Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Enrico Letta
Ministro ad interim delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Piazza Colonna n. 370
00187 Roma
e, p.c.
All’Assessore
Regionale all’Agricoltura
Avv. Daniela Nugnes
Regione Campania
Centro Direzionale, isola A6
80143 Napoli
OGGETTO: Problematica dello smaltimento dei rifiuti
vegetali di origine agricola.
Con la
presente si intende ancora una volta portare all’attenzione delle SS.LL. la
situazione di grave disagio che, come di consueto il settore agricolo deve
sopportare come conseguenza della attività legislativa frammentaria in materia
di rifiuti in agricoltura e delle interpretazioni penalizzanti fatte sia in
sede legislativa che di applicazione, della combustione controllata dei residui
colturali e di potatura quale pratica benefica e consolidata di origine
millenaria.
La diffusa
interpretazione restrittiva del D. lgs 205 del 03/12/2010, art 13 (modificando
il D.lgs del 03/04/2006 n. 152), introduce il divieto di bruciatura dei residui
delle pratiche agricole e forestali, classificandoli come rifiuto in generale,
con conseguente obbligo di smaltimento mediante modalità e trattamenti previsti
dalla normativa sui rifiuti; tale norma è stata ultimamente ancor più inasprita
dal DL 136 del 10/123/2013 (c.d. Decreto Terra dei fuochi), con l’ art. 3 che
modifica ancora una volta il D.lgs. 152/2006 introducendo l’art. 256 bis dal
titolo “Combustione illecita dei rifiuti”.
Pur prendendo
atto con soddisfazione dell’iniziativa intrapresa con l’approvazione del
Disegno di legge approvato dal consiglio dei Ministri in data 15/11/2013, che
all’articolo 29 prevede l’emendamento, all’art. 185 del Decreto legislativo
03/04/2006 n. 152, volta a superare il divieto di praticare la combustione
controllata dei residui vegetali derivanti dalle operazioni agricole di
potatura e pulizia, si deve purtroppo constatare che allo stato attuale, nelle
more della definizione del suddetto provvedimento, gli agricoltori e gli
operatori forestali non possono praticare le pratiche agronomiche e forestali
in questione, se non rischiando pesanti sanzioni di tipo penale.
In passato
infatti, alcuni enti locali, hanno emanato propri provvedimenti volti a
disciplinare la materia, nel tentativo di sottrarla ai veti incrociati dei vari
combinati disposti della normativa, con il risultato di produrre provvedimenti
privi di fondamenti giuridici e inefficaci per incompetenza (Delibere delle
province di Firenze, Viterbo e Trento e vari provvedimenti dei Sindaci, nonché
norme di alcune Regioni); alcuni atti normativi di tale tipo inoltre hanno
disciplinato l’attività di combustione dei residui agricoli in relazione alle
deroghe ai provvedimenti di divieto emessi ai fini della prevenzione agli
incendi boschivi, senza tenere conto della citata normativa sui rifiuti.
In tal modo
gli operatori agricoli che ritenessero di attenersi a tali disposizioni degli
enti locali sarebbero esposti comunque a sanzioni di tipo penale da parte delle
autorità preposte al controllo.
Ciò è già
accaduto ancor prima della emissioni degli emendamenti più restrittivi al
D.lgs. 152/2006 con le sentenze di condanna in sede penale, emesse dalla
magistratura (tribunale di Avellino 06/03/2007 e di Trento 21/12/2005 e
6/3/2006) e con interpretazioni restrittive da parte delle autorità preposte al
controllo (ad es. circolare n. 16924 del 13 maggio 2011 del Comando forestale
Regione Sicilia).
I citati
provvedimenti degli Enti locali, vengono invece additati ad esempio da molti
operatori del settore, ignari delle conseguenze a cui andrebbero incontro, che
si ritengono discriminati dai propri amministratori locali che non hanno
adottato analoghi provvedimenti.
Si fa auspicio
affinchè la SS.VV. voglia intervenire, oltre che per la sollecita approvazione
del Disegno di Legge collegato alla Legge di stabilità 2014, anche per un
intervento legislativo che riordini in modo più razionale ed efficace la
normativa dei rifiuti in agricoltura, che tenga conto delle esigenze produttive
e non solo delle necessità di azioni legislative di tipo repressivo esercitato
nelle fasi emergenziali.
Il
Presidente
On. Dott.
Domenico Zinzi
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