Legame primitivo tra il corpo e il mondo e
strumento di assimilazione di qualità fisiche e psicologiche, il cibo rappresenta
un elemento di estrema importanza nella storia dei popoli, nella cultura non
solo materiale delle civiltà assieme agli utensili che ne declinano la
preparazione e il consumo, assieme ai riti che ne fanno un momento di
socializzazione. Dietro la
funzione sociale del condividere la stessa mensa è possibile intravedere le
tracce di un suo potere ancestrale e magico. I rituali di
condivisione si apparentano a una rappresentazione e la sua assunzione diventa
interiorizzazione, traslando dal piano fisico a quello metafisico e filosofico.
L’happening di Peppe Ferraro, concepita
durante un set fotografico della sua installazione
assieme a Giovanni Izzo, fotografo e raffinato testimone della terra Felix maledetta
e ferita a morte, realizzato grazie alla disponibilità di Battista Marello,
artista, parroco e custode delle tradizioni e dell’identità culturale di San
Leucio, è il secondo tassello di un mosaico articolato e complesso che si snoda
sul territorio della provincia di Caserta, momento significativo del progetto
“Cene interrotte” ideato e curato per Terre Blu da a Enzo Battarra e Giuseppe
Coppola (il primo evento ha visto impegnati gli allievi dell’Istituto
Alberghiero Galileo Ferraris di Caserta e lo chef Michele Campolattano in una kermesse gastronomica interamente dedicata alle “cene” realizzate
dagli artisti).
“La
croce – afferma Giuseppe Coppola –, emblema antichissimo di unione tra umano e
divino (orizzontale e verticale che si incontrano in un centro), assunta dal
cristianesimo come simbolo di redenzione, di una passione che è morte e
rigenerazione e dunque anche passione amorosa, diventa nell’installazione di
Peppe Ferraro icona da realizzare utilizzando doghe di botti che si intersecano
alla confluenza di utensili di terra, cotti nel forno e smaltati nel rosso del
sangue e del vino; rappresentazione del vino come sangue della terra; simbolo
di ebbrezza estatica e riconciliazione dell’uomo con la terra e col Dio, con lo
spirito attraverso il corpo. E’ questo il significato più profondo del cibo che
si fa oggetto di arte e design essendo già, esso stesso, oggetto filosofico e
corpo commestibile.”
Peppe
Ferraro, esponente di spicco di quegli anni Settanta nei quali i riflettori
della stampa e della critica nazionale erano accesi sull’attività di
sperimentazione e di avanguardia che la nostra provincia esprimeva in campo
artistico, ha lavorato per un anno presso Terre Blu alla realizzazione di quattro
installazione dedicate rispettivamente al pane, al vino, all’olio e ai germogli.
Promosso
da Terre Blu e sostenuto dalla Confapi, dal Dipartimento di Architettura e
Design della SUN e dall’Ordine degli Architetti, il progetto “Cene interrotte”
coinvolge gli artefici più rappresentativi di quel periodo nella realizzazione di
ideali e metaforiche “cene filosofiche” (che sono in realtà installazioni ed
opere d’arte) concepite a confine tra food-design
e arti visive, tutte realizzate direttamente nello studio Terre Blu dagli
artisti invitati, luogo di workshop sperimentali e laboratorio di approfondimento
sulla ceramica e l’innovazione dei linguaggi artistici ed espressivi. Il
progetto si configura come revisione critica e storicizzazione di un periodo
particolarmente fecondo per l’arte contemporanea in provincia di Caserta e in
Campania, del quale recupera e restituisce tutta la sua attualità e la sua
carica ancora dirompente proponendo nuove e importanti esposizioni all’interno
dei più significativi edifici storico-artistici del territorio, oggetto di un
volume di prossima pubblicazione curato da Enzo Battarra e Giuseppe Coppola.
La
tavola, luogo di incontro tra cibi, culture, identità, luogo di relazioni
amorose, sociali, economiche, si configura così alla confluenza tra i sistemi
dell’arte, dell’architettura, del design, della comunicazione e costituisce un
modello teorico e culturale in grado di riprodurre e reinventare i luoghi reali
e i sistemi complessi che caratterizzano la contemporaneità e la storia, i
territori, le relazioni. Il rapporto tra cibo e arte, ben lontano da essere
esercizio formale separato dal contesto socio-economico, può allora disvelare
significati latenti e apparentamenti tra abitudini alimentari e comportamenti
sociali e diventare non solo
espressione culturale di un territorio, ma anche strumento di valorizzazione e
promozione economica e turistica dello stesso.
Fonte: comunicato stampa
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