Sport amatoriale più
sicuro. I defibrillatori saranno obbligatori per le società oltre gli esami
medici necessari per gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai 65. In
vigore il dm che disciplina le linee guida per i “salvavita”per le società
amatoriali, che dovranno dotarsi di defibrillatori automatici. Lo prevede il
decreto del ministero della Salute pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 169/13.
L’adozione prevista dal’articolo 7 comma 11 del decreto salute e sviluppo del
2012 indica gli adempimenti necessari per i soggetti non tesserati alle
federazioni sportive nazionali, alle discipline associate, agli enti di
promozione sportiva riconosciuti dal Coni, che praticano attività amatoriale
ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale, che devono
sottoporsi a controlli medici periodici secondo indicazioni precise. Gli atleti,
senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un
qualunque medico abilitato alla professione e il certificato avrà valenza
biennale. Mentre i soggetti che riportano almeno due delle seguenti condizioni
(età superiore ai 55 anni per gli uomini e ai 65 per le donne, ipertensione
arteriosa, elevata pressione arteriosa differenziale nell’anziano, l’essere
fumatori, ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, glicemia alterata a digiuno o
ridotta tolleranza ai carboidrati o diabete di tipo II compensato, obesità
addominale, familiarità per patologie cardiovascolari, altri fattori di rischio
a giudizio del medico) dovranno essere visitati necessariamente da un medico di
medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport, che
dovranno effettuale un elettrocardiogramma a riposo e eventualmente altri esami
necessario secondo il giudizio clinico. Il certificato dovrà essere rinnovato
ogni anno;i soggetti con patologie croniche conclamate diagnosticate dovranno
ricorrere a un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta, un
medico dello sport o allo specialista di branca, che effettuerà esami e
consulenze specifiche e rilascerà a proprio giudizio un certificato annuale o a
valenza anche inferiore all’anno. Il certificato andrà esibito all’atto di
iscrizione o di avvio delle attività all’incaricato della struttura o del luogo
dove si svolge l’attività.
Non sono invece tenuti
all’obbligo della certificazione le persone che svolgono attività amatoriale
occasionale o saltuario, chi la svolge in forma autonoma e al di fuori di
contesti organizzati, i praticanti di alcune attività con ridotto impegno
cardiovascolare, come le bocce (escluse le bocce in volo), biliardo, golf, pesca
sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, ginnastica per anziani,
“gruppi cammino”, e chi pratica attività ricreative come ad esempio il ballo.
Gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole
nell’ambito delle attività parascolastiche, i partecipanti ai giochi sportivi
studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale e le persone che svolgono
attività organizzate dal Coni o da società affiliate alle Federazioni o agli
Enti di promozione sportiva che non siano considerati atleti agonisti devono
sottoporsi a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina
generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport. La visita dovrà
prevedere la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a
riposo. Regole più stringenti sono previste per chi partecipa ad attività ad
elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o
le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci: in questo caso verranno effettuati
accertamenti supplementari.
Le società sportive
dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di
defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le società dilettantistiche che
svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società
dilettantistiche hanno trenta mesi di tempo per adeguarsi, quelle
professionistiche sei. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono
associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi
con i gestori degli impianti perché siano questi a farsene
carico.
Per Giovanni D’Agata
presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”,
l’adozione obbligatoria di un defibrillatore a portata di mano può salvare la
vita. Ed ora necessaria una legge dello Stato che sancisca l’obbligatorietà di
corsi autorizzati di primo intervento riconosciuti a livello nazionale e la
presenza di dispositivi di defibrillazione nei luoghi aperti al pubblico che
senza alcun dubbio limiterà i decessi conseguenti ad arresto cardiaco e
contribuirà a ridurre il gap tra il Nostro Paese e gli altri stati
industrializzati dove da anni sono state approntate stabili strategie per
garantire il pronto intervento nei luoghi della vita quotidiana.
Fonte: comunicato stampa
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