giovedì 23 novembre 2017

Lettera ad Alessandro di Battista (da neo papà a neo papà)

ale_dibattista ti scrivo, un figlio ti cambia la vita, ma tu non dovevi cambiare per lui l’Italia? 

Caro Alessandro Di Battista, cittadino del popolo e padre di Andrea. 
Un figlio è l'essenza della vita, ti esalta, ti completa, ti inorgoglisce, ti responsabilizza, ti riempie e stravolge la quotidianità, orientando ogni cosa al bene e alla buona prosecuzione della vita. Un figlio è una risorsa vitale, una ricchezza di ineguagliabile valore, un punto di partenza verso mete inesplorate e prossime alle sue esigenze. i tuoi tempi non ti appartengono ma sono i suoi, questo è vero, le tue notti sono lunghe ed illuminate, il sonno   sereno e profondo, ad intervalli, vede interrompere dolci sogni da repentini risvegli, per il pianto di una creatura che chiede coccole per alleviare le sue colichette di crescita.
Provo dunque a comprenderti e solidarizzare, fino al punto in cui, consentimi, non ti capisco. 
Non credo che il tuo sia un colpo di teatro, né una azione di servizio al movimento, un preservarsi per il futuro, come molti dicono, ma, piuttosto, un sincero stato di bisogno che, ti invito a valutare, nella sua portata transitoria.
Il tuo bimbo, non ha bisogno di rivoluzioni intorno a se ma di stabili approcci, di un papà sereno e motivato e di una famiglia calda ed accogliente.
Alla tua età, devi spingere, investire, insistere per modificare i destini della nostra difficile quotidianità, non puoi già raccogliere il frutto di un lavoro solo enunciato nella deresponsabilizzante azione di opposizione. Lo devi fare per il tuo bimbo, lo devi fare per quanti credono e si identificano in te e nel tuo movimento in continua ricerca, perdonami, di un consenso mediatico e, quindi, virtuale , piuttosto che di convinte adesioni e condivisioni.
D'altronde, se la tua decisione suscita tanto scalpore e se te la puoi permettere, è proprio perché ti sei trovato in uno status che ti ha concesso visibilità, attenzioni ed agiatezze. 
Chi ti scrive è, altrettanto, un neo papà, adulto, che nel pieno coinvolgimento di un processo d'amore per un piccolissimo bimbo, pur dopo tanti anni di impegno attivo in politica, non demorde ma insiste e resiste, soffrendo, ancor di più oggi, per la immodificabilità a breve di un quadro complessivo del Paese al quale tu, dall'alto della posizione in cui ti collochi, puoi e devi ancora dare un fattivo e reale contributo. 
I viaggi, i libri, rinviamoli e dedichiamoli ai momenti di spensieratezza e riposo o ad altre fasi della vita in cui la ricognizione di quanto fatto sara utile patrimonio per l'orgoglio del figlio e dei simpatizzanti, ma prima accendiamo meccanismi di irreversibile benessere in cui tutti possano ritrovare le proprie ragioni di vita e, perché no, le passioni e gli interessi larghi, come quelli che tu ora decidi di coltivare. 
Facciamo prima le cose, poi, se Dio vorrà, le racconteremo. 
Dalle politiche per la famiglia, ai servizi per l'infanzia, agli asili nido, alle politiche giovanili, a quelle per il lavoro dei più o meno giovani papà che hanno perso la dignità del lavoro, ai papà separati, che non hanno più casa, affetti e stabilità di vita, alle politiche integrate per la sicurezza e la tutela di quella infinita fascia di bimbi a rischio oggi e cervelli in fuga domani, ecco Alessandro, ti espongo una serie di temi su cui concentrare la tua nuova sensibilità. 
A 39 anni puoi fuggire quanto vuoi ma il mondo ti è dinanzi e ti pone interrogativi e non puoi, proprio per le ragioni che affermi, distrarti con nobili e distaccate forme di circumnavigazione.
Un genitore/politico, un cittadino impegnato in politica, si dona ma non si estromette, si compenetra ma non esalta il suo ego, guarda al futuro e non si arrende al presente, dovendo soffrire, più di chiunque altro genitore, proprio perché nelle sue mani e tra le sue braccia è riposto il divenire di questi giovani arbusti, che hanno radici forti, ma dovranno resistere alle intemperie dei tempi, prima di librare, con forza, la propria chioma negli orizzonti alti della vita.
Un dato è certo, come per te Andrea, anche il mio Luca ha cambiato l'organizzazione tradizionale della mia giornata, trasferendomi però nuova forza ed energia e, soprattutto, nuovo entusiasmo e tanta voglia di trasmetterlo. 
Personalmente, ho dovuto rivedere i miei tempi e spazi vita, non partecipo, infatti, alle liturgie politiche, cioè a quelle estenuanti riunioni serali e notturne utili a discutere di tutto per essere poi, più volte, aggiornate senza far nascere alcun atto fecondo di decisioni e risultati. Cerco di essere essenziale, strategico, mirato, contingentato nei tempi, pur sapendo che, i miei schemi di vita, devono collimare con un consesso più vasto fondato su rispettabili stati di vita differenti e diversi. 
Potrai essere più essenziale ma non leggero nelle decisioni. Sarai più rapido nelle analisi ma non assente. Potrai avere sempre con te il tuo piccolo ma non fargli sentire il vuoto di un genitore che si ritrae dalla realtà che lo ha caratterizzato e reso riconoscibile. 
Per questo motivo, penso che non puoi soffermarti a lungo su questo tema, ne' devi far cavalcare l'onda a chi pensa di ricavare consenso da questo germoglio d'amore che, intanto, sarà rigoglioso, se riuscirai a coniugarlo in positivo nell'intensità del rapporto che ti unisce a lui e alla passione per l'altro, cioè alla politica che è impegno per l'Italia e, nella mia circostanza di modesto ed umile consigliere comunale, per il mio straordinario territorio e la mia città Caserta.
Un genitore/politico non deve modificare i suoi tempi vita, anzi, ha l'obbligo di razionalizzarli, migliorarli e qualificarli. 
Per me il sabato pomeriggio e la domenica hanno un valore sacro ed inalienabile. Uno spazio temporale che circoscrivo e difendo nel rispetto della mia famiglia e del mio piccolo. Ritaglio spazi ed attimi, con certosina peculiarità, sapendo che essi hanno valore terapeutico, rigenerante e di rara infusione di energie da spendere poi nell'interesse collettivo. Le prime luci del lunedì fino al sabato a pranzo, mi vedono impegnato tra la gente, con intensità e rinnovata passione. 
Insomma, il mio è un appello a non strumentalizzare un lieto evento e, perché no, affinché tu riveda la posizione dichiarata. Se hai altre esigenze coltivale, te ne è data facoltà, ma se pensi che il tirarti fuori dalla realtà, chiamando in causa tuo figlio, per dedicarti a libri e viaggi, fermati per tempo, ad un politico/genitore non è data la possibilità di sfuggire alle proprie responsabilità.
Da militante politico, da avversario (?), come definite tutti quelli che fanno politica tra la gente e che non passano la loro vita dietro uno schermo e negli spazi infiniti ma inanimati del web, ti dico fermati e se hai altre motivazioni spiegale con eguale enfasi ma al tuo Andrea e al mio Luca trasmettiamo, con dolcezza, il valore della verità e la profondità dell'impegno politico. 
In bocca al lupo, un abbraccio ad Andrea e buona vita a te :-)
Antonio Ciontoli cittadino di Caserta e papà di Luca 

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