Il caso FONDIARIA SAI, come
il “vaso di pandora” potrebbe scoperchiare molte pentole stranamente sigillate
nel corso degli ultimi anni e far riaffiorare quanto denunciato dal 2003
nell’intero settore R.C.Auto alla Procura della Repubblica di Lecce da Giovanni
D’Agata, all’epoca funzionario-ispettore sinistri appena licenziato dalla
società di servizi liquidativi RASSERVICE S.c.p.A. proprio per aver denunciato
fatti analoghi, oggi presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” e
ritornato sul posto di lavoro dopo una travagliata vicenda processuale che era
giunta sino alla Corte di Cassazione.
Si perché il sistema
descritto per l’alterazione delle cosiddette “riserve” in un articolo del
quotidiano economico “Il Sole 24ore” di venerdì 19 luglio scorso dall’eloquente
titolo “Così Fonsai truccava le
riserve”, fa accapponare la pelle non solo per il contenuto della
notizia stessa e dei metodi riportati, ma soprattutto se messo a confronto con
quanto denunciato in un dettagliatissimo esposto – denuncia alla Procura della
Repubblica di Lecce cui scaturì l’indagine rubricata con il numero di registro
di notizie di reato 1266/03 e che inspiegabilmente, dopo ben tre richieste di
archiviazione da parte dell’allora sostituto procuratore dott. Imerio Tramis, e
altrettante opposizioni da parte dello scrivente difeso dall’avvocato Luigi
Rella del Foro di Lecce, fu archiviato e rimase senza alcun
seguito.
La vicenda, purtroppo, fu
forse sottovalutata perché vista come una “classica” bega tra colleghi, ma
l’esposto-denuncia in questione che alleghiamo per opportuna conoscenza dei
media e della cittadinanza, riportava fedelmente e senza alcuna possibilità di
dubbio fatti che esulavano totalmente dal semplice rapporto di lavoro e cosa in
realtà accadeva nell’ispettorato sinistri di Lecce della RASSERVICE e cosa
sarebbe potuto accadere se i meccanismi smascherati fossero stati replicati su
tutte le strutture liquidative nazionali con effetti a danno della regolarità
del mercato assicurativo e conseguenze pregiudizievoli sulle tariffe e sui premi
per gli assicurati-consumatori.
Il tutto nel silenzio delle
associazioni dei consumatori nazionali e con la sola piccola, ma autorevole,
cassa di risonanza dello “Sportello dei Diritti” presso l’ente provincia di
Lecce il cui assessorato era stato delegato all’ex magistrato Carlo Madaro che
aveva provveduto a segnalare anche all’ISVAP (all’epoca organismo di vigilanza
sulle assicurazioni) con un autonomo esposto amministrativo queste gravi
irregolarità, ma senza ottenere alcuna risposta, neanche un timido
accenno.
Oggi, l’inchiesta su
FONDIARIA – SAI ci dà completamente ragione e svela alla generalità del
pubblico quanto era stato già ampiamente denunciato ormai dieci anni or sono e
che era stato riportato solo da alcuni media anche a carattere nazionale.
L’indagine su FONSAI,
quindi, ci obbliga a chiedere all’attuale procuratore capo della Repubblica di
Lecce di riesumare quel fascicolo di cui all’R.G.N.R. 1266/03
ingiustificatamente archiviato per verificare puntualmente se quanto denunciato
corrisponda a specifici reati, anche di natura associativa, e le eventuali
ripercussioni sul settore delle assicurazioni con particolare riferimento agli
effetti sui premi assicurativi e quindi sui
consumatori.
Fonte: comunicato stampa
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