Giornata di lutto per lo sport brasiliano. Nella notte un aereo con a bordo 81 persone è precipitato mentre si avvicinava all'aeroporto Jose Maria Cordoba della città colombiana di Medellin; sull’aereo viaggiavano anche i giocatori del Chapecoense, squadra della seria A brasiliana che domani avrebbe disputato la prima tappa della finale di Copa Sudamericana, il corrispettivo dell'Europa League, contro i colombiani dell'Atletico Nacional.
Secondo una prima ricostruzione il velivolo, un British Aerospace 146 gestito dalla compagnia charter boliviana Lamia, dopo essere partito da San Paolo avrebbe fatto scalo in Bolivia per poi dirigersi verso Medellin. L'aereo avrebbe quindi perso il contatto con la torre di controllo poco dopo l'una di notte per poi schiantarsi, riferiscono i media locali, nel tentivo di effettuare un atterraggio di emergenza. Alcune indiscrezioni provenienti dall’aeroporto colombiano parlerebbero di alcuni “problemi all’impianto elettrico”segnalati dal personale di bordo; inoltre i piloti avrebbero inviato un messaggio di emergenza alle 22.00 di lunedì (ora locale). Le squadre di soccorso sono state attivate immediatamente ma un elicottero dell'esercito è stato costretto a rientrare alla base a causa della scarsa visibilità dovuta alle forti piogge. Stando a quanto affermerebbe il responsabile dell'agenzia per l'aviazione civile colombiana Alfredo Bocanegra, però, al momento le autorità non escludono nessuna ipotesi sulle cause del disastro e si fa strada la teoria che l'aereo sia rimasto a secco di carburante.
L'autorizzazione negata
Mistero anche sul cambio aereo del club brasiliano. La Chapecoense avrebbe infatti dovuto viaggiare su un charter, ma l'aviazione civile brasilianaavrebbe negato l'autorizzazione alla partenza, costringendo i giocatori a cambiare i piani. La squadra avrebbe così preso un aereo commerciale partito due ore dopo rispetto a quello previsto. Per questo motivo avevano cancellato l'allenamento in Colombia.
I sopravvissutiTragico il bilancio dell’incidente: al momento i morti sarebbero 75. Sei i sopravvissuti, fra cui tre giocatori del Chapecoense: Jacson Ragnar Follmann, Alan Luciano Ruschel e Helio Zampier Neto; quest’ultimo, difensore nel club, è stato ritrovato dai soccorritori sotto i rottami dell'aereo. Salvi anche un'assistente di volo, Rafael Correa Gobbato, il tecnico Erwin Tumiri
ed un giornalista, Ximena Suarez. Non ce l’ha fatta, invece, Marcos Danilo: il giovane portiere del Chapecoense, che era sopravvissuto all’impatto, è deceduto poco dopo essere arrivato in ospedale. Fra le vittime dello schianto anche Filipe Machado, ex giocatore della Salernitana. Si è invece salvato un altro “italiano” Claudio Winck, che anno scorso ha vestito la maglia del Verona. Winck, infatti, non era stato convocato e quindi non si trovava a bordo del tragico volo.
La tragica favola dei Chapeconense
Il Chapecoense, fondato nel 1973, rappresenta la città di Chapecó, un importante centro industriale del Brasile di 200mila abitanti, nello stato di Santa Catarina, nel Sud del paese. Rimasto a bassi livelli fino al 2009, quando giocava nel campionato di Serie D, negli ultimi anni si è reso protagonista di un'ascesa eccezionale, culminata con l’approdo in prima divisione nel 2014. Un percorso da sogno, che a molti ha ricordato quello di un'altra "piccola" fra le big: il Leicester di Ranieri, che la passata stagione ha conquistato la Premier. Un sogno che aveva iniziato a prendere forma già lo scorso anno con la prima partecipazione internazionale del club e la successiva qualificazione alla Copa Sudamericana, conclusasi con un buon piazzamento ai quarti. Ma era la finale che avrebbe disputato domani il coronamento del sogno: con l'eliminazione in semifinale degli argentini del San Lorenzo, infatti, il Chapecoense si era guadagnato la prima finale della Sudamericana nella sua storia, con una serie di vittorie che avevano fatto innamorare tutto il Brasile. Una favola che si è tragicamente interrotta, colpendo al cuore il mondo del calcio brasiliano ed internazionale. Il Conmebol, la Confederazione Sudamericana del Calcio, ha annunciato la sospensione ogni attività calcistica per lutto.
