domenica 13 settembre 2015

UDC : L'INTERVENTO INTEGRALE DEL SEGRETARIO LORENZO CESA A SAN GIOVANNI ROTONDO


                                            


L’intervento integrale del Segretario Lorenzo Cesa a San Giovanni Rotondo:S
Buongiorno a tutti.
Prima di entrare nel merito e tirare un po’ le fila delle tante discussioni molto importanti che abbiamo ascoltato da questo palco in questi tre giorni, consentitemi qualche breve ringraziamento. (Cera – Ruggeri)
Abbiamo assistito ad una serie di dibattiti davvero molto interessanti per noi e spero soprattutto per gli amici che sono venuti così numerosi ad ascoltare.
E quindi voglio ringraziare veramente di cuore, tutti gli amici presenti, gli iscritti della Puglia e delle altre regioni, che sono venuti da ogni parte d’Italia per sostenerci ed essere presenti a questa festa.
Poi voglio dire grazie, grazie davvero, a San Giovanni Rotondo, al sindaco Luigi Pompilio e a tutta la sua giunta e il suo staff che ci hanno ospitati magnificamente (MIGLIONICO).
Dopo tanti anni a Chianciano, che è un posto splendido dove ci siamo sempre trovati benissimo, per la prima volta abbiamo scelto il sud, San Giovanni Rotondo e devo dire che ci siamo sentiti veramente a casa.
Eravamo abituati ai bagni nelle acque termali di Chianciano una cosa molto gradevole.
Ma il bagno di folla che ci ha regalato la Puglia ci piace ancora di più!
Voglio ringraziare tutti i relatori che sono intervenuti in questi tre giorni, dedicandoci il loro tempo e le loro competenze.
Abbiamo avuto ministri, / capigruppo, /parlamentari europei / parlamentari nazionali,/ professori universitari, / sindaci, / rappresentanti delle regioni.
Insomma un parterre davvero significativo che dimostra che non siamo solo un partito che aveva delle cose da dire in passato.
Ma siamo un partito che ha delle cose da dire nel presente e le avrà nel futuro.
Se non fosse così non avremmo avuto tanti ospiti di primissimo piano.
E proprio al partito, al nostro staff, a tutti i giovani, i volontari, i ragazzi e le ragazze che ci hanno dato un contributo essenziale per organizzare e far funzionare al meglio questa festa, voglio rivolgere il ringraziamento più grande.
Oggi non è facile lavorare e dedicare il proprio tempo alla politica.
I partiti sono rimasti praticamente senza risorse e nonostante questo gli occhi dell’antipolitica guardano le persone che lavorano per i partiti come se fossero dei super privilegiati.
Non è così.
Oggi ci vuole una grandissima passione e un enorme spirito di sacrificio per lavorare per i partiti e questi ragazzi, queste ragazze, il nostro staff merita infiniti ringraziamenti per quello che ha fatto e sta facendo.
C’è una cosa che a mio avviso dovremmo sempre tenere a mente.
Senza partiti non esiste democrazia.
In nessun paese del mondo.
Un paese senza politica è come una casa senza libri, gli manca l’anima.
Quindi si possono maltrattare i partiti – anche perché in passato sono stati commessi tanti errori – si possono far dimagrire al minimo, ma non si devono eliminare.
Mai, assolutamente.
Oggi per fortuna gli italiani hanno dimenticato cosa vuol dire vivere senza la libertà.
Eppure la libertà è il bene più prezioso che ci sia. E i partiti sono l’unico strumento in grado di preservare la libertà.
Ecco a cosa servono.
Ed ecco perché non si possono buttare via.
Tornerò nelle conclusioni sul tema partito, entrando più nel dettaglio sulle cose che ci riguardano da vicino.
Intanto, come dicevo all’inizio,vorrei ripercorrere velocemente i temi di cui ci siamo occupati, perché sono i temi che toccano più da vicino gli italiani, il nostro popolo.
E non posso non cominciare che dal Mezzogiorno.
Siamo ospiti del Mezzogiorno in questa festa e il Mezzogiorno è davvero la chiave di volta di tutta l’Italia.
Se vogliamo far ripartire l’Italia o si creano le condizioni per lo sviluppo del Sud o si finisce tutti in serie B.
Bisogna con pazienza ricucire la tela slabbrata dell’Italia.
Noi, con gli amici dell’Ncd di Area Popolare, con Angelino Alfano, siamo seri alleati del governo Renzi, diamo il nostro contributo con i nostri parlamentari, ministri e le nostre idee.
Ma essere seri alleati seri vuol dire anche avere il coraggio di dire le cose scomode.
E la verità, per quanto scomoda, è che il governo non è ancora intervenuto seriamente per il Sud.
Sono stati annunciati grandi piani e Stati Generali del Sud prima dell’estate.
