mercoledì 22 novembre 2017

La Germania necessaria

Nel 2012 la Germania non si presentava più solo quale attore economico affidabile, non più solo come membro leader della Ue, ma sembrava muoversi autonomamente nello scacchiere internazionale e nelle aree di crisi, promuovendosi anche quale partner culturale. Era questa una novità interessante, che apriva spazi di analisi e nuove domande sul percorso che la Germania aveva vissuto: da stato totalitario a paese vinto, da paese membro della comunità europea e atlantica a paese nuovamente unito, ora espressione di un modello culturale condivisibile a livello globale. Ancor più sorprendente era il fatto che se la Germania era cambiata, lo era anche l'Europa, e non solo a causa della crisi economica. Molto avevano giocato gli allargamenti a Est e, non in ultimo, le difficoltà incontrate dall'Europa comunitaria nell'assumere un chiaro ruolo internazionale. In definitiva, era mutato il rapporto di controllato/controllore in favore di un nuovo concetto di "necessità" di Germania. Si poneva, a partire da quel momento, il tema spinoso, ma anche affascinante, di una Germania necessaria e nuova leading power.
Beatrice Benocci, giornalista, è dottore di ricerca in Storia delle relazioni internazionali. Collabora con le Cattedre di Storia contemporanea e Sociologia dell'Europa ed è membro del Centro Studi Europei, del Centro di Ricerca sul conflitto in Età Contemporanea e dell'Osservatorio Memoria e Legalità dell'Università di Salerno. Tra i suoi saggi si ricordano: La grande illusione. La questione tedesca dal 1953 al 1963 (1998); Due presidenti e un'occasione mancata. Kennedy, Kruscev e la fine della guerra fredda (2010). Tra i contributi in opere collettanee: La questione tedesca e il ruolo delle chiese in Luigi Rossi, a cura di, Un particolare universalismo. La diplomazia vaticana fra totalitarismi e guerra fredda, 2016; Risorgimento e Mezzogiorno nella stampa tedesca. Caso di Studio: Neue preussische Zeitung in G. Paolini, a cura di, La prima emergenza dell'Italia unita. Brigantaggio e questione meridionale nel dibattito interno e internazionale nell'età della Destra storica, 2014; Willy Brandt riparte dall'America Latina in Luigi Rossi, a cura di, Transizioni, 2013;Stati Uniti e Unione Sovietica a confronto sulla questione tedesca in Luigi Rossi, a cura di, Le Relazioni Internazionali, alcuni casi di studio, 2006.


Raffaele D’Agata ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Sassari e scritto saggi e monografie sulla storia internazionale del Novecento.

Alexander Höbel, studioso di storia del movimento operaio e comunista, collabora con l’Università di Napoli Federico II e con la Fondazione Gramsci.

Vincenzo Grienti, giornalista professionista ed esperto in comunicazioni sociali e cultura digitale, lavora a Tv2000. Gia' consulente per RaiUno, collabora con la pagina culturale di “Avvenire”. E' autore di numerosi libri e saggi storici.

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