I
GIORNI DELLA MERLA”
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Secondo una vecchia leggenda, gli
ultimi tre giorni di gennaio (29-30-31) sono considerati i più freddi dell’anno
e chiamati “giorni della merla”.
Sono
detti così perché bisogna sapere che una volta i merli erano bianchi ed una
merla, per evitare il freddo dell’inverno, aveva costruito il suo nido nel cavo
di un vecchio tronco e vi era rimasta fino alla fine del mese di gennaio che
allora contava 28 giorni .
Poi,
il giorno 29, convinta che il freddo fosse finito, decise di uscire e
divertirsi a volare prendendo in giro Gennaio perché non aveva sofferto i
rigori dell’inverno.
Gennaio,
però, contrariato per questo comportamento, si fece prestare 3 giorni da
febbraio, che allora ne aveva 31, e scatenò freddo e gelo.
La
merla impreparata ed impaurita, volendosi proteggere dall’inclemenza del tempo,
andò a rifugiarsi in un camino e uscì quando
il freddo cessò, cioè dopo i 3 giorni che Gennaio aveva preso in
prestito.
Solo
che venne fuori tutta nera perché sporca di fuliggine, suscitando così il
divertimento di tutti gli altri uccelli.
Ecco
perché da allora i merli sono neri e perché gli ultimi giorni di gennaio sono
considerati i più freddi e perciò detti
“giorni della merla”
Vedremo
cosa accadrà!
La festa della Candelora in
Campania
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(Articolo di Angie Cafiero, guida alla
Campania di Supereva)
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Il 2
febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù (Lc
2,22-39), popolarmente chiamata festa
della Candelora ( o candelaia), perché in questo giorno si benedicono
le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come
il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta
dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi. La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l'Epifania), e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nel suo Itinerarium Egeriae (cap. 26). La denominazione di "Candelora" data popolarmente alla festa deriva dalla somiglianza del rito del Lucernare, di cui parla Egeria: "Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima" (Itinerarium 24, 4), |
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La sacra ricorrenza deriva il suo nome dal tardo latino "candelorum"
, per "candelaram" , benedizione cioè delle candele.
Secondo la tradizione, questi ceri benedetti sono poi conservati in casa dai fedeli e vengono accesi, per placare l'ira divina, durante violenti temporali, aspettando una persona che non torna o che si ritiene in grave pericolo, assistendo un moribondo, e in qualunque momento si senta il bisogno d'invocare l'aiuto divino. Secondo il barnabita Egidio Caspani , la cerimonia , diventata poi attraverso i secoli festa popolarissima , era in uso a Gerusalemme , gia' alla fine del IV secolo , con il nome di " Quaresima dopo l'Epifania" - nel quarto giorno (14 febbraio) si celebrava il Natale in Oriente . La benedizione delle candele fu introdotta dal clero franco-germanico nei secoli IX-X, ma la processione era un uso antichissimo: fu a Roma che questa festivita' cristiana della Purificazione della Vergine si riallaccio' probabilmente ad alcune usanze pagane. Si legge nel Lunario Toscano dell'anno 1805: "La mattina si fa la benedizione delle candele, che si distribuiscono ai fedeli, la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume dei gentili, che in questo giorno in onore della falsa dea Februa con fiaccole accese andavano scorrendo per le cittta', mutando quella superstizione in religione e pieta' cristiana". Pare si possa escludere che la processione della Candelora sia derivata dalle Ambarvalie romane (dal percorso di campagna che piu' somiglia alle Rogazioni), con molta probabilita' si puo' pensare che derivi invece da un altro rito pagano come i Lupercali o l'Amburbale, processione che invece si svolgeva intorno alla citta' ogni 5 anni. Le feste importanti, si sa, cadono in una certa zona geografica o climatica e quasi sempre nello stesso periodo. Per capire intanto l'importanza dei primi giorni di febbraio; (giorni discussi e oggetto, tra l'altro, di proverbiali prestiti con gennaio - i cosiddetti giorni della merla) basteranno i detti che ne fanno un punto nodale, per interpretare l'andamento climatico della stagione. Cannelora , 'state dinto , vierno fora. Per indicare cioè la fine dell'inverno e l'approssimarsi del bel tempo , prima con la primavera e poi con l'estate. Infatti dopo il 2 febbraio, se marzo non si scapriccia , la natura precocemente si agghinda di splendidi ornamenti primaverili e il clima diventa mite, l'aria serena, il cielo azzurrissimo.
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Un secondo proverbio richiama invece il ricordo dell'Epifania : A Pasca Epifania tutt'e ffeste vanno via . Risponne 'a Cannelora : No , ce stongo io ancora . Per indicare cioè che l'estro , l'inventiva , la genialità del popolo napoletano saprà inventare tante altre feste da riempirne un intero anno. Ma anche proverbi in lingua inneggiano alla Candelora : Se di Candelora il tempo è bello si avrà molto più vino che vinello! Nel calendario popolare la festa dà occasioni a pronostici sull'inizio della primavera: Per la santa Cannelora , o che nevichi o che plora dell'inverno siamo fuora . Quando vien la Candelora dell'inverno siamo fora ; ma se piove o tira il vento de l'inverno semo dentro . Altre credenze parlano addirittura di usi particolari delle bestie: L'orso (addo' se verono cchiu' :-) si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla sua tana per vedere come e' il tempo e valutare se sia o meno il caso di mettere il naso fuori. Il 2 febbraio si festeggia anche San Biagio che viene invocato contro le malattie della gola e la laringite. In Penisola Sorrentina c'e' un proverbio, legato appunto ai cambiamenti climatici': "San Biase o sole pe case San Catiello 'o sole 'o Castiello Sant'Antonino 'o sole pe marine" Le ricorrenze di questi tre santi cadono a distanza di poco l'una dall'altra e San Catello e' il patrono di Catellammare di Stabia mentre San'Antonino e' il patrono di Sorrento: grandi festeggiamenti si celebrano il 14 di febbraio, quando la terra comincia a risvegliarsi dal torpore invernale. Secondo la tradizione popolare il giorno della Candelora è l'ultimo giorno "utile" per smontare “o presebbio”. Altra data in cui l'operazione veniva eseguita era il 17 gennaio. Chi smontava il presepe in tale data, portava un pezzetto del sughero utilizzato per costruire "lo scoglio" (è così definito il paesaggio), a bruciare sul "fucarazzo" dedicato a S. Antonio. Il ricordo culinario del 2 febbraio e' legato al migliaccio dolce, leccornia a base di uova, semola, latte e canditi. Oggi tutte queste tradizioni sono quasi del tutto perdute, rimangono nei racconti dei piu' anziani e ne sono la memoria storica. citazioni tratte da CAMPANIA NOBILISSIMA - Giuseppe Porcaro - Adriano Gallina Editore - Napoli – 1991 (Angela Cafiero)
Fonte: Gen. Elia Rubino
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