Ora vogliamo vedere i fatti.
Quello che abbiamo visto la settimana scorsa sulla copertina dell’Espresso, l’immagine di un’Italia senza più il suo Sud, con il Mezzogiorno scomparso dalla cartina geografica, per quanto solo un’immagine ad effetto rischia di diventare la realtà.
Qui serve lavoro / servono infrastrutture / serve la capacità di richiamare le aziende ad investire garantendo servizi efficienti e una fiscalità di vantaggio.
E se si tratta di fare la voce grossa in Europa su questi temi occorre farlo.
Il governo Renzi non può essere il governo del centro nord Italia.
Su questo promettiamo massima attenzione e siamo pronti a battagliare fin dalla prossima legge di stabilità (credito di imposta, infrastrutture, misure sostitutive).
Se c’è un tesoretto di risorse disponibile, e pare possa esserci grazie all’ottimo lavoro svolto in questo anno dal governo, dal nostro governo, allora quelle risorse devono andare con priorità verso il Sud, verso le famiglie meridionali che non ce la fanno più  e verso le aziende che vogliono investire e assumere qui.
Va benissimo ridurre le tasse, è quello che serve, e siamo perfettamente d’accordo su questo: ma i benefici della riduzione delle tasse li devono sentire quelli che finora hanno sofferto di più.
E sono il Sud,le sue famiglie e le sue imprese.
Proprio sulle famiglie abbiamo presentato nei giorni scorsi undici proposte molto concrete, con coperture certe, che vanno dall’aumento delle detrazioni fiscali per i figli a carico fino a un massimo di 8400, a un bonus di 500 euro per assistenza ai genitori, al sostegno alle neomamme, a un piano nazionale per costruire gli Asili Nido, agli affitti agevolati per le giovani coppie, fino alla revisione degli 80 euro, con cifre più alte per chi ha familiari a carico.
Ma visto che le cose scomode è meglio dirle subito, voglio parlare con altrettanta franchezza anche di diritti civili.
E’ giusto che non ci siano cittadini di serie A e di serie B sul piano dei diritti economici e civili.
Per cui una legge su questa materia ci vuole per allinearci con gli altri Paesi europei.
Ma se qualcuno pensa di utilizzare questa legge come una leva per far passare l’equiparazione assoluta tra il matrimonio previsto dalla Costituzione, il matrimonio fra un uomo e una donna, e il rapporto tra persone dello stesso sesso, deve sapere che noi questa cosa non la voteremo.
Non voteremo per i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Finché la natura – e non qualche esperimento genetico in laboratorio – farà nascere i bambini dall’incontro di una donna e di un uomo noi continueremo a pretendere che non si tocchi il diritto di ogni bambino di avere un padre e una madre. Gli adulti possono chiedere anche la luna, ma noi stiamo dalla parte dei più deboli.
E in questa vicenda i più deboli sono i bambini, non esiste discussione.
Allora anche qui meglio essere chiari.
In questa festa abbiamo fatto il massimo sforzo per cominciare ad allestire un cantiere popolare democratico.
Abbiamo cioè chiamato a far sentire la propria voce tutte le forze che stanno in maggioranza ma che non sono il Pd.
E siamo convinti che queste forze debbano fare il massimo per unirsi, trovando i punti di incontro e mettendosi tutte insieme, / senza rivendicare primogeniture, / per costruire un nuovo soggetto forte, distinto dal Pd, capace di governare col Pd ma di stare anche in piedi con le proprie gambe. E tra i punti di incontro di queste forze sono convinto ci sia proprio il tema dei diritti civili.
Per cui anche se in questo momento quel soggetto unitario che vorremmo, / ancora non esiste, / vorrei dire proprio al Pd di non sottovalutarci perché siamo tanti in Parlamento, alla Camera come al Senato, e sui valori e sui diritti intangibili non siamo disposti a tradire le nostre coscienze.
In questi giorni poi abbiamo parlato molto naturalmente di Europa e di immigrazione.
L’Europa è il tema che ci distingue di più dai populisti.
Noi siamo agli antipodi rispetto a Salvini e a Grillo.
Loro raccontano la frottola che si può fare a meno dell’Europa.
Noi che siamo persone serie diciamo: l’Europa non è perfetta, ma senza Europa siamo finiti, l’Italia non ha futuro.
I segnali per il nostro Paese ci sono e sono buoni.
Stiamo finalmente imparando a spendere i fondi europei, ma va fatto ancora tanto.
Non possiamo buttar via ingenti risorse.
Sono convinto che l’europeismo tornerà a crescere nelle prossime settimane, quando finalmente prenderà davvero il via il piano di investimenti di Juncker.
Investimenti di cui sarà proprio il Sud a beneficiare maggiormente.
Ma un modo nuovo di guardare l’Europa, un modo nuovo di sentirci europei è il frutto del gigantesco movimento migratorio a cui stiamo assistendo e a cui assisteremo nei prossimi anni.
