Venerdì 29 gennaio al Seminario Vescovile, incontro di riflessione su storia e presente organizzato dalla Pastorale Giovanile e dal Centro Diocesano Vocazioni
Continua il percorso di avvicinamento alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, tracciato in sinergia dalla Pastorale Giovanile e dal Centro Diocesano Vocazioni.
Venerdì 29 gennaio 2016 alle ore 19:30, in occasione della Giornata della Memoria, il Seminario Vescovile di Aversa ospiterà l’incontro di riflessione “Tra Memoria e Speranza”, con la partecipazione del Prof. Sergio Tanzarella, docente presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
“Ci fermeremo a riflettere sulla Shoah e ci siederemo ai Tavoli di Testimonianza per ascoltare e conoscere storie che rendono la memoria fonte di speranza”, commenta don Francesco Riccio, responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi di Aversa. “L’auspicio è che questo incontro permetta ai nostri ragazzi di fare memoria con il passato: in tal senso, la preziosa presenza del Prof. Tanzarella potrà certamente indicare ai giovani una corretta riflessione sul significato dello studio della storia”.
Al confronto parteciperanno anche due giovani autori: la giornalista e scrittrice Iolanda Corradino, che da pochi mesi ha pubblicato il suo primo romanzo “Giovanni, con i miei occhi”, opera che racconta la storia di un militare deportato nei campi nazisti; Davide Cerullo, ex detenuto affiliato alla camorra, oggi scrittore impegnato per il riscatto dei ragazzi di Scampia.
Oltre a dialogare e confrontarsi su una dolorosa piaga della storia come la Shoah, l’evento di venerdì sera intende anche centrare l’attenzione sul presente, ovvero su alcune situazioni di grave disagio che si ripetono o rischiano di ripresentarsi. Nella seconda parte della serata, dunque, i ragazzi della diocesi si riuniranno in circoli e incontreranno giovani testimoni che, dopo aver vissuto situazioni di difficoltà e sofferenza, sono riusciti a riscattarsi. “Ascolteremo testimonianze di profughi che, dopo aver vissuto l’esperienza dei campi in Libia, sono giunti in Italia guidati unicamente dalla speranza di una vita migliore. Non solo, anche l’odissea di alcuni giovani venuti fuori da situazioni di dipendenza da alcol e gioco fornirà sicuramente un contributo interessante al nostro dibattito”.
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