Quanti soffrono di
pressione alta ai giorni nostri? Una serie di fattori, tra cui quelli genetici,
ma anche alimentazione, sedentarietà e stress sono caratteristiche comuni di una
condizione patologica che interessa fino al 45% della popolazione europea.
La diffusione a macchia
d’olio dell’ipertensione arteriosa è preoccupante perché ci rende più fragili:
riduce silenziosamente, giorno dopo giorno, l’efficienza del sistema
cardiovascolare; altera la normale funzionalità di organi preziosi come il rene;
causa disabilità e morte per infarto o ictus.
Visto il ruolo centrale di
questa patologia sugli aspetti sanitari ed economici della nostra società,
rileva Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è
opportuno portare all’attenzione del pubblico la rilevante circostanza che
l’European Society of Hypertension (ESH) e l’European Society of Cardiology
(ESC) hanno di recente aggiornato le precedenti linee guida del 2007
sull’ipertensione arteriosa semplificando alcuni aspetti di gestione
terapeutica.
La raccomandazione
principale è quella di ottenere una riduzione della pressione arteriosa
sistolica sotto i 140 mmHg e della pressione diastolica sotto i 90 mmHg in tutti
i pazienti ipertesi, anche in quelli definibili ad alto rischio: in questi
pazienti, infatti, una riduzione più marcata (sotto i 130 mmHg) comporta un
aumento di eventi coronarici.
Nel documento integrale si
trovano tabelle e algoritmi con tutte le indicazioni su quando e come iniziare
il trattamento. In buona sostanza viene promosso un trattamento su misura senza
indicare una gerarchia d’uso per classi farmacologiche. È però il medico a dover
scegliere il farmaco più adatto alle condizioni cliniche di ciascun paziente
ricordando, ad esempio, la maggior utilità di ACE inibitori o sartani in
pazienti con microalbuminuria o danno renale, così come la controindicazione per
i betabloccanti negli asmatici.
Altri aspetti fondamentali
da non scordare sono il controllo della pressione arteriosa a casa, oltre a
quello ambulatoriale, così come la necessità di una valutazione globale dei
fattori di rischio cardiovascolari per ogni soggetto trovato
iperteso.
Per tutti, ipertesi e sani,
le linee guida ricordano l’importanza vitale dei corretti stili di
vita:
• ridurre il consumo
complessivo di sale a 5-6 g al giorno;
• moderare l’assunzione di
alcol;
• controllare il peso
corporeo;
• praticare esercizio
fisico regolarmente;
• smettere di
fumare.
Fonte: comunicato stampa
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