Domani, giovedì 9 giugno alle ore 21.15
nel cortile di Palazzo Lanza di Capua
AL VIA
“LE PAROLE PARLATE”
LA RASSEGNA TEATRALE CHE POTENZIA LA COLLABORAZIONE TRA IL
TEATRO RICCIARDI E EX LIBRIS DI CAPUA
L’undicesima edizione del “Capua il Luogo della Lingua festival” alzerà il sipario domani sera con la rassegna teatrale che continuerà il prossimo inverno al Teatro Ricciardi di Capua.
In scena
“UNALAMPA”
di e con ROBERTO AZZURRO
Domani sera sarà il teatro ad inaugurare l’11^ edizione del “Capua il Luogo della Lingua Festival”, la rassegna promossa dall’associazione Architempo che dal 2005 coinvolge la città di Capua ogni anno e vede la letteratura attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il teatro, l’architettura, l’arte visiva, il cinema, la musica e tutte le sue declinazioni.
La rassegna teatrale, dal titolo “LE PAROLE PARLATE”, che vede la direzione artistica di Tiziana Beato per Eventi Mediterranei, è stata fortemente voluta da Giuseppe Bellone, direttore artistico del Capua il Luogo della Lingua Festival affinché si dia ancora più risalto al linguaggio teatrale nell’ambito di una rassegna che celebra i linguaggi nella città del “Placito Capuano” documento datato 960 d.C unanimemente riconosciuto dagli storici come il primo documento del volgare italiano.
In scena nel cortile di Palazzo Lanza, tutti i giovedì sera a partire da domani, attori del calibro di ROBERTO AZZURRO, GEA MARTIRE, ANTONELLA MOREA, ROSARIA DE CICCO, daranno corpo e voce a propri testi, a quelli di grandi autori contemporanei come Manlio Santanelli e Maurizio De Giovanni e a classici come Viviani, Ruccello e Patroni Griffi.
L’iniziativa arricchisce anche il cartellone del Teatro Ricciardi di Capua che, già partner di Architempo e di Palazzo Lanza nella scorsa stagione invernale, continuerà la rassegna sul proprio palcoscenico il prossimo inverno.
Ad inaugurare la rassegna teatrale domani sera alle 21.15 sarà UNALAMPA
di e con ROBERTO AZZURRO
"Per molto tempo ho inseguito l’idea che soltanto uno scandalo può far sì che qualcuno si accorga di noi – sempreché abbiamo qualcosa di interessante e di irrinunciabile da mostrare –, si accorga di noi in termini eclatanti e profondi: bisogna fare uno scandalo, di qualsiasi tipo, ma uno scandalo. Per cui, per molto tempo ho inseguito l’idea di farlo, questo scandalo. Poi, una bella mattina mi sono detto: lo scandalo non devo farlo io, lo scandalo esiste già: e si chiama Napoli. Io sono napoletano, per cui posso permettermi di dire qualsiasi cosa su Napoli e sui napoletani, insomma la responsabilità e mia, soltanto mia e le mie parole ricadono anche su di me, inevitabilmente. E di Teatro in Teatro, questa invettiva sta viaggiando esplosiva, pronta a dimostrare che molti sono disposti ancora a indignarsi e ad alzare la voce per farsi sentire con parole forse nuove, forse inusuali, ma accorate e prepotenti, sincere, amorevoli e dolorose, seppur rabbiose e minacciose.
Questa invettiva è divisa in sette canti. Sette urli, sette dolori, sette anche comici sberleffi. Insomma sette momenti di rabbiosa riflessione anche, punteggiati da musicalità note, da memorie imprescindibili di una napoletanità onorata ma ormai vecchia e stantia, che si crogiola e annega in una oleografia ormai soltanto nociva e deleteria. Centrale, poi, è il terzo canto, in cui convergono tutte le parole e i versi dei grandi scrittori che hanno fatto viaggiare Napoli nel mondo attraverso le loro opere di volta in volta teatrali, letterarie, poetiche e meravigliosamente musicali. Per finire nell’incendio/incubo/sogno, nell’auspicato martirio di liberazione, tra le lacrime e il comico sberleffo che ritorna imprescindibile."
Roberto Azzurro
di e con ROBERTO AZZURRO
"Per molto tempo ho inseguito l’idea che soltanto uno scandalo può far sì che qualcuno si accorga di noi – sempreché abbiamo qualcosa di interessante e di irrinunciabile da mostrare –, si accorga di noi in termini eclatanti e profondi: bisogna fare uno scandalo, di qualsiasi tipo, ma uno scandalo. Per cui, per molto tempo ho inseguito l’idea di farlo, questo scandalo. Poi, una bella mattina mi sono detto: lo scandalo non devo farlo io, lo scandalo esiste già: e si chiama Napoli. Io sono napoletano, per cui posso permettermi di dire qualsiasi cosa su Napoli e sui napoletani, insomma la responsabilità e mia, soltanto mia e le mie parole ricadono anche su di me, inevitabilmente. E di Teatro in Teatro, questa invettiva sta viaggiando esplosiva, pronta a dimostrare che molti sono disposti ancora a indignarsi e ad alzare la voce per farsi sentire con parole forse nuove, forse inusuali, ma accorate e prepotenti, sincere, amorevoli e dolorose, seppur rabbiose e minacciose.
