Non un appello al voto, ma alla coscienza civica
In questi giorni molti si sono meravigliati di non vedere miei manifesti elettorali e di non aver ricevuto richieste personali di voto. Sui manifesti non ho molto da dire: sporcare le città e sprecare soldi non è una credenziale rassicurante per chi vuole candidarsi a rappresentare i cittadini. Ritengo poi disdicevole chiedere il voto, quasi che si trattasse di ottenere un favore personale. Il consenso si ha non con questue e richieste o con promesse future, ciò che conta è quello che siamo stati e abbiamo fatto, in questo caso è solo il passato a rendere credibili gli impegni futuri. Tutto il resto appartiene alla propaganda e alla mistificazione. L’essere candidato è un appello alla responsabilità civile dei cittadini non una gara a premi o uno show televisivo.
Dinnanzi alla catastrofe sociale e ambientale della Campania nessuno dovrebbe sottrarsi, solo per questo mi sono reso disponibile: per un impegno temporaneo e per restituire ai cittadini - giustamente sfiduciati - la possibilità di recarsi a votare. Molti non lo faranno e hanno mille giuste ragioni dinnanzi al dilagare della corruzione! Tuttavia mi chiedo e chiedo loro se possiamo abbandonare la rappresentanza nelle amministrazioni locali nelle mani dei disonesti, dei carrieristi e delle casate di politicanti con le loro clientele e camarille.
Ottenere che tutti i cittadini potessero votare è costato molte lotte e molto sangue attraverso discriminazioni e persecuzioni che aristocrazia e maschilismo hanno scatenato nel corso della nostra storia nazionale contro il popolo e contro le donne. Il voto fu una conquista che non possiamo abbandonare col pretesto che “sono tutti disonesti”. Non è vero! E contro questo cinismo non possiamo rimanere inerti. Ognuno faccia lo sforzo di capire dove ci sono le differenze e chi ha un progetto di società che condivide.
Che chiedano il voto gli stessi che ci hanno condotto alla catastrofe è certo offensivo per l’intelligenza e la memoria. Accordargli il voto affidandosi a simpatie, parentele e promesse è da irresponsabili. Non si vota quindi un manifesto, uno slogan o per una cortesia. Si vota un progetto di società e una concezione del mondo. La mia non è né nuova né originale, si trova nei primi articoli della Costituzione: giustizia sociale, equità, parità di diritti. Il fatto che molti abbiano tradito questi principi costituzionali non li rende meno urgenti e meno veri. La corruzione non può diventare il nome del nostro futuro.
Non basta il voto, ma serve anche il voto !!
Nessuno poi si lamenti della mancanza di posti letto in ospedale, della sospensione dell’assistenza sanitaria, della moltiplicazione degli impoveriti, della mancanza di trasporti pubblici, dell’inquinamento sistemico ambientale, della compromissione delle falde acquifere, dell’aumento di tasse regionali e di tumori. Non sono calamità naturali, ma conseguenze di precise e scellerate azioni di generazioni di politicanti che hanno deciso per noi e contro di noi, cioè contro il sacro rispetto per la vita. Non scegliere, o scegliere di stare dalla parte dei persecutori della vita, ci rende in ogni caso complici. Pur tra molte difficoltà occorre superare fatalismi e rassegnazione e scegliere la responsabilità come primo bene comune.
Fonte: comunicato stampa
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