Fino a tre mesi fa eravamo in netta minoranza nell’opinione pubblica a dire le cose che oggi dice la Merkel.
Del resto solo un osservatore superficiale può essere stupito che un partito laico di cultura democratico cristiana come il nostro sia in sintonia sul tema dell’immigrazione con il leader della Cdu tedesca.
Quello che dispiace semmai è che ci siano voluti migliaia e migliaia di morti, fino alla foto spaventosa del corpicino di Aylan, perché l’Europa si accorgesse che non stavamo parlando di oggetti, di cose, ma parlavamo di persone, di esseri umani in fuga dalle guerre, dalla disperazione, dalla fame.
Persone che non potevano essere gestite tutte dall’Italia secondo un accordo come quello di Dublino che prima finisce in un cestino e meglio è. Ma che avrebbero dovuto essere accolte da tutta l’Europa.
Ma l’importante è che il vento sia cambiato.
E se fino a ieri era ripugnante sentire le teorie di Salvini, oggi fa solo tenerezza ascoltarlo mentre si offre di ospitare un migrante a casa sua.
Caro Salvini, alle lacrime dei coccodrilli non ha mai creduto nessuno, serve più rispetto per questi esseri umani.
Ieri eravamo noi a bussare oggi siamo noi a dover aprire.
Perciò torna a giocare con le magliette e lascia affrontare i problemi seri alle persone serie.
Poi c’è il tema delle riforme.
Su questo credo che un accordo si possa e si debba trovare.
L’importante è che non si giochi una partita tutta interna al Pd.
Per quanto forte il Pd in questa legislatura senza di noi non è in grado di andare avanti e farebbe bene a non dimenticarlo mai.
La riforma del Senato si potrebbe migliore migliorare.
Basterebbero piccoli ritocchi al sistema elettivo.
Piuttosto credo sarebbe intelligente e utile per tutti modificare la legge elettorale.
Oggi l’Italicum non assegna il premio alle coalizioni ma a un solo partito.
Su questo voglio ribadire il mio pensiero con grande chiarezza: è sbagliato.
Ci sono forze diverse dal Pd che possono arrivare fino all’alleanza col Pd.
Ma non intendono entrare nel Pd.
E’ un discorso che vale per molta classe dirigente italiana, ma soprattutto vale per molti elettori: ci sono tanti italiani che possono votare per un centro alleato del Pd, ma non voterebbero il Pd se questo centro si facesse inglobare.
Che vogliamo fare? Vogliamo rinunciare a questi voti?
La governabilità è importante e la vogliamo tutti. Ma se un governo non è rappresentativo non si regge.
Allora cerchiamo di fare le cose più di buon senso.
Rivediamo questa parte dell’Italicum: il premio di maggioranza diamolo alla coalizione e non a un singolo partito.
Se al ballottaggio il Pd si ritrovasse da solo contro i grillini farebbe correre al Paese un rischio spaventoso, quello di unire non tutti gli italiani che vogliono la governabilità, ma di unire tutti quelli che vogliono il tanto peggio tanto meglio.
Non si gioca sulla pelle dell’Italia e non si deve sottovalutare nessun pericolo.
E arrivo alle nostre vicende, alle questioni interne a noi e alla nostra area.
E’ evidente ormai che dobbiamo arrivare a costruire una realtà più ampia mettendo da parte una volta per tutte ogni gelosia e ogni desiderio nascosto di prevalere.
Ci si mette insieme, tutti alla pari e si costruisce qualcosa di completamente nuovo in cui le gerarchie si vedranno col tempo e saranno stabilite dal basso.
Non esiste un altro modo di procedere.
E noi siamo pronti a farlo.
Guardate, ho voluto organizzare fortissimamente questa festa proprio perché volevo e voglio lanciare questo messaggio.
L’ho deciso nonostante molti mi sconsigliassero di farlo.
C’è voluto coraggio.
Come c’è voluto coraggio in questi anni a navigare su una piccola zattera come l’Udc.
Ma se avessimo lasciato andare alla deriva anche questa mi chiedo cosa sarebbe rimasto tra il Pd e i populisti.
Niente, non sarebbe rimasto niente.
E invece uno spazio c’è.
C’è spazio per costruire qualcosa di più robusto e stabile di una piccola zattera.
Bisogna ripartire quasi da zero, con umiltà, mettendo insieme tutte le forze.
E bisogna farlo con lo stesso spirito e la stessa generosità con cui l’hanno fatto i nostri dirigenti qui in Puglia alle ultime elezioni regionali.
Hanno messo insieme diverse sigle e hanno costruito un soggetto unitario di centro che è stato fondamentale per la vittoria del centrosinistra.
Ecco perché in questa festa, dunque, abbiamo voluto parlare di cantiere democratico e popolare.