Questa invettiva è divisa in sette canti. Sette urli, sette dolori, sette anche comici sberleffi. Insomma sette momenti di rabbiosa riflessione anche, punteggiati da musicalità note, da memorie imprescindibili di una napoletanità onorata ma ormai vecchia e stantia, che si crogiola e annega in una oleografia ormai soltanto nociva e deleteria. Centrale, poi, è il terzo canto, in cui convergono tutte le parole e i versi dei grandi scrittori che hanno fatto viaggiare Napoli nel mondo attraverso le loro opere di volta in volta teatrali, letterarie, poetiche e meravigliosamente musicali. Per finire nell’incendio/incubo/sogno, nell’auspicato martirio di liberazione, tra le lacrime e il comico sberleffo che ritorna imprescindibile."
Roberto Azzurro
PROSSIMI APPUNTAMENTI:
GIOVEDI' 16 GIUGNO ore 21.15 Cortile di Palazzo Lanza
SON TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO? di MANLIO SANTANELLI
con GEA MARTIRE
Son tutte belle le mamme del mondo? Se lo chiede il drammaturgo Manlio Santanelli con "un testo dalla struttura poco ortodossa", messo in scena da Gea Martire "Si tratta dell'alternarsi di due monologhi che, come due rette parallele, non si incontrano se non all'infinito - spiega Santanelli - perché Son tutte belle le mamme del mondo? mette in scena lo sfogo sincero di due madri devote del patrono di Napoli, di due oranti che, ciascuna dal suo punto di vista, non hanno alcun dubbio di essere nel giusto". Dietro le argomentazioni delle due madri si intravedono anche le contraddizioni di una città come Napoli, che al pari delle devote, non conosce mezze misure. "Essendo la giustizia unica per definizione - conclude il drammaturgo - è giocoforza che una delle due donne sia nel torto. E, tuttavia, si tratta pur sempre di una madre che esprime una pena sincera e che, anche se non può aspirare minimamente alla nostra giustificazione, merita comunque una certa dose di comprensione".
GIOVEDI' 23 GIUGNO ore 21.15 Cortile di Palazzo Lanza
DONNE IN...CANTO
con ANTONELLA MOREA
al piano MARTINA MOLLO
Un viaggio della musica al femminile, dalle Villanille ai primi del ‘900. Un racconto cantato e recitato della nostra storia e della carriera di Antonella Morea che omaggia gli autori dei suoi 40 anni di carriera: da Viviani a Manlio Santanelli, da Patroni Griffi a Nino D'Angelo.
GIOVEDI' 30 GIUGNO ore 21.15 Cortile di Palazzo Lanza
ALMOST FAMOUS
con ROSARIA DE CICCO
Testi di Annibale Ruccello - Rosaria De Cicco – un monologo scritto per lo spettacolo da Maurizio De Giovanni
Un’attrice drammatica è ossessionata dal fatto che oggigiorno se un attore vuole avere successo deve per forza far ridere. Dopo vari tentativi disastrosi, si rende conto che le uniche esperienze comiche della sua vita sono i suoi terrificanti rapporti con gli uomini. Esperienze comuni a molte donne sulle quali, alla fine, conviene riderci su, sfidando quei comici che di questo argomento hanno fatto il loro cavallo di battaglia.
SON TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO? di MANLIO SANTANELLI
con GEA MARTIRE
Son tutte belle le mamme del mondo? Se lo chiede il drammaturgo Manlio Santanelli con "un testo dalla struttura poco ortodossa", messo in scena da Gea Martire "Si tratta dell'alternarsi di due monologhi che, come due rette parallele, non si incontrano se non all'infinito - spiega Santanelli - perché Son tutte belle le mamme del mondo? mette in scena lo sfogo sincero di due madri devote del patrono di Napoli, di due oranti che, ciascuna dal suo punto di vista, non hanno alcun dubbio di essere nel giusto". Dietro le argomentazioni delle due madri si intravedono anche le contraddizioni di una città come Napoli, che al pari delle devote, non conosce mezze misure. "Essendo la giustizia unica per definizione - conclude il drammaturgo - è giocoforza che una delle due donne sia nel torto. E, tuttavia, si tratta pur sempre di una madre che esprime una pena sincera e che, anche se non può aspirare minimamente alla nostra giustificazione, merita comunque una certa dose di comprensione".
GIOVEDI' 23 GIUGNO ore 21.15 Cortile di Palazzo Lanza
DONNE IN...CANTO
con ANTONELLA MOREA
al piano MARTINA MOLLO
Un viaggio della musica al femminile, dalle Villanille ai primi del ‘900. Un racconto cantato e recitato della nostra storia e della carriera di Antonella Morea che omaggia gli autori dei suoi 40 anni di carriera: da Viviani a Manlio Santanelli, da Patroni Griffi a Nino D'Angelo.
GIOVEDI' 30 GIUGNO ore 21.15 Cortile di Palazzo Lanza
ALMOST FAMOUS
con ROSARIA DE CICCO
Testi di Annibale Ruccello - Rosaria De Cicco – un monologo scritto per lo spettacolo da Maurizio De Giovanni
Un’attrice drammatica è ossessionata dal fatto che oggigiorno se un attore vuole avere successo deve per forza far ridere. Dopo vari tentativi disastrosi, si rende conto che le uniche esperienze comiche della sua vita sono i suoi terrificanti rapporti con gli uomini. Esperienze comuni a molte donne sulle quali, alla fine, conviene riderci su, sfidando quei comici che di questo argomento hanno fatto il loro cavallo di battaglia.
Nessun commento:
Posta un commento