L’Azienda ospedaliera “Sant’Anna
e San Sebastiano” di Caserta si è concretamente adoperata per consentire la
realizzazione, circa un anno fa, della sua proposta, finalizzata
all’istituzione del registro nazionale unico dei soggetti con epatite C. Il
registro nazionale consente un accesso univoco, trasparente e paritetico tra i
malati di tutta Italia, alle nuove terapie eradicanti il virus Hcv, in maniera
indipendente dalla regione di residenza.
Il registro è, attualmente, parte
integrante del Pnev, il Piano nazionale per la prevenzione delle epatiti virali
da virus B e C, approvato dal Ministero della Salute, dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri e dalla Conferenza Stato Regioni, Piano che, a
tutt’oggi, non è stato attuato.
La Regione Campania, nel
frattempo, ha istituito 25 centri per la cura della epatite cronica da Hcv, di
cui due nell’ospedale di Caserta, uno presso l’Unità operativa Malattie
Infettive e l’altro presso l’Unità
operativa Gastroenterologia/Satte.
L’unità operativa complessa di
Malattie infettive, diretta dal professore Pietro Filippini della Seconda
Università degli Studi di Napoli, è diventata centro prescrittore dei farmaci
innovativi per la cura della epatite cronica da Hcv, con la presenza di una
struttura dedicata, l’unità operativa semplice di Ottimizzazione e monitoraggio
della terapia delle epatiti croniche virali, che, negli anni, ha seguito e
partecipato a numerose sperimentazioni sull’impiego dei farmaci anti epatite, tanto
da ricevere l’ “expertise” nel campo della terapia della epatite cronica virale
e delle sue complicanze.
Sono state attivate numerose
terapie compassionevoli, che hanno prodotto un accesso precoce alla terapia,
con largo anticipo rispetto alla commercializzazione, a numerosi pazienti non
altrimenti curabili e un risparmio di enormi risorse economiche per la Regione
e per la stessa Azienda ospedaliera.
Ad oggi, risultano avere ricevuto
il trattamento 220 persone mentre restano ancora in carico e prenotate per il
trattamento altre 190. L’accesso alla terapia segue un percorso ben definito.
Il paziente viene valutato con una visita infettivologica o epatologica e, se
idoneo per l’accesso alla terapia con gli antivirali diretti, secondo i criteri
definiti dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, viene inserito nel Registro
unico di Malattie infettive. L’inserimento prevede la data di registrazione, l’anagrafica
generale, le caratteristiche cliniche e il criterio di priorità. L’accesso alla
terapia, in relazione alla disponibilità di idonei farmaci, avviene sempre nel
rispetto dei criteri stabiliti dall’Aifa.
Presso la stessa unità di
Malattie infettive del nosocomio casertano sono state, recentemente, condotte
delle ricerche epidemiologiche e cliniche nel campo della epatite da Hcv,
ritenute meritevoli di essere comunicate nell’ambito dei principali congressi
nazionali e internazionali dedicati all’epatologia. I medici della stessa Unità
operativa sono presenti al 49esimo meeting annuale dell’Associazione Italiana per
lo Studio del Fegato in corso a Roma e parteciperanno al 25esimo congresso
dell’Apasl, l’Asian Pacific Association for the Study of the Liver, che si
svolgerà, nei prossimi giorni, a Tokyo.
Fonte. L’addetto stampa (Enzo Batt
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