Perché bisogna partire mettendo insieme tutti quelli che oggi sono divisi da sigle diverse che ormai hanno poco senso ma che in realtà la pensano allo stesso modo sulle cose che ho detto prima e su molte altre.
Noi naturalmente siamo pronti a fare la nostra parte.
E la nostra intenzione è quella di avviare un tesseramento rapido e leggero, con costi di iscrizione davvero minimi, per rafforzare la nostra presenza sul territorio e dare la possibilità a chi si attiverà per questo di essere protagonista nella sua area del Cantiere Popolare e Democratico.
Diamoci un tempo ridotto, sessanta giorni al massimo.
Poi chiuso il tesseramento potremo rinnovare tutti gli organi periferici e lavorare, tra l’altro, alle amministrative del prossimo anno, dove vogliamo giocare un ruolo da protagonisti.
E anche su questo vorrei esprimermi con molta chiarezza.
In passato spesso abbiamo oscillato tra il PD e Berlusconi per preservare le nostre idee, la nostra autonomia, la nostra cultura.
Insomma ci siamo tenuti le mani libere.
Oggi è cambiato tutto se non ne prendiamo atto una volta per tutte saremo spazzati via.
Da un lato c’è la crisi profonda del Berlusconismo e della sua rivoluzione liberale.
Ci sono momenti che sembra quasi che il Cavaliere non abbia più interesse per la politica.
E si sa senza Berlusconi è un partito che non ha futuro.
Ma oggi anche il Pd non è più il Pd di ieri.
Il Pd di Renzi è un altro partito rispetto al Pd di Bersani.
Se non fosse così i Fassina e i Civati starebbero ancora lì.
E se non fosse così non ci sarebbe la lotta interna durissima tra la minoranza e i renziani.
Ma aggiungo che senza di noi Renzi sarebbe costretto a spostarsi a sinistra, non trovando sponde al centro.
Siamo noi che gli garantiamo i numeri per fare le scelte che fa.
Questo va ricordato !!!!!!!
E dobbiamo ricordarlo con un po’ di orgoglio anche noi perché la realtà è che in molte delle scelte di questo governo la nostra area è fondamentale, così come sono fondamentali i ministri che rappresentano quest’area.
E i numeri positivi della ripresa che si comincia a intravedere sono per noi la più grande soddisfazione e conferma che questo Paese senza il centro e le politiche che si aspettano i moderati non si salva.
Nelle ultime regionali abbiamo avviato un percorso per garantire la governabilità in un centro sinistra organico, in Puglia, in Campania e nelle Marche.
Si tratta di sviluppare questo progetto e di capire se siano ritenuti interlocutori con pari dignità anche a livello nazionale.
Occorre una cultura delle alleanze nei programmi, negli equilibri di governo e nella dimensione operativa.
Occorre la consapevolezza che un legame più saldo serve prima di tutto al Paese.
E guardate, lo dico, in primo luogo nell’interesse del Pd stesso.
Perché quando la sinistra gioca a mettere in ombra la nostra storia finisce col perdere.
E’ quello che è successo alla nascita del Pd, quando i vecchi Ds hanno inglobato la Margherita, dove pure c’erano tantissimi democratici cristiani di grande qualità.
Per fortuna oggi con Renzi stiamo vedendo un altro film.
E sono tanti, veramente tanti, gli italiani che si riconoscono nella storia e nell’esperienza di cui noi siamo portatori, come eredi della tradizione democratico e cristiana.
E non parlo certo solo di persone avanti con gli anni come me.
Ma parlo di tanti giovani, ragazzi che credono nella famiglia, che hanno dei valori, e che si aspettano dalla politica molto di più di quello che è stato fatto finora.
E’ a loro prima di tutto che dobbiamo dare una speranza.
Ma soprattutto è a loro che dobbiamo fare spazio e motivarli verso la politica.
Perché devono essere loro a guidarci e credo che loro possano e debbano essere i protagonisti del Cantiere Popolare e Democratico.
Non ho altro da dirvi.
Se non che ho bisogno di sentire il vostro conforto e la vostra vicinanza in questo passaggio così delicato e importante della nostra storia.
Grazie dunque per la vostra attenzione, grazie per il vostro impegno.

Grazie per la vostra vicinanza.
E grazie per la vostra passione.
Finché ci sarà passione niente potrà impedirci di esistere.
Ma noi da oggi vogliamo voltare davvero pagina. E non pensare più solo a come esistere e resistere.
Noi vogliamo tornare ad avere un ruolo di protagonisti.
E credo che con la chiarezza definitiva sulla nostra collocazione.
Con le spalle dritte.
E con tanta buona volontà possiamo farcela.
Per il bene dei moderati e dell’Italia.
E per il bene delle generazioni future.
Grazie.
Grazie a tutti.

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