezzare…”.
Il Mangiacapra così conclude la sua
dichiarazione: “Dopo aver preso visione del documento stampato in mia presenza
presso questa Curia Arcivescovile in data odierna, dichiaro che esso, composto
da pp. 1233, è da me sottoscritto sulla prima ed ultima pagina e corrisponde
integralmente al file da me esibito”.
Il
Cardinale Crescenzio Sepe, preso atto di detto documento, contenente chat, e
tenuto conto che esso fa riferimento a Diocesi diverse, ha deciso di
trasmetterlo alle competenti Autorità Ecclesiastiche del Vaticano per gli
adempimenti ritenuti necessari.
Al di là della competenza – ha
dichiarato il Cardinale Sepe – e al di là del fatto che, nel documento
sbobinato e stampato, lasciato e sottoscritto dall’Autore, non figurano nomi
riconducibili alla Diocesi di Napoli, resta la gravità dei casi denunciati per
i quali, allorché accertati, coloro che hanno sbagliato devono pagare e devono
essere aiutati a pentirsi per il male fatto.
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