Pastorano
(Ce), 23 Aprile 2016
- Coniugare l’utilizzo della semina su sodo con le rotazioni colturali basate
sulle leguminose fa incontrare due mondi: quello di Aipas, l’Associazione
italiana produttori amici del suolo, che da oltre 10 anni propugna la
coltivazione dei seminativi senza aratro e con sole macchine seminatrici di
precisione e Slow Food, che da sempre si batte per un cibo più sano, più pulito
e più giusto e che propone il recupero della coltivazione dei legumi.
È successo a Pastorano
durante il workshop “La Semina su Sodo
nell’anno internazionale dei Legumi, prospettive nel Centro Sud” che si è
concluso ieri con una stretta di mano tra Danilo
Marandola, referente progetto politiche agro ambientali di Rete rurale
nazionale 2014 – 2020 e direttore di Aipas e Giuseppe Orefice, presidente di Slow Food Campania.
Marandola ha illustrato
tutti i vantaggi della semina su sodo: risparmio idrico, perché la terra
assorbe più acqua, di gasolio, perché sono necessari meno passaggi con il
trattore e meno irrigazioni, ma anche
risparmi sui principi attivi per il diserbo ed il concime, perché quando
nell’alternanza vengono utilizzate le leguminose queste in uno difendono il
terreno dalle infestanti e lo arricchiscono di azoto.
“In più ci sono i
vantaggi ambientali – ha sottolineato Marandola – che vanno dalla difesa del
suolo dall’erosione al risparmio di preziosa risorsa idrica, alla riduzione
dell’impatto ambientale che consegue al minor utilizzo di gasolio, azoto da
sintesi, fitofarmaci.”
Orefice si è detto
“Molto interessato a sviluppare una collaborazione con Aipas”. Marandola ha
proposto a Orefice di collaborare sulla ricerca delle sementi di leguminose
tipiche degli areali dove gli agricoltori intendono utilizzarli per le
rotazioni colturali, con l’indubbio vantaggio di avere delle cultivar già
selezionate dal territorio e più forti.
Hanno inoltre portato
la loro testimonianza positiva di ritorno alla coltivazione dei legumi: Giovanni Picciuto, dirigente Aipas,
produttore di cece su sodo a San Bartolomeo in Galdo (Benevento), Vincenzo
Egizio, agricoltore custode di Slow Food che coltiva il fagiolo cannellino “dente
di morto” a Brusciano (Napoli) e Mario
Parente, produttore Aipas di Lupino gigante di Vairano Patenora (Caserta).
Nessun commento:
Posta un commento