MOZZARELLA DI BUFALA
CAMPANA DOP
A FIERA AGRICOLA PER LA
PRIMA VOLTA I NUMERI DEFINITIVI
SULLA TRACCIABILITÀ DI
FILIERA
Pastorano
(Ce), 23 Aprile 2016
- Una filiera produttiva che esce rafforzata, con il prezzo del latte
stabilmente attestato sopra un euro e 40 centesimi alla stalla, anche grazie al
lavoro del Mipaaf, del Dipartimento per la Qualità Alimentare e dell’Istituto
zooprofilattico per il Mezzogiorno – che ne hanno implementato la tracciabilità
- e che ha prospettive interessanti in
termini di creazione di nuovi prodotti, aggressione di nuovi mercati e
certificazione dell’origine sulla base dello studio delle espressioni del Dna.
È quanto emerso oggi al convegno “Dove va
la Mozzarella di Bufala Campana Dop? Dalla tracciabilità di filiera ai nuovi
orizzonti” tenutosi nell’ambito di Fiera Agricola Pastorano. Per la prima
volta sono stati forniti i numeri ormai
definitivi sulla rintracciabilità di filiera.
Corrado
Martinangelo,
collaboratore del ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, ha
ricordato come il lavoro fatto sulla tracciabilità di filiera ha consentito
oggi “Di avere un prezzo più alto per il latte alla stalla, che era crollato
durante la crisi a 70 centesimi”. La sicurezza data alla filiera bufalina con
la tracciabilità nazionale di filiera può essere ulteriormente messa a valore
“Con la creazione del tavolo regionale della filiera bufalina – ha sottolineato
Martinangelo – anche in vista della creazione di organizzazioni di produttori
di latte bufalino per dare ancora maggior forza al settore allevatoriale.”
Dal canto suo, il
consigliere delegato per l’agricoltura, Francesco
Alfieri, ha detto: “La Regione Campania è a disposizione, perché questa
filiera è un modello vincente, ma va oltremodo sostenuta, perché possa ulteriormente
rafforzarsi.”
Antonio
Limone, commissario
dell’Istituto Zooprofilattico, ha sottolineato l’esigenza “Di andare oltre la
Mozzarella, perché si può fare anche altro con il latte di bufala”. Secondo i
dati dell’Istituto, in Italia vi sono molte imprese coinvolte nella filiera
bufalina Dop e non Dop: 1551 allevamenti (1103 solo in Campania), 285
intermediari di latte e ben 358 caseifici (188 dei quali in Campania). Questo
dato dà la certezza di quanto sia esattamente il latte bufalino in circolazione
e lavorazione in Italia, compreso il comparto della Mozzarella di Bufala
Campana, che invece è descritto dai dati del suo ente terzo di certificazione,
il DQA.
Michele
Blasi, direttore
dell’ente di certificazione, ha detto: “In tutte le province dell’area Dop si
contano al 31 dicembre 2015 ben 1371 allevamenti, 14 raccoglitori e 102
caseifici certificati per la Dop.” Imponente il lavoro di controllo esercitato
dal DQA con ben 856 ispezioni messe a segno nello scorso anno, 609 in
allevamenti bufalini, 34 ai raccoglitori di latte, 213 nei caseifici, durante i
quali sono stati effettuati 2080 prelievi ed analisi. Con un dato produttivo
importante: su ben 230 milioni di chilogrammi di latte di bufala idoneo per la
produzione di Mozzarella Dop, sono stati trasformati in oro bianco 185 milioni
di kg, pari ad oltre 41 milioni di kg di Mozzarella Dop. Il che significa che
45 milioni di kg di latte bufalino idoneo per la Dop finiscono o congelati per
il non Dop o per altri prodotti. Latte che potrebbe avere una destinazione più
remunerativa.
La soluzione di Domenico Raimondo, presidente del
Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana, è quella di “Aggredire nuovi
mercati, ma con una vita del prodotto sullo scaffale più lunga, in modo da
aumentare la produzione con il latte che c’è”.
Per Pasquale Campanile, del Dipartimento di
Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II “Bisogna
fare attenzione a non trasformare la Mozzarella Dop da prodotto fresco a
formaggio semistagionato”. Campanile inoltre ha ricordato la grande opportunità
offerta dalla scienza onica: “Abbiamo oggi la possibilità di legare le
espressioni del Dna bufalino al territorio nel quale vivono gli animali, un
passo ulteriore rispetto al lavoro sin qui fatto, che scongiurerebbe per sempre
i rischi di contraffazione, speriamo che questo nostro progetto – che è già
operativo - diventi una realtà fruibile dalla filiera bufalina a costi
contenuti”.
Ha chiuso i lavori Vincenzo Carrozzino del Mipaaf, che ha
affermato: “Mi occupo direttamente di tutela e vigilanza sui nostri prodotti
Dop e Igp all’estero, in particolare nei paesi extra Ue: è un’area in cui
occorre lavorare di più da parte nostra, per offrire la possibilità alle
imprese di questa filiera di potersi espandere minimizzando il rischio di
contraffazione.”
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