venerdì 26 febbraio 2016

Successo del service Rotary Capua Antica e Nova sull’Eccellenza della Sanità Napoletana durante il Regno dei Borbone.


Il Museo delle Arti Sanitarie, un viaggio tra arte e scienza attraverso grandi capolavori dell’arte partenopea negli Incurabili
Il Direttore Rispoli: “Eravamo eccellenze, ma ce ne siamo dimenticati: non si vuole lodare il tempo passato, ma bisogna guardare al futuro, ritrovare l’orgoglio di essere meridionali per riappropriarci della nostra forza”
“L’eccellenza della sanità napoletana durante il Regno dei Borbone” è il titolo del service promosso dal Rotary Club Antica e Nova ospitato presso l’Hotel dei Cavalieri  di Caserta lunedì 15 febbraio. Una sala gremita di appassionati per ascoltare l’illustre  relatore, il professor Gennaro Rispoli, primario di Chirurgia Generale presso l’Ospedale Ascalesi di Napoli, nonché Direttore del Museo delle Arti Sanitarie. Ha introdotto il convegno la presidente del sodalizio Mariella Leonardi Uccella che ha ringraziato i numerosi partecipanti, tra i quali oltre al direttivo e ai soci del sodalizio capuano, l’assistente del Governatore Distrettuale Enzo Megna e Giovanna Farina, past president del Rotary Maddaloni e Valle di Suessola.  È seguito l’intervento di Luigi Policola, medico ginecologo,  profondo conoscitore della storia dei Borbone e del Risorgimento che ha sottolineato l’importanza della città di Napoli, un tempo grande eccellenza in tutti i campi  poi, come ha sottolineato lo stesso Policola, non si sa come e cosa sia successo che abbia fatto “sprofondare” la città di Napoli.  Il professor Gennaro Rispoli, dal canto suo, ha preferito raccontare delle eccellenze della sanità napoletana facendo scorrere alle sue spalle le meravigliose immagini del Museo delle Arti Sanitarie, di cui è direttore, ospitato presso l’Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli,  il nosocomio più antico del reame, che sorge sulla collina di Caponapoli, a pochi passi da via Foria, nelle cui mura è nata la storia della Scuola Medica Napoletana che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze straordinarie. Un viaggio tra arte e scienza attraverso grandi capolavori dell’arte napoletana: dalla notissima Farmacia storica del barocco-rococò, rarissimo esempio di antica spezieria ancora dotata dell’originario corredo di mobili in noce e vasi in maiolica, al Museo delle Arti Sanitarie dedicato alla memoria della storia della medicina napoletana, articolato in quattro sale espositive dedicate ai luminari napoletani Domenico Cotugno, Domenico Cirillo ed il medico Santo  Giuseppe Moscati, e nelle altre sezioni quali Odontoiatria, Sanità Militare, Urologia e la Biblioteca storico – medica. Completano il Polo Museale l’Orto dei Semplici con un bellissimo giardino con oltre cento piante medicinali ed il Chiostro cinquecentesco di S. Maria delle Grazie. Un viaggio tra arte e cultura che ha affascinato tutti i presenti invitati dallo stesso relatore a visitare il Museo perché, a detta dello stesso Direttore del Museo, ammirare questi capolavori di persona è un’altra cosa. “Il Polo Museale – ha ricordato il professor Rispoli - è frutto di un lungo lavoro svolto in sordina da tanti soci fondatori e mostra un percorso che rappresenta le vie e gli angoli della salute, è un momento per riflettere sul nostro passato, per non dimenticare le illustri personalità partenopee e per recuperare le nostre radici”.
Il chirurgo di chiara fama ha spiegato come il Museo delle Arti Sanitarie, gestito dall’Associazione culturale “Il faro di Ippocrate”, permetta di leggere la storia della città di Napoli attraverso le sue malattie, le sue epidemie, i luoghi della sofferenza e gli strumenti per curare. Attraverso la visita al Museo si entra in uno spaccato della storia di Napoli fatta di beneficenza e carità per costruire ospedali. Nel Museo sono presentati tutti i primati di Napoli: la prima scuola per ostetricia sorse a Napoli (la regina di Napoli e quella di Francia avevano la stessa  ostetrica); le prime anestesie nel continente sono state fatte all’Ascalesi; da qui è partita la campagna contro il vaiolo; qui inoltre si è parlato per la prima volta di prevenzione odontoiatrica. Nel Museo sono raccolti ferri antichi, stampe anatomiche e strumenti medici d’epoca come  trapani, siringhe e bisturi;  sono raccontate anche tante storie e tanti aneddoti dei medici che esercitavano l’arte di guarire tra queste antiche mura: c’è una sala interamente dedicata a Giuseppe Moscati, attivo 24 ore su 24, che toccava centinaia di corpi e aveva un modo originale di interfacciarsi con i pazienti; Domenico Cirillo era invece il medico di Maria Carolina e di Maria Teresa d’Austria;  anche i “pastori” presenti nel Museo sono mostrati con patologie evidenti: c’è quello con il gozzo, quello con tumori, con il labbro leporino: si studia medicina anche attraverso l’arte dei pastori. Ha infine raccontato di aver ritrovato doppi certificati di laurea dei dottori napoletani a dimostrazione che i poveri medici che vivevano nel periodo del brigantaggio dovevano rifare l’esame di laurea in medicina solo perché sul certificato dovevano esserci nomi diversi a seconda del re che regnava. 
Tanti i presenti al convegno Rotary tra cui rappresentanti di varie associazioni come l’Inner Wheel di Capua, il dottor Ferrara della Fondazione, il generale Giovanni Punzo, Vincenzo Coronato, membro del Collegio dei probiviri dell’Unione degli Industriali di Caserta, l’ex primo cittadino casertano Nicodemo Petteruti, Francesco Canestrini, soprintendente alle belle arti e al paesaggio della Basilicata,  Raffaele Pettrone e Marica Fratta, rispettivamente past president e incoming president del Rotary Club Maddaloni Valle di Suessola. 

Al termine dell’affascinante viaggio tra arte e scienza negli Incurabili di Napoli il professor Rispoli ha annunciato l’apertura a breve di una sezione dedicata alla medicina omeopatica ed ha sottolineato come oggi purtroppo si ami presentare solo i lati peggiori di Napoli e non le tante eccellenze che ci sono state e ci sono ancora. “Abbiamo avuto una classe intellettuale molto efficace, ma non la sappiamo comunicare;  eravamo eccellenze, ma ce ne siamo dimenticati - ha concluso il relatore  -  ben vengano allora convegni o service come questo per divulgare le verità storiche: non si vuole lodare il tempo passato, ma bisogna guardare al futuro, ritrovare l’orgoglio di essere meridionali per riappropriarci della nostra forza”.  In conclusione anche il socio onorario del Rotary Club Capua Antica e Nova Salvatore Striano si è complimentato per l’ottimo service mentre il past president Carlo Iacone, plaudendo al relatore, ha sottolineato la nostra meridionalità eccezionale di cui mai si parla e la volontà di fare di tutto per recuperarla.  “Dobbiamo risvegliare le nostre coscienze – ha  detto - e il nostro orgoglio di essere napoletani”.    

Fonte: comunicato stampa

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