Stop allo spreco di cibo e
medicinali, spazio alla loro donazione per finalità sociali. Sono questi
gli obiettivi della Legge 19 agosto 2016,
n. 166 che reca le disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di
prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la
limitazione degli sprechi.
Su iniziativa dell'On. Camilla
Sgambato (PD), lunedì 13 marzo alle ore 17 presso la Biblioteca diocesana di
Caserta, la Legge Gadda, così meglio
conosciuta dal nome della prima
firmataria, verrà presentata nel corso di un convegno dal
titolo "Lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici tra Buone
Pratiche ed Esempi Virtuosi in Terra di Lavoro".
Alla presenza della
autrice della norma, i mondi produttivi, le associazioni di categoria e di
volontariato e la Chiesa casertana si confronteranno sulla legge che definisce come "spreco alimentare" l'insieme
dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare ancora consumabili, pertanto
destinabili al consumo e che sarebbero destinati a essere smaltiti come
rifiuti; mentre fa rientrare nelle "eccedenze
alimentari" i prodotti alimentari che, fermo restando il
mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti per varie
cause, tra cui motivi commerciali ed estetici, prodotti aventi scadenza
ravvicinata, ed altri ancora.
Moderati
dal giornalista Luigi Ferraiuolo ed introdotti dalla deputata Sgambato, dopo i
saluti del sindaco di Caserta Carlo Marino, i lavori registreranno gli
interventi di Beniamino Schiavone
del Pineta Grande Hospital di Castel Volturno, di Gianluigi Traettino
presidente di Confindustria Caserta, e Tommaso De Simone, presidente della
Camera di Commercio e di Coldiretti Caserta, di Franco Pepe, maestro
Artigiano della Pizza, di Don Arnaldo Ricciuto, direttore della Caritas
Diocesana Alife-Caiazzo, di Mons.
Elpidio Lillo, vicario generale dell'Arcidiocesi di Capua, e
di Mons. Giovanni D’Alise, Vescovo di Caserta.
Le conclusioni saranno affidate all'On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della Legge 166/16 finalizzata a favorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni alimentari, farmaceutici ed altri prodotti in favore di soggetti che operano senza scopo di lucro.
La
norma non è dedicata solo agli alimentari ma anche a farmaci e abbigliamento e
si propone di sensibilizzare i consumatori in generale sul tema dello spreco di
prodotti, prevedendo una semplificazione burocratica per la donazione,
fermo quanto già previsto nella legge di stabilità 2016 che ha innalzato da
5.000 a 15.000 Euro il limite di costo per l'esonero della comunicazione
preventiva delle cessioni gratuite.
"La legge si propone di ridurre lo
spreco alimentare, e distingue il termine minimo di conservazione - inteso come
la data fino alla quale un prodotto conserva le sue proprietà specifiche -
dalla data di scadenza - oltre la quale gli alimenti sono considerati a
rischio.
Le cessioni gratuite di eccedenze alimentari da
parte degli operatori del settore alimentare devono essere destinate in via
prioritaria al consumo degli indigenti, mentre
le eccedenze non più idonee al consumo possono essere cedute per il
sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il
compostaggio.
La cessione riguarda anche la panificazione, i
cui prodotti finiti possono essere donati a soggetti che poi li distribuiscono
agli indigenti entro le ventiquattro ore successive alla
produzione", spiega
l'On. Sgambato.
“In generale, possono essere
donati prodotti alimentari, agricoli e agroalimentari che rimangono
invenduti o che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni
commerciali o estetiche ovvero per prossimità della data di scadenza; ma
anche prodotti alimentari che abbiano superato il termine minimo di
conservazione, purché siano garantite l'integrità dell'imballaggio primario e
le idonee condizioni di conservazione.
Con la collega Gadda che ha dato il suo nome
alla legge, lunedì ci confronteremo insieme a confederazioni, realtà
produttive, chiesa e associazioni di volontariato sulle novità principiali
contenuta nella norma e sulla sua diretta applicabilità sul territorio della
nostra provincia, partendo da ospedali diocesi", conclude Sgambato.
Caserta, 11.03.2017
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