Dal 4 marzo al 5 maggio alle ore 21 al Teatro Ricciardi di Capua
LE PAROLE CANTATE
La rassegna teatrale nata in collaborazione con Architempo e Eventi Mediterranei
Sabato 4 marzo inaugura la rassegna l'attrice
Nunzia Schiano con “Femmene” .
Sarà la musica la “prima donna” nella rassegna di teatro Le Parole Cantate del Teatro Ricciardi, nata in collaborazione con Architempo e Eventi mediterranei, in scena da marzo a maggio prossimi.
Tre spettacoli che, accompagnandoci alla primavera, faranno da preludio a Capua Il Luogo della Lingua festival che, dal 2005 a giugno per via di quel famoso Placito del 960, primo documento scritto in volgare, trasforma la piccola ma importante città campana, culla della lingua italiana, in palcoscenico privilegiato per la letteratura, la musica, il cinema e il teatro. (www.illuogodellalinguafestival.com)
Inaugura la rassegna sabato 4 marzo un'attrice del calibro di Nunzia Schiano che con “Femmene” metterà in scena degli emozionanti monologhi tutti al femminile alternandoli alla voce di Myriam Lattanzio, autrice anche dei testi dei racconti tratti da “Nostra signora dei friarielli” di Anna Mazza.
Sabato 1 aprile sarà di scena al Ricciardi ancora una donna di gran temperamento e artista sorprendente, come Antonella Morea che diventa Gabriella Ferri nello spettacolo …Io la canto così!, racconto in musica scritto a quattro mani con Fabio Cocifoglia, che firma anche la regia.
Concludono la rassegna venerdì 5 maggio, due attori affiatatissimi, Lalla Esposito e Massimo Masiello, che delizieranno musicalmente il pubblico con “Sfogliatelle e altre storie d’amore”, raccontando testimonianze scritte e cantando una Napoli di inizio secolo stranamente lontana dai sentimenti romantici dell'epoca.
FOCUS SULLO SPETTACOLO DI
Sabato 4 marzo ore 21.00
NUNZIA SCHIANO
In
FEMMENE
con
MYRIAM LATTANZIO voce
e
EDO PUCCINI chitarra
VITTORIO CATALDI fisarmonica
Prezzo biglietto: 15 euro
Femmene è uno spettacolo teatrale molto suggestivo la cui regia è di Niko Mucci ed è magistralmente interpretato da Nunzia Schiano la cui recitazione è alternata dalla voce incantevole e seducente voce di Myriam Lattanzio, autrice anche dei testi dei racconti tratti da “Nostra signora dei friarielli” di Anna Mazza. Un atto unico improntato sui vari ritratti femminili che mettono in risalto ciò che si cela nel mondo spesso misterioso delle donne, creature fragili ma che al momento opportuno sanno essere estremamente forti, racconti interpretati da Nunzia Schiano, con naturalezza e genuinità quasi fosse lei la reale protagonista.
Si narrano esperienze della vita quotidiana, come la donna in attesa del mezzo pubblico che la porterà a lavoro anche se la sua fatica si era precedentemente svolta a casa nell’aver accudito tutta la notte i suoi figli. Si descrive la terribile esperienza della violenza fisica, esperienza che uccide l’anima, una tragica cicatrice sulle donne che pur essendo vittime si sentono “colpevoli” e come tali, spesso etichettate e marchiate. C’è la calorosa interpretazione di una madre nel suo focolaio casalingo alle prese con i “friarielli” che devono essere sempre pronti per soddisfare il palato dei cari, i quali a turno le daranno notizie per lei shock, notizie che la sua mentalità non approva ma che nonostante ciò si ritroverà a dover accettare e difendere come fanno la maggior parte delle mamme.
Uno spettacolo coinvolgente, che fa riflettere, che manda un messaggio chiaro e forte: le femmene non devono aspettare di ricevere la mimosa per essere gratificate. Le femmene sono un universo tutto da scoprire, hanno delle risorse inimmaginabili e sono creature da rispettare. Allegria e divertimento sono assicurati ma si vivranno in egual maniera tratti intrisi di una realtà amara, talvolta tristemente nota ma che rimane indifferente.
La recitazione, l’arte di Nunzia Schiano e la voce armoniosa e possente di Myriam Lattanzio creano un connubio di passione ed ardore. Entusiasmo, enfasi ed intensità che coinvolgeranno emotivamente il pubblico. Uno spettacolo teatrale – musicale che ha di sottofondo anche le note della chitarra di Edo Puccini e la fisarmonica Vittorio Cataldi.
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