La richiesta degli avversari
E mentre tutto il mondo piange gli atleti tragicamente scomparsi, dagli avversari mancati dell’Atletico Nacional arriva una richiesta alla Conmebol: assegnate la Copa Sudamericana venga assegnata al club brasiliano.
Da Superga a Monaco, i lutti aerei dello sport
Quello di ieri in Colombia non è però l’unico incidente che ha visto protagonisti gli sportivi di tutto il mondo. Dal “Grande Torino”, la cui ferita rimane indelebile nella memoria degli italiani, fino a Monaco o alla Russia, ecco i principali casi di tragedie dell'aria in cui sono stati coinvolti sportivi.
- 2 agosto 1931: Giovanni Monti II (ex giocatore del Padova) cade con il suo aereo nel Lago di Garda.
- 20 aprile 1941: Luigi Barbesino, già capitano del Casale e nazionale azzurro, scompare dai radar in una trasvolata tra la Sicilia e Malta.
- 4 maggio 1949: è il giorno della Tragedia di Superga: un aereo con a bordo la squadra del Grande Torino si schiantò contro il muraglione della Basilica di Superga. L’incidente aereo calcistico più famoso di tutti i tempi. Perdono la vita 31 persone, tra cui l’intera squadra del Torino. Il velivolo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dopo una amichevole con il Benfica per festeggiare l’addio al calcio del capitano della squadra lusitana Josè Ferreira. Nell’incidente persero la vita i 18 componenti della squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi, che costituiva i dieci undicesimi della nazionale. Nelle ultime quattro partite di campionato sia i granata che gli avversari schierarono le giovanili e la squadra piemontese vinse il titolo.
- 25 gennaio 1953: Ermanno Silvano (arbitro di Torino) muore in un incidente aereo mentre rientra dalla Sardegna a Roma.
- 6 febbraio 1958: 8 giocatori del Manchester United, al rientro da un match di Coppa Campioni a Belgrado, perdono la vita schiantandosi al decollo dall’aeroporto di Monaco di Baviera. Nel 1958 sir Matt Busby, tecnico del Manchester United, allestì una squadra poi diventata famosa con il nome di Busby Babes. Nonostante molti di loro fossero al di sotto dei 20 anni, i red devils vinsero il campionato inglese nel 1956 e nel 1957. Con un’età media di 22 anni, il team dominò in patria e all’estero. Ma nel febbraio del 1958, dopo una partita di Coppa dei Campioni, l’aereo su cui viaggiava la squadra ebbe un incidente in fase di decollo a Monaco di Baviera e sette calciatori morirono all’istante. Duncan Edwards, all’epoca il più giovane inglese ad aver giocato in competizioni internazionali, morì 15 giorni dopo. Matt Busby ricevette due volte l’estrema unzione per la gravità delle ferite riportate, ma miracolosamente si salvò.
- 16 luglio 1960: all’aeroporto di Kastrup, durante il decollo, cade un aereo diretto a Herning. Perdono la vita 8 giocatori della Nazionale Olimpica danese.
- 3 aprile 1961: è la volta dell’intera formazione del Green Cross (Cile), il cui aereo si schianta contro un monte sulla Cordigliera delle Ande. Muoiono 24 persone, tra cui l’attaccante argentino Eliseo Mourino.
- 28 gennaio 1966: all’aeroporto di Brema precipitò al suolo, in fase di atterraggio, il velivolo della Lufthansa che trasportava 46 persone, di cui 7 atleti della nazionale azzurra di nuoto e il loro tecnico Paolo Costoli: nessun superstite.
- 26 settembre 1969: The Strongest La Paz, la formazione boliviana, è in lutto. Gravissimo disastro aereo durante una trasferta per una gara celebrativa. Muoiono 16 giocatori, più l’allenatore e due membri dello staff.
- 13 ottobre 1972: una tragedia che ispirò il film Alive. Un aereo che portava una squadra di rugby dell’Uruguay si schiantò sulle Ande, in Cile. Morirono 29 persone, ma 10 settimane dopo furono ritrovati i resti dell’aereo e furono tratti in salvo 16 superstiti che si erano cibati dei loro compagni.
- 11 agosto 1979: sui cieli d’Ucraina si scontrano due Tupolev. In uno di questi ci sono gli uzbeki del Pakhtakor Tashkent, al ritorno da una trasferta di campionato a Minsk, in Bielorussia. È una delle tragedie peggiori della storia del calcio sovietico.
- 5 dicembre 1987: Piercesare Baretti, presidente della Fiorentina ed ex direttore di Tuttosport e della Lega Calcio, perde la vita precipitando con il suo Cessna nei pressi di Piossasco, nel Cuneese.
- 8 dicembre 1987: giorno funesto per l’Allianza Lima, squadra di punta del calcio peruviano, completamente distrutta in un incidente aereo in cui perdono la vita anche tutto lo staff tecnico (tra cui l’allenatore Marcos Calderon, che aveva guidato il Perù ai Mondiali 1978) e alcuni giornalisti al seguito. Dopo una trasferta di campionato a Pucallpa, il volo charter della Marina che li trasportava si inabissò nell’Oceano Pacifico al largo di Callao.
- 7 giugno 1989: 176 morti su un aereo proveniente da Amsterdam, che precipita a pochi chilometri dall’aeroporto di Paramaribo (in Suriname): ci sono 15 giocatori che militano in varie formazioni dell’Eredivisie olandese, oltre all’allenatore Nick Stienstra. L'incidente in fase d’atterraggio causò la morte di 176 delle 187 persone a bordo. Nel peggior disastro aereo della storia dell’aviazione del Suriname persero la vita anche i membri della squadra di calcio del Colourful 11, che stava andando a giocare una partita di beneficenza proprio nell’ex colonia olandese.
- 28 aprile 1993: l’intera nazionale dello Zambia, al ritorno da una trasferta in Coppa d’Africa, muore nell’aereo che si inabissa al largo del Gabon. Si salva miracolosamente Kalusha Bwalya, il giocatore più famoso, impegnato in Europa con il Psv Eindhoven. Persero la vita 18 giocatori.
- 22 ottobre 1996: Matthew Harding (vice-presidente Chelsea), muore cadendo con il suo elicottero rientrando a Londra da una trasferta a Bolton.
- 20 giugno 2011: 44 morti su un jet russo che si schianta per la nebbia. Tra questi c’è Vladimir Pettay (arbitro internazionale russo).
- 7 settembre 2011: incidente aereo che coinvolge il Lokomotiv Yaroslavl: i giocatori e lo staff tecnico della squadra di hockey su ghiaccio, partecipante alla Kontinental Hockey League (KHL), si schiantano poco dopo il decollo dall'aeroporto di Yaroslavl', in Russia. La squadra era diretta a Minsk, in Bielorussia, dove avrebbe disputato il primo incontro della stagione 2011-2012 della KHL. Delle 45 persone a bordo ne sono inizialmente sopravvissute due: l'hockeista Alexander Galimov, deceduto il 12 settembre a causa delle gravi ustioni riportate, e l'ingegnere di volo Aleksandr Sizov. Fra le vittime numerosi ex-giocatori NHL, fra cui anche lo slovacco Pavol Demitra (vincitore della Lady Byng Memorial Trophy), i cechi Karel Rachůnek, Jan Marek, campioni del mondo 2010 e Josef Vašíček, campione del mondo 2005 e vincitore della Stanley Cup nel 2006, e il portiere svedese Stefan Liv, campione olimpico a Torino 2006 e campione del mondo 2006.
Fonte SKY EVENING